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Territorio

Sei denunce per bracconaggio, i controlli della Provinciale

Caccia senza porto d’armi, fucili con più colpi di quelli consentiti, reti appese in un’abitazione privata e abbattimento e cattura di specie protette.

Martedì 2 novembre. Sono sei, ad oggi, le persone denunciate dalla Polizia Provinciale dall’inizio dell’attività venatoria, 20 settembre, in seguito ai controlli anti-bracconaggio effettuati in tutto il territorio veronese. 

Il primo episodio risale al giorno di apertura della caccia ad Albaredo d’Adige, dove un vicentino di 34 anni è stato sorpreso con un fucile mentre vagava nei campi. L’uomo era sprovvisto di porto d’armi e di tutta la documentazione prevista per esercitare l’attività venatoria.

A fine settembre, nel territorio di Bardolino, un agente della Polizia Provinciale e una guardia volontaria venatoria hanno contestato a un 50 enne il possesso di un fucile automatico caricato con sei colpi, anziché tre come prevede la normativa.

Il 21 ottobre, in località Muni nel comune di San Giovanni Ilarione, è stato invece sorpreso un 62 enne veronese intento a sparare a volatili attirandoli con l’uso di un richiamo acustico a funzionamento elettromagnetico, mezzo vietato dalla legge.

Mentre procedevano alle contestazioni e al sequestro del richiamo, gli agenti si sono accorti di alcune piume di fringuello, specie vietata, sulla giacca del cacciatore. Dopo una breve ricerca hanno rinvenuto sotto un arbusto una borsa contenente 48 fringuelli. L’uomo è stato denunciato per uso di mezzo vietato e per aver abbattuto esemplari di specie protetta non cacciabile.

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Nello stesso giorno, nel comune di Garda, è stata individuata una rete per la cattura di avifauna nel cortile di un’abitazione privata. Nella successiva perquisizione, gli agenti hanno trovato, tra il cortile e l’orto, altre nove reti appese con intrappolati diversi capi di specie protetta, tra cui alcuni pettirossi. Il bracconiere custodiva altre otto reti in casa, dispositivi di cui è vietata anche la sola detenzione.

Due, infine, le denunce a fine ottobre. La prima a Badia Calavena, dove un agente della Polizia Provinciale ha sorpreso un cacciatore vicentino intento a sparare e abbattere un esemplare di fanello, specie particolarmente protetta. Attività questa che ha portato alla denuncia dell’uomo e al sequestro del fucile. Stessa sorte per un 50 enne veronese trovato ad abbattere fringuelli in località Cengelle di Cazzano di Tramigna.

«Il contrasto al fenomeno del bracconaggio rappresenta una delle principali attività della Polizia Provinciale durante la stagione venatoria – spiega il Comandante Anna Maggio–. La grande maggioranza dei cacciatori opera nella piena legalità e nel rispetto di quelle norme utili a mantenere l’equilibrio ambientale. Invito i cittadini a segnalare eventuali episodi di bracconaggio: la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato. Chi la abbatte, contravvenendo alle norme, oltre a provocare un danno all’ambiente, si appropria di qualcosa che appartiene a tutti noi».

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