Nel 2018, ultimo dato disponibile, sono aumentate le denunce per i reati di truffa, rapina e furto ai danni degli over 65: +12,2% rispetto al 2017 in provincia di Verona, mentre il dato in Veneto si attesta a +4,8%. A Verona sono state 3.456 le denunce per furti, rapine e truffe (incluse le frodi informatiche) a danno di anziani. I furti sono aumentati da 2.831 a 3.130, mentre le truffe e frodi informatiche sono aumentate da 203 a 279. In aumento anche il numero di rapine, 47 contro le 45 del 2017.
Sono queste le evidenze che emergono dal nuovo “Rapporto sull’esposizione degli anziani a furti, rapine e truffe” realizzato dall’ufficio studi di Confartigianato Imprese Veneto su dati Istat e ministero dell’Interno.
«Nel periodo del lockdown – commenta Gianni Peruzzi, presidente dell’Associazione Nazionale Anziani Pensionati di Confartigianato Imprese Verona (Anap) – sono stati rilevati raggiri attuati mediante uso di false divise o tesserini da operatori sanitari che a domicilio millantavano di eseguire, gratuitamente, il tampone per l’accertamento della positività al Covid-19 e, una volta entrati nelle abitazioni, distraendo l’anziano, facevano razzia di denaro e preziosi».
Da diversi anni ANAP promuove la campagna Più sicuri insieme con il ministero dell’Interno, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale, con il contributo della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza. «Iniziativa che ha permesso alla categoria degli over 65 di avere maggiore fiducia nelle Forze dell’ordine – prosegue Peruzzi – e l’impennata di denunce registrate ne è la riprova: quando hanno dubbi sulle persone che incontrano o che vogliono entrare in casa, sempre più anziani non esitano a telefonare ai numeri di emergenza 113, 112 o 117».
Esiste una legge, la 94 del 15 luglio 2009, a tutela delle categorie più deboli e quindi maggiormente vulnerabili, che accorda una speciale garanzia alle persone che, in ragione dell’età, risultano più esposte, prevedendo l’aggravante per “l’aver approfittato di circostanze di tempo, di luogo e di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica e privata difesa” e l’aumento della pena.
«L’impressione, tuttavia, è che non basti – conclude Peruzzi –. Occorre che il Governo approvi al più presto un provvedimento di legge che punisca in maniera significativa gli autori di questi reati e assicuri la certezza della pena, senza ammorbidimenti o sotterfugi giuridici».