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Territorio

Salvare la città dagli allagamenti con i piani di protezione idraulica

La proposta di legge presentata dall’Ordine degli Ingegneri di Verona, prevede la mappatura del reticolo idrografico minore e le sue connessioni con le reti di tubazioni.

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La proposta di legge presentata dall’Ordine degli Ingegneri di Verona, prevede la mappatura del reticolo idrografico minore e le sue connessioni con le reti di tubazioni, un regolamento comunale e sovracomunale ed una pianificazione degli interventi.

Lunedì 27 luglio – L’Ordine degli Ingegneri di Verona, attraverso la propria Commissione idraulica, dopo aver svolto in circa due anni un’analisi delle normative vigenti riferite al reticolo idrografico minore, ha sviluppato una proposta di legge regionale per la redazione di piani comunali di protezione idraulica. L’idea è di regolamentare e salvaguardare i corsi d’acqua minori come fossi e scoli che, se trascurati, sono tra le cause degli allagamenti in città e nei centri abitati. La proposta di legge è stata presentata oggi nella sede dell’ordine dal presidente Andrea Falsirollo, dei componenti della Commissione idraulica Roberto Penazzi e Simone Venturini e dei consiglieri regionali Stefano Valdegamberi e Stefano Casali che insieme a Maurizio Colman e Alessandro Montagnoli sono firmatari della legge.

«Succede sempre più di frequente – evidenzia Falsirollo –, che a ogni evento piovoso intenso si verifichino inondazioni e allagamenti con conseguenze differenti a seconda che queste avvengano in città o in campagna. Ciò fa parte di un problema complesso di cui fa parte anche la rete idrografica minore che presenta notevoli deficienze spesso causa di danni su vaste porzioni di territorio nelle campagne e nelle zone edificate. Le parole d’ordine sono sempre le stesse: coordinamento e programmazione. Per questo motivo la Commissione idraulica ha effettuato un importante lavoro di analisi che ha portato alla proposta di legge oggi presentata».

Nei dettagli, la proposta prevede la mappatura del reticolo idrografico minore e le sue connessioni con le reti di tubazioni di drenaggio urbano, eventualmente miste e gli eventuali sfioratori di piena, un regolamento di protezione idraulica comunale e sovracomunale, che individui le attività vietate e soggette ad autorizzazione sui corsi d’acqua del reticolo idrografico minore (privato) e disciplini le funzioni di protezione idraulica, ed una pianificazione degli interventi di protezione idraulica quali il ripristino di rami del reticolo idrografico minore soppressi o alterati, o creazioni di rami nuovi e interventi di manutenzione straordinaria di alvei, fossi e tombini.

Il piano comunale di protezione idraulica (P.PIC), dopo la sua approvazione da parte del consiglio comunale, assumerebbe la valenza di “strumento urbanistico, con la Regione Veneto che dovrà attivare nel proprio bilancio un fondo finalizzato alla contribuzione della redazione dei piani ed una somma per la realizzazione delle opere, da assegnare su bandi regionali in quota dell’importo dei lavori annuali.

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