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Turismo

Per il turismo locale servono proposte pratiche e concrete

In questi momenti complicati per tutti, lo Stato deve fare in modo di essere presente non a parole ma con fatti, per aiutare a non far morire le piccole e medie imprese di crisi economica.

Casa di Giulietta
Casa di Giulietta, Verona

In questi momenti così complicati per tutti, lo Stato deve fare in modo di essere presente non a parole ma con fatti concreti e reali per aiutare a non far morire le piccole e medie imprese non a causa del Coronavirus, ma per la crisi economica.

Il Coordinamento provinciale Riva Destra Verona, movimento federato a Fratelli d’Italia, denuncia la mancata attenzione nel Decreto Rilancio alle attività turistico-ricettive e, in generale, a tutte le PMI (Micro Piccole Medie Imprese). Rivolgendo la nostra attenzione alla Regione Veneto e, in modo particolare a Verona e Provincia, dal report del 2019 sul turismo a Verona a cura del Servizio Studi e Ricerca della Camera di Commercio di Verona, si evince che nell’anno 2018 il turismo veronese ha registrato 17,7 milioni di presenze e che  Verona si è confermata seconda provincia veneta per flussi turistici (‪4.906.367‬ arrivi, ‪17.663.215‬ presenze) dopo Venezia (‪9.677.150‬ arrivi, ‪36.628.413‬ presenze).

L’importanza del settore turistico veronese può contare su una vasta gamma di opportunità dal punto di vista dell’offerta. La provincia di Verona può offrire il lago, la montagna e la città d’arte, oltre che essere sede di uno sviluppato turismo d’affari e congressuale e di un apprezzato turismo eno-gastronomico legato alla produzione di vino e di altri tipici prodotti locali (riso, olio, radicchio, asparago, ecc.).

Per quanto riguarda le imprese del settore turistico iscritte al 31 dicembre 2018 alla Camera di Commercio di Verona, erano in totale 7.402 e comprendevano, tra le tante, i servizi di alloggio e ristorazione, le agenzie di viaggio e i tour operator, i parchi di divertimento e i parchi tematici, gli stabilimenti termali. La maggioranza delle imprese turistiche (pari al 79,8%) svolgeva attività di servizi di ristorazione (ristoranti, bar, servizi di catering), subito dopo (16,1%) le imprese di servizi di alloggio (alberghi, alloggi per vacanze, aree di campeggio) e infine le imprese che svolgevano attività di agenzie di viaggio, tour operator, nonché servizi di prenotazione e attività connesse (3,9%).

Meno numerose in termini assoluti, ma di grandissima rilevanza in termini di creazione di valore aggiunto per tutto il territorio provinciale, erano le imprese che gestivano parchi di divertimento, parchi tematici e stabilimenti termali. Le imprese del settore turistico veronese nel 2018 rappresentavano, quindi, il 7,7% del totale delle imprese del territorio, mentre la media regionale e quella nazionale era pari al 7,5%.

Considerando i dati sopra descritti relativi all’anno 2018, si nota come il giro d’affari del turismo veronese sia a livello regionale che nazionale sia molto rappresentativo e che il gran numero di imprese che vi lavorano coinvolga una mole elevata di persone. Un dato di fatto rilevato anche nell’anno 2019, quando le stime fino al mese di settembre nella Regione Veneto erano di 16 milioni 873.000 arrivi e di oltre 62 milioni 735.000 presenze e, nel caso specifico di Verona, si assisteva a un +3,4% di arrivi in più rispetto al 2018.

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Attualmente, però nell’anno in corso in piena emergenza Covid-19, questi numeri così importanti di turisti anche stranieri saranno particolarmente minori e le imprese, sia a causa delle poche visite sia per la crisi economica in cui vertono, rischiano di decollare a fatica o, addirittura, la chiusura totale. Gli operatori del settore turistico, soprattutto, hanno sottolineato il fatto che è stato il primo ad essere entrato in crisi e sarà l’ultimo a ripartire se non vengono messi in campo gli aiuti concreti necessari.

Alcuni di questi potrebbero essere, come sostiene anche Fratelli d’Italia, ad esempio l’istituzione di un buono-vacanza di 250 euro per ogni membro di una famiglia, da acquistare tramite agenzie e tour operator in modo da rimettere in moto la filiera del Turismo interno favorendo le vacanze in Italia per questa stagione estiva; rendere disponibile e certa la liquidità alle imprese, considerata anche l’inadeguatezza dell’indennità di 600 euro per un settore come quello degli agenti di viaggio; occorre garantire la cassa integrazione per il futuro qualora non ripartisse la stagione, assicurando adeguati investimenti nei vari comparti e profondendo qualsiasi sforzo utile a risollevare un settore che per l’Italia rappresenta da sempre uno dei cardini dell’economia.

Ulteriori aiuti soprattutto per le imprese che offrono servizi utili per incentivare l’economia e il turismo consistono, poi, nel promuovere la ripresa delle attività in sicurezza e privilegiare i consumi all’esterno, facendo in modo che le imprese di pubblico esercizio (bar, ristoranti, pizzerie, birrerie, stabilimenti balneari, gelaterie) siano esonerate dal pagamento della tassa di occupazione di spazi e aree pubbliche fino al 31 ottobre 2020.

Fino alla stessa data, sarebbe utile sospendere anche il regime di autorizzazione da parte delle soprintendenze e istituire un fondo per il ristoro ai Comuni delle minori entrate. Un altro beneficio sarebbe quello di prorogare fino al 16 settembre la sospensione delle ritenute, dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria per agenzie di viaggio e turismo, tour operator, bar, ristoranti, aziende termali, parchi di divertimento o tematici, servizi di trasporto, noleggio di attrezzature sportive e ricreative o di strutture e attrezzature per manifestazioni e spettacoli, guide e assistenti turistici e per le altre imprese turistiche.

Insomma in questi momenti così complicati per tutti, e in modo particolare per chi gestisce un’azienda, lo Stato deve fare in modo di essere presente non a parole ma con fatti concreti e reali per aiutare a non far morire queste piccole e medie imprese non a causa del Coronavirus ma per la crisi economica. Il settore del Turismo in particolar modo poi, soprattutto nel nostro Paese, fa parte di quelle entrate economiche principali e indispensabili che fa tenere in piedi tutta l’economia dell’Italia con le sue bellezze, le sue attività enogastronomiche, culturali e ludiche che bisogna a tutti i costi salvaguardare sempre ma soprattutto in questo periodo di emergenza economica e sociale.

Filippo Spadafora
Riva Destra Verona

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