Da Articolo Uno e Sinistra italiana di Verona, riceviamo e pubblichiamo.
Mercoledì 24 giugno si è tenuta, presso la sede della Camera del lavoro di Verona, una riunione tra le segreterie veronesi di Sinistra italiana e Articolo uno (organizzazioni che fanno parte de “Il Veneto che Vogliamo”) con la Segreteria della CGIL di Verona.
Questo incontro si inserisce nell’ambito di un percorso di dialogo che stiamo intraprendendo con le principali organizzazioni attive nel nostro territorio, con l’obiettivo di allargare l’area del confronto e dei contributi in vista della stesura del programma de “Il Veneto che vogliamo” e della campagna elettorale che ci attende in una fase particolarmente delicata.
Mai come in queste settimane, infatti, le scelte che verranno compiute dalle istituzioni centrali e locali incideranno sulla direzione che il nostro Paese prenderà nei prossimi anni: le organizzazioni sindacali, i partiti e le associazioni (ciascuno col proprio ruolo) sono chiamate a prendere posizione in modo chiaro e a elaborare proposte per affrontare la crisi post-Covid.
In discussione è, anzitutto, il modello di società che si intende affermare: di fronte alla ferocia dell’attacco di Confindustria (in sintesi: “tutte le risorse alle imprese, da usare senza nessun controllo o indirizzo pubblico, il resto è assistenzialismo”), è necessario rimettere al centro l’universalità del lavoro quale elemento portante della società. Per farlo è necessario, nella regione Veneto, ripensare il modello industriale fondato sulla subfornitura, che vede la sostanziale subalternità delle imprese venete produttrici di prodotti parziali rispetto alla grande committenza, l’assenza di investimenti che permettano di concorrere sul piano della qualità del prodotto e la ricerca di competitività attraverso più ore di lavoro, salari più bassi, tragici risparmi sulla sicurezza di lavoratori e lavoratrici, flessibilità esasperata e precarietà delle forme contrattuali.
In questo senso la regione deve dotarsi di strumenti per intervenire nella fase di progettazione e per orientare le scelte strategiche. Ciò deve avvenire sempre con due fari: tutela dei livelli di occupazione, elemento centrale in ogni fase, tanto più se di transizione, e tutela dell’ambiente, asse portante di ogni politica pubblica. Nella stessa logica è necessario intervenire anche rispetto ad altri settori in cui si palesano le stesse problematiche, come ad esempio nel turismo dilaniato da precariato, lavoro nero e grigio.
La regione Veneto, inoltre, può fare molto sul piano delle politiche sociali, con forme di integrazione al reddito e con esenzioni dal pagamento per alcuni servizi fondamentali, su tutte scuola e sanità per le fasce colpite dalla crisi; come su quello dei servizi, puntando sulla presenza diffusa nel territorio di presidi sanitari, sociosanitari e dell’assistenza, investendo per aumentare il personale.
Molti altri sono stati i temi di cui si è parlato proficuamente e con ampie convergenze, nella diversità dei ruoli e nel rispetto della reciproca autonomia. Rimane l’impegno di continuare a dialogare.
Articolo Uno
Sinistra italiana di Verona