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Interviste

Marco Passigato: «Vorrei una città meno inquinata e più silenziosa»

INTERVISTA – «Pensiamo a Verona come centro storico mentre la maggior parte dei cittadini abita in periferia. Il PUMS poteva osare di più».

Bici
(Foto Giorgio Montolli)

INTERVISTA Marco Passigato è un ingegnere esperto a livello nazionale di progettazione e pianificazione di mobilità ciclistica e moderazione del traffico sostenibile. È stato Mobility manager e Coordinatore operativo della commissione Educazione ambientale e risparmio energetico dell’Università degli Studi di Verona, lavorando per 25 anni alla sua sostenibilità.

Attualmente, sempre per l’ateneo scaligero, è docente del corso in Esperto promotore della mobilità ciclistica. Passigato è stato anche consulente per la Regione Veneto, per la Provincia e per il Comune di Verona per la redazione del Piano della rete ciclabile.

Marco Passigato

Marco Passigato

– Come valuta la mobilità ciclistica nella città di Verona?

Passigato. «Ci sono città molto più avanti di Verona, come Reggio Emilia e Mestre. Questa città è ferma da dieci, quindici anni. Col Decreto Rilancio però c’è l’intenzione e la possibilità di veder nascere alcune nuove piste ciclabili. Anche nel PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), sulla carta, ci sono proposte mirate ai quartieri, ma la “spina” verso l’autostrada, e quindi la zona di Santa Lucia e Borgo Roma, è insufficiente e superficiale. Deve essere fatto di più per Verona Sud».

– Cosa renderebbe la bicicletta una reale e valida alternativa?

Passigato. «La qualità paga: andare in bicicletta su una ciclabile piena di buche con il traffico che ti sfiora è disincentivante; è la catena dei dettagli a fare la differenza. La bici non dovrebbe essere considerata come un mezzo che affianca l’auto, ma un mezzo che le toglie progressivamente spazio. Dovremmo prendere esempio dall’Europa, dove la bicicletta è ormai la prima opzione in molti contesti. Questo si lega al concetto di “Democrazia dello spazio”: perché le persone che viaggiano in auto devono avere più spazio di quelle che scelgono la bici? I diritti appartengono alle persone, non al mezzo che conducono. Riorganizzare la gestione e la destinazione dello spazio è fondamentale».

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Traffico a Verona

– Quanto dovrebbe crescere l’utilizzo della bicicletta con i dovuti incentivi?

Passigato. «Il 15-20% di persone che vanno in bici, contandole sul totale dei cittadini che si spostano, è il dato ottimale. Il PUMS di Verona invece prevede da qui al 2030 un incremento del solo 7%: dall’attuale 5%, al 12,3%. Sono dati timidi, per cambiare si deve osare di più. Anche la previsione di diminuzione del traffico a motore nel decennio è bassa, con un decremento dal 60% al 52%. Questo perché la visione che si ha a Verona è spesso “centro centrica” mentre sono i quartieri, spesso lasciati indietro, ad avere i 3/4 se non i 4/5 degli abitanti della città».

– Il traffico si traduce in inquinamento, anche acustico. Quali sono le soluzioni, oltre allo spostarsi in bici o a piedi?

Passigato. «Da 50 anni ormai esiste un traffico consolidato e le barriere verdi trattengono le uscite di smog ma meno il rumore, per bloccare il quale serve massa. La mia idea è quella della rotazione del traffico. È una proposta provocatoria e rivoluzionaria: cambiare ogni 5 anni i flussi di traffico.

Perché in un città ci devono essere strade, come quello dove abito io, via Centro, molto trafficate, mentre le parallele, come via Trieste e via Calvi, sono meno rumorose? Questo ha a che fare con i principi di ripartizione e distribuzione del danno e del beneficio. Cambiare il traffico ogni cinque anni è innovativo, forse è utopia, ma c’è un fondo di rispetto verso tutti i cittadini che va tenuto in considerazione».

– E per abbattere il rumore?

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Passigato. «Il rumore fa danni, non eccessivi ma ci sono. Negli anni la situazione è migliorata perché il traffico pesante è stato deviato, ma non basta. Una soluzione potrebbe essere quella dell’abbassamento dei limite di immissione del rumore a livello nazionale e l’utilizzo di veicoli elettrici, non le auto ibride ma quelle totalmente elettriche che presentano sotto questo punto di vista un grande vantaggio.

Anche le Zone 30 sono un modo per ridurre il rumore. Lo sviluppo della tecnologia della guida potrebbe aiutare: ci vorrebbero mezzi di trasporto che autolimitano la velocità in base ad un segnale che rilevano automaticamente, con la velocità bloccata dal sistema».

Cristiana Ceccarelli

Cristiana Ceccarelli è toscana, nata in provincia di Pisa nel 1995. Attualmente è residente a Verona ma il dialetto è per lei ancora un po' ostico. Ha vissuto a Londra e adesso studia Editoria e Giornalismo all'Università di Verona. cristianaceccarelli311@gmail.com

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