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Fondazione Arena chiede aiuto ai parlamentari veronesi

All’interno dell’Arena il sindaco Sboarina e la sovrintendente Gasdia hanno consegnato ai deputati veronesi le richieste al Governo e l’appello a lavorare insieme per il bene di Verona.

Un momento dell'incontro tra il Sindaco, il sovrintendente Gasdia e i parlamentari veronesi.

All’interno dell’Arena il sindaco Sboarina e la sovrintendente Gasdia hanno consegnato ai deputati veronesi le richieste al Governo e l’appello a lavorare insieme per il bene di Verona.

Lunedì 25 maggio – Una deroga al numero di spettatori consentito per gli spettacoli all’interno dell’Arena, rivedere la decurtazione del 40% del Fus (Fondo unico per lo Spettacolo) legata alle produzioni e un finanziamento ad hoc dal Fondo per l’emergenza del Mibact di 245 milioni, in virtù del danno per la mancata realizzazione del festival areniano di quest’anno.

Queste le richieste che il sindaco e presidente della Fondazione Arena Federico Sboarina, insieme al sovrintendente Cecilia Gasdia, hanno consegnato oggi ai veronesi eletti in parlamento, in tempo perché possano essere discusse alla Camera dei deputati che, proprio nei prossimi giorni, inizierà l’esame del Decreto.

A raccoglierle, all’interno di un anfiteatro deserto, i parlamentari veronesi presenti all’incontro Francesca Businarolo e Mattia Fantinati (5 Stelle), Vincenzo D’Arienzo e Diego Zardini (PD), Vito Comencini, Paolo Tosato, Roberto Turri e Vania Valbusa (Lega Nord), Massimo Ferro (Forza Italia), Stefano Bertacco e Ciro Maschio (Fratelli d’Italia). Oltre al sovrintendente Gasdia era presente anche il direttore generale Giuseppe De Cesaris e Marisa Allegrini del Consiglio di indirizzo di Fondazione Arena.

«L’Arena di Verona deve essere considerata come un bene nazionale – dichiara il sindaco Sboarina –, il cui valore e indotto va ben oltre i confini cittadini e regionali. Abbiamo studiato un progetto che tiene conto di tutte le norme e regole sanitarie, per tutelare il pubblico e la nostra comunità, siamo pronti a ripartire ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di farlo. Nelle settimane scorse ho inviato una lettera di richieste al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, in cui mettevo nero su bianco una serie di richieste e questioni legate alla ripartenza in Arena, le cui caratteristiche la rendono un teatro diverso da tutti gli altri. A cominciare dal fatto che i suoi incassi sono in gran parte derivanti dalla vendita dei biglietti e il suo utilizzo è collegato alla stagionalità estiva. Ai nostri parlamentari chiedo la volontà di lavorare insieme per il bene della città, perché l’impatto di Fondazione Arena sul territorio è unico, un volano economico che non possiamo permetterci di perdere».

«Abbiamo lavorato ininterrottamente per l’edizione straordinaria 2020 – sottolinea Gasdia –, garantiamo protocolli per la sicurezza di massimo rigore, chiediamo che ci siano date attenzione e risposte. Servono inoltre risorse importanti, adeguate ai danni che l’emergenza sanitaria ha causato al nostro bilancio, e che non possono essere certo paragonati a quelli di altri teatri che lavorano al chiuso e d’inverno. Attenzione massima deve essere poi data ai lavoratori, che già negli anni passati sono stati fortemente penalizzati per effetto della Legge Bray, e senza i quali la stessa Fondazione non può esistere».

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Dai parlamentari veronesi è emersa unanime la volontà di contribuire per risolvere le problematiche illustrate, tutti concordi che l’impegno deve essere trasversale, senza distinzioni di partito, perché l’Arena è un simbolo non solo veronese ma anche nazionale.

Nel mentre il sindaco Sboarina, durante la diretta streaming di stamane, ha fatto il bilancio del primo weekend dopo la riapertura di bar e ristoranti. Un fine settimana che era partito con centinaia di persone in piazza Erbe senza rispetto delle distanze di sicurezza, in alcuni casi, senza indossare le mascherine e creando assembramenti fino a tarda notte.

Per circoscrivere il fenomeno ci sono state l’ordinanza del sindaco di sabato mattina, che vieta di bere bevande alcoliche al di fuori di bar e plateatici, e i controlli disposti dal Prefetto, a cui spetta il monitoraggio sul divieto degli assembramenti. Durante il weekend, le Forze dell’Ordine e gli agenti della Polizia locale sono intervenuti sia in centro che nei quartieri per verificare praticamente in tempo reale le centinaia di segnalazioni fatte dai cittadini.

«A Verona non c’è nessun divieto ad uscire e ritrovarsi con gli amici al bar – conclude Sboarina –, dopo tante settimane chiusi in casa è legittimo e naturale. continueremo a monitorare la situazione nel corso dei prossimi giorni e, per il prossimo weekend, si potrebbe pensare di contingentare l’ingresso nelle piazze se ci fossero assembramenti. Valuteremo con il Prefetto tutti i controlli da mettere in campo, affichè non si ripeta ciò che si è visto in tutte le città. Innanzitutto per tutelare la salute della nostra comunità e poi per preservare le nostre piazze e monumenti dalla mancanza di rispetto».

Per effetto dell’ordinanza regionale, inoltre, da oggi possono riaprire circoli culturali, ricreativi e centri di aggregazione. Possono tornare in funzione anche i parchi tematici e di divertimento, le giostre e gli spettacoli viaggianti, come i circhi. Riprende anche l’attività delle guide turistiche, che, dopo mesi di stop, potranno iniziare a lavorare con il turismo locale e di prossimità, in attesa della riapertura delle frontiere.

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