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Dopo l’isolamento la Fase 2 inizia anche nel carcere di Montorio

A differenza di altri istituti di detenzione, Verona non ha vissuto rivolte dovute al blocco dei colloqui con i familiari. La Garante Margherita Forestan parla di «buon senso di familiari e detenuti».

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A differenza di altri istituti di detenzione, Verona non ha vissuto rivolte dovute al blocco dei colloqui con i familiari. La Garante Margherita Forestan parla di «buon senso di familiari e detenuti».

Il coronavirus entra nella Casa Circondariale di Montorio già a marzo 2020. Quasi due mesi dopo, a fine aprile, i detenuti positivi al coronavirus sono 29, una ventina le guardie contagiate e un agente finito in rianimazione per crisi respiratoria. Anche i due medici e l’infermiere dell’istituto si ammalano. Al 5 maggio i detenuti in quarantena presso un’area isolata del carcere sono una quindicina, come ci racconta la Garante per i Detenuti presso il Comune di Verona Margherita Forestan: tutti erano asintomatici, la metà ora è rientrata in cella. Anche per i poliziotti la situazione è nettamente migliorata e al 15 maggio uno solo rimane positivo, dopo che tutti gli agenti penitenziari sono stati sottoposti al tampone.

La situazione della Casa Circondariale di Montorio è simile a quella di tutte le carceri italiane: istituti sovraffollati con protocolli tutti uguali. Nonostante il 26 aprile Verona venga citata insieme a Torino tra i due maggiori focolai nel rapporto del Garante Nazionale per i Detenuti, all’associazione Antigone non sono pervenute segnalazioni di anomalie da parte dei famigliari dei detenuti, che hanno continuato a dialogare attraverso video-chiamate telefoniche o via Skype.

L’associazione Antigone, realtà nazionale che si propone di monitorare la condizione dei detenuti delle carceri italiane, descrive il carcere di Montorio come “la prigione italiana più esposta al Covid 19” ma Alessio Scandurra, coordinatore nazionale dell’Osservatorio di Antigone, non può fornire altri dettagli: «A causa dell’emergenza sanitaria, non siamo più riusciti ad entrare nel carcere di Montorio, perciò è difficile capire che cosa stia succedendo. Sappiamo solo che i detenuti e le loro famiglie sono molto in ansia».

Sanificazione del carcere di Montorio

Sanificazione del carcere di Montorio

A differenza di altri istituti di detenzione, Verona non ha vissuto rivolte dovute all’inevitabile blocco dei colloqui con i familiari. La Garante Margherita Forestan parla di «buon senso di familiari e detenuti», che avrebbero compreso le motivazioni e il rischio. Si tratta di famiglie italiane e straniere con cui, spiega la Garante, ci sarebbe stata sempre una grande apertura e disponibilità d’orario per visite e colloqui: «Un buon rapporto costruito nel tempo, grazie al lavoro della Direzione e del personale di agenzia penitenziaria di Verona».

Non solo ai familiari è stato impossibile entrare. Da inizio marzo si è fermata anche l’attività delle associazioni che all’interno dell’istituto di Montorio contribuiscono alla formazione e rieducazione dei detenuti. La scuola in presenza è stata sospesa completamente ma alcuni insegnanti hanno fornito materiale cartaceo agli studenti detenuti (in media 160 ogni anno). Inoltre per la scuola media e i corsi di italiano, d’accordo con il canale tv Telepace, tutti i detenuti stranieri hanno potuto proseguire i corsi di lingua italiana. Anche il lavoro è stato sospeso ad esclusione di due laboratori: quello per la creazione di mascherine medicali e quello di insacchettamento di patate e cipolle.

Ad oggi le persone detenute a Montorio, per lo più uomini, sono 400, ma nell’ultimo anno si è arrivati anche a 530: la diminuzione, ci spiega la Garante Forestan, è dovuto sia alla diminuzione degli ingressi sia al deferimento della pena a causa di malattia o alla concessione degli arresti domiciliari per buona condotta.

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La Fase 2 è cominciata anche per il carcere e lentamente anche i colloqui con i familiari e le attività dei volontari riprenderanno con le dovute cautele.

Annalisa Mancini

Written By

Annalisa Mancini è nata il 25 dicembre 1979, frequenta l’istituto tecnico per corrispondenti in lingue estere. Dal lago di Garda, dove vive fino al 1998, si trasferisce prima a Trieste per gli studi in Scienze Politiche e poi a Berlino. Completa il suo sguardo sul mondo viaggiando, leggendo e scrivendo, è interessata soprattutto al giornalismo d’inchiesta, alla politica nazionale e internazionale e alle questioni ambientali. Tornata a Verona, fonda una sezione di Legambiente e lavora anche come editor e correttrice di bozze. Ha collaborato con Il Piccolo di Trieste, ilveronese.it, ilgardesano.it, Il Corriere del Garda, Radio Garda FM, RuotaLibera di FIAB, corriereditalia.de. mancini.press@gmail.com

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