Dal coordinatore provinciale di Azione Marco Wallner riceviamo e pubblichiamo.
Dal recente incontro col presidente Finocchiaro e dalla lettura delle carte messe a disposizione ricaviamo la netta convinzione che il progetto Agsm/Aim/A2A contenga le risposte necessarie a superare l’attuale situazione di stallo in cui versa pericolosamente la multiutility veronese e, per di più, prefiguri una prospettiva interessante di medio periodo. Servizi ai cittadini, occupazione, investimenti, maggioranza pubblica sono messi al sicuro e valorizzati.
Vedremo se il sounding di mercato in corso porterà ad individuare condizioni migliori e, in quel caso, ben venga. Quello che va evitato è che, ancora una volta, dopo vent’anni di ipotesi diverse, tutto si risolva in un nulla di fatto o ci si accontenti di una soluzione modesta come sarebbe la sola alleanza con Aim.
La nostra preoccupazione nasce dal fatto che la discussione che si sta svolgendo intorno ad Agsm è confusa e, al limite, paradossale. Di fronte al progetto costruito dall’azienda, non c’è una maggioranza politica che lo sostenga. Nemmeno quella che è al governo della città. Al suo interno, infatti, sembra esserci chi è convinto, come il Sindaco, chi è contrario alla prospettiva di alleanze con un grande player e preferirebbe che Agsm restasse da sola o, al massimo, puntasse a fare il capofila di altre aziende più piccole e, ancora, chi vuole vederci più chiaro, magari sulla distribuzione delle poltrone future. Non male per chi vorrebbe difendere la “veronesità” dell’azienda.
Anche chi sembra comprendere la necessità di fare un passo decisivo verso l’alleanza con un player nazionale non trova di meglio che dividersi su gara sì, gara no. Noi riteniamo che in questo caso non sia compito della politica schierarsi dall’una o dall’altra parte. C’è la legge, ci sono sentenze e pareri autorevoli e, se ci sono margini di interpretazione, la responsabilità della scelta in un senso o nell’altro è tutta del consiglio di amministrazione di Agsm e del suo management. Alla politica, al consiglio comunale, spetta il compito fondamentale di indicare gli obiettivi e di verificare poi che l’accordo li raggiunga. Non quello di scegliere il percorso per arrivarci.
In questa situazione, sentiamo il dovere di ribadire quelli che, a nostro avviso, dovrebbero essere alcuni punti fermi. Innanzitutto, in un mercato sempre più competitivo, Agsm ha bisogno di alleanze. Bene con Aim, ma non basta. Serve un partner industriale di primaria importanza a livello nazionale. E ha bisogno di chiudere l’operazione al più presto a fronte della crisi economica conseguente alla pandemia. Poco importa se l’attuale Amministrazione comunale non è la nostra. L’ennesimo fallimento coinvolgerebbe l’intera classe dirigente della città, non solo quella politica.
Centrale per giudicare la bontà o meno di qualsiasi operazione di questo genere è la ricaduta sul territorio in termini di occupazione, puntando a professionalità medio-alte, investimenti, soprattutto nelle fonti rinnovabili, tariffe contenute a beneficio delle famiglie, risorse economiche messe a disposizione della comunità. La politica veronese, e soprattutto il Comune, ha l’occasione in un momento tanto difficile di dare una spinta decisiva all’economia del territorio proprio attraverso Agsm. E meraviglia non poco che per il rilancio tutti parlino di Fiera, Aeroporto, Fondazione Arena, Quadrante Europa e Agsm rimanga ancora ai margini, come se il suo destino e la sua rilevanza economica sul territorio meritassero una discussione a parte.
Marco Wallner
Coordinatore provinciale di Azione