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Per fare un parco ci vuole il verde… non il cemento

Tradite le aspettative dei cittadini di Verona Sud che nell’area dellEx Scalo ferroviario vedono una possibilità di compensazione.

Manifestazione per il Parco allo Scalo. 2016-10-22, Piazza Bra, Verona
Manifestazione per il Parco allo Scalo. 2016-10-22, Piazza Bra, Verona

Il 12 giugno 2018 il sindaco di Verona Federico Sboarina in un incontro con il Comitato Verona Sud affermava che «La nostra idea di città è stata chiara fin dall’inizio: vogliamo che Verona cresca non attraverso la cementificazione delle aree. Vogliamo uno sviluppo che rispetti la vivibilità dei quartieri».

Il 4 settembre scorso il sindaco ha presentato il masterplan del parco all’Ex Scalo ferroviario. Nel progetto si parla per lo più di edilizia residenziale, ricettiva, direzionale, commerciale, parcheggi, ristoranti, valorizzazione immobiliare… Nell’area sono previsti 155.000 mq tra nuovi edifici e parcheggi, oltre alla viabilità di servizio. Si ha quindi l’impressione che nell’ex scalo più che un parco si intenda realizzare un altro pezzo di città che aggraverà, invece di risolverli, i problemi di Verona Sud.

In questi quartieri vive metà della popolazione di Verona, quartieri nei quali il verde è per la gran parte costituito da piccoli relitti di terreno di poche centinaia di mq di superficie circondati da cemento, dal rumore e da strade trafficate e inquinate. All’ex scalo è previsto certamente del verde ma, ancora una volta, questo è visto come ornamento del costruito

Non sappiamo cosa intendesse il sindaco quando diceva che Verona non doveva crescere attraverso la cementificazione delle aree, ma è sicuro che l’idea di parco rappresentata da questo masterplan è assai lontana da quello che avevano in mente gli abitanti di Verona Sud. Chiedevano un parco dove fossero protagonisti gli alberi, gli orti, i prati, per pareggiare l’enorme credito di verde a cui hanno diritto e l’ex Scalo ferroviario costituisce l’ultima possibilità di realizzarlo.

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Nella relazione accompagnatoria alla proposta del Parco allo Scalo presentato dalgi abitanti di Verona Sud nel 2016 erano espressi precisi obiettivi: 1. Inserire un cuneo verde nella città come difesa dal traffico e dall’inquinamento; 2. Creare spazi verdi per favorire la protezione della salute; 3. Essere parte integrante di un sistema del verde che che si realizza attraverso un Anello Verde attorno a Verona.

Ebbene, nessuno di questi obiettivi è presente nel masterplan presentato dal Comune di Verona perché ancora una volta prevale l’idea che per realizzare un parco è necessario reperire le risorse necessarie attraverso la sua cementificazione. Nello spazio dell’ex Caserma Passalacqua è stato usato questo criterio con la promessa che in pochi anni a Veronetta sarebbe nato il più grande parco della città. Sono passati 10 anni e di questo parco non si vede traccia. Ora per l’ex Scalo ferroviario si vuole ripetere lo stesso modello mettendo in primo piano la costruzione di nuovi edifici, strutture e ciò non ha senso nemmeno dal lato economico se si pensa che a Verona ci sono oltre 10.000 alloggi vuoti e un costante calo demografico.

L’assessore all’urbanistica Ilaria Segala il 6 novembre scorso ha detto che «Verona negli anni passati si è contraddistinta per un consumo esagerato di suolo, trascurando le tante aree già fabbricate ma lasciate in stato di degrado. Per questo abbiamo scelto di  puntare sulla riqualificazione della superfici dismesse, la rigenerazione e la riconversione delle zone degradate, coinvolgendo anche i cittadini e i principali stakeholder». Al di la degli annunci gli abitanti di Verona si aspettano che queste parole siano messe in pratica nell’area dell’ex Scalo ferroviario.

Alberto Ballestriero
VeronaPolis

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Alberto Ballestriero. La campagna e il paesaggio sono una presenza costante nella sua vita. Ha lavorato come funzionario nella gestione di canali e opere agrarie presso uno dei più importanti Consorzi di Bonifica del Veneto. Dopo la qualifica nel settore del verde progetta parchi e giardini, alcuni dei quali pubblicati. È socio dell’AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio). Per diversi anni è stato responsabile del settore verde urbano della sezione veronese di Italia Nostra. Ha pubblicato il libro “Confini Connessioni Scenari – divagazioni di un giardiniere sul paesaggio”. È socio fondatore dell’Osservatorio territoriale VeronaPolis. ballestriero@gmail.com

2 Comments

2 Comments

  1. Redazione2

    10/11/2020 at 08:53

    La canzone “Ci vuole un fiore” di Sergio Endrigo che accompagna l’articolo di Alberto Ballestriero ci è parsa particolarmente adatta per sostenere le ragioni degli abitanti di Verona Sud. Andrebbe cantata in coro davanti a Palazzo Barbieri (sarebbe sicuramente di forte impatto). Amministrare è difficile, ci sono i compromessi, ma quando i risultati si discostano troppo dagli ideali allora ci si dovrebbe interrogare sul senso del proprio agire, magari per mettersi in gioco con un po’ più di coraggio.(g.m.)

    • Enrico Marcolini

      10/11/2020 at 10:25

      Grazie all’arch Ballestrero per aver riportato all’attenzione di tanti distratti cittadini questo vitale tema. Purtroppo abbiamo troppi “uomini grigi” (quelli del libro Momo di Michael Ende) in giro, ed abbondano evidentemente anche tra i nostri amministratori.
      Del resto da uffici ed assessori dell’edilizia e pianificazione del territorio che permettono ad un enorme centro commerciale di insediarsi a Verona Sud ed inquinare promettendo ad un futuro non noto la necessaria realizzazioone del verde di mitigazione, cosa ci si può aspettare?
      Purtroppo, al di là delle parole, anche questa amministraziione si sta dimostrando assai disponibile alle richieste dei potentati economici di turno, molto meno verso le giuste istanze dei cittadini, davvero traditi anche sulla questione del parco sull’area ex Scalo Merci.
      Perche non si è voluto andare in Regione a chiedere la variante a verde sull’intera area? Può ancora essere chiamato parco un’area con condomini e strade di attraversamento?

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