VERONETTA – Siamo stati nelle chiese di San Pio X, Santa Toscana e Santi Nazaro e Celso: capienza massima, comunione con guanti e gel, acquasantiere vuote e l’elemosina solo a fine celebrazione.
Domenica 17 maggio alcune celebrazioni hanno costituito una sorta di prova di come saranno organizzate le messe nelle chiese di Verona per contenere il contagio da Coronavirus. Il comportamento da tenere è regolato dal Protocollo riguardante la graduale ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo, siglato tra il ministero dell’Interno e la Cei (Conferenza episcopale italiana), entrato in vigore lunedì 18 maggio.
Nella Chiesa di San Pio X, in via Biondella, il sacerdote per permettere alle persone di ricevere la Comunione ha optato per la fila distanziata, dando indicazioni ai sei fedeli presenti su chi dovesse alzarsi per primo. Anche nella Chiesa di Santa Toscana, in Piazza XXVI Ottobre, vicino Porta Vescovo, dopo il rosario e la liturgia, i fedeli si sono messi in fila per l’Eucarestia a distanza di sicurezza.
Le possibilità sono due: i fedeli che distanziati formano la fila lungo il corridoio centrale dove trovano, su un tavolino, il gel per le mani, oppure il sacerdote che, preceduto da un volontario con gel sanificante, raggiunge i fedeli che rimangono al loro posto. In entrambi i casi è obbligatorio da parte del sacerdote l’utilizzo di guanti monouso o pinzette, e i fedeli non possono rispondere “Amen”. Il ruolo dei sacerdoti quindi sarà anche quello di saper coordinare questo momento, che molti attendono da mesi.

Chiesa San Pio X
Ritenute luoghi ad alto rischio di contagio, le chiese hanno anche valutato un numero massimo di partecipanti alla Messa e l’impiego di volontari all’entrata in modo da assicurare che questo numero venga rispettato, con ingressi e uscite separate, dove possibile. Ad esempio, per la Chiesa di San Pio X, in via Biondella, si è stabilito un numero massimo di 80 fedeli per Messa, predisponendo l’entrata e l’uscita in corrispondenza della porta principale e di quella laterale. Così anche per la Chiesa dei Santi Nazaro e Celso, in Veronetta, che ha valutato una capienza massima di 122 persone, un numero oltre il quale non sarà consentito l’ingresso, e ha suddiviso la bussola in modo che le due porte costituiscano solo entrata a sinistra e solo uscita a destra.
Oltre alla suddivisione degli spazi, la Chiesa dei Santi Nazaro e Celso ha anche ideato un’apposita segnaletica per facilitare le nuove disposizioni: all’interno sono stati disposti sulle panche e sulle sedie dei cartellini verdi con su scritto “Sei qui”, in corrispondenza di dove i fedeli possono sedersi rispettando la distanza minima di sicurezza. A queste norme si aggiungono le acquasantiere vuote, il divieto di rimanere in piedi e l’elemosina solo a fine Messa, nei cesti appositi.

Chiesa Santi Nazaro e Celso
Un nuovo modo di partecipare alla Messa che ha bisogno della collaborazione di tutti per funzionare, soprattutto durante i momenti come la Comunione e la fine della Messa, dove è possibile si creino assembramenti: da qui il divieto di sostare sul sagrato a celebrazione conclusa.
Il primo passo in vista della riapertura era stata la sanificazione degli edifici avviata a Verona dal 12 aprile e per la quale sono state impiegati i militari dell’Esercito e i Vigili del fuoco. Oltre all’igienizzazione dei locali, come disposto dall’accordo Cei-Governo, rimane il divieto di accesso a coloro che hanno sintomi influenzali, una temperatura corporea uguale o superiore ai 37,5 gradi o sono stati in contatto con persone positive al coronavirus nei giorni precedenti, l’obbligo della mascherina e preferibilmente anche dei guanti e il distanziamento sociale tra i fedeli di almeno un metro e mezzo, sia durante le celebrazioni che durante l’Eucarestia.
Cristiana Ceccarelli

Cristiana Ceccarelli è toscana, nata in provincia di Pisa nel 1995. Attualmente è residente a Verona ma il dialetto è per lei ancora un po' ostico. Ha vissuto a Londra e adesso studia Editoria e Giornalismo all'Università di Verona. cristianaceccarelli311@gmail.com
