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Mobilità

A Verona la mobilità alternativa rischia di rimanere una chimera

La Nuova Zona 30 presentata dal sindaco Sboarina e dall’assessore Zanotto, mancherebbe di «vera innovazione e tattica». I commenti di Ferrari, Trincanato, Pd Verona e Bertucco.

La Nuova Zona 30 presentata dal sindaco Sboarina e dall’assessore Zanotto, mancherebbe di «vera innovazione e tattica». I commenti di Ferrari, Trincanato, Pd Verona e Bertucco.

Giovedì 7 maggio – Quartieri dimenticati, provvedimenti insufficienti e nessuna vera innovazione. Sono queste le critiche di Traguardi Movimento Civico, Pd Verona e Verona e Sinistra in Comune mosse alla Nuova Zona 30 illustrata mercoledì 6 maggio dal sindaco Federico Sboarina e dall’assessore Luca Zanotto e normalizzata dall’Ordinanza dirigenziale 382 del 06/05/2020.

Il progetto di palazzo Barbieri, che prevede un ampliamento per un perimetro di 10 chilometri del limite di velocità a 30 chilometri orari sulla rete viabilistica urbana per favorire una mobilità alternativa e la convivenza di auto, biciclette, monopattini e pedoni, per Tommaso Ferrari di Traguardi «è insufficiente, visto che in quei 10 chilometri rientrano solo la prima circoscrizione e un pezzetto della seconda».

Secondo Ferrari, inoltre, l’iniziativa dell’Amministrazione che estende la Zona 30 a Centro Storico e Borgo Trento è rivolta proprio a quelle parti di Verona «che non ne hanno esattamente necessità». La soluzione per Traguardi dovrebbe essere una serie di interventi di urbanismo tattico: «Interventi semplici realizzabili rapidamente – puntualizza il presidente di Traguardi Pietro Trincanato –, senza bisogno di cantieri lunghi e onerosi, per iniziare realizzando percorsi ciclabili che seguano l’itinerario di ognuna delle 19 linee dell’autobus attualmente esistente. Avremmo già i tracciati, bisognerebbe solo provvedere alla creazione dei corridoi ciclabili, adattando, tra zone 30 e tracciati ciclabili, gli interventi alle diverse tipologie di strada e di traffico. Così i veronesi avranno davvero un’alternativa efficiente e sicura all’auto privata».

Zona 30 a Verona (06/05/2020)

Zona 30 a Verona (06/05/2020)

I consiglieri della Prima Circoscrizione Andrea Trombini, Renzo Bellotti e Franco Cacciatori, assieme al gruppo consiliare Pd Verona Stefano Vallani, Federico Benini e Elisa La Paglia, sostengono che il Piano Mobilità di Emergenza che avevano sollecitato al Comune stenterebbe a decollare: «In fatto di piste ciclabili – sottolineano –, siamo da anni in attesa del completamento di ciclabili come, ad esempio, la San Zeno-Saval o la ciclabile di Corso Venezia, altra eterna incompiuta. Ciclabilità e pedonalità dovrebbero essere la vera chiave di volta di un sistema di mobilità emergenziale, soprattutto a fronte delle fortissime limitazioni a cui è sottoposto il trasporto pubblico di linea. Ma questo non traspare da nessuna parte. Il Piano comunale non è mai stato illustrato né tanto meno discusso e negli organi collegiali comunali ma viene anticipato a spizzichi e bocconi dall’assessore a mezzo stampa. Chiediamo un confronto diretto, anche a livello di Circoscrizione, sulla sua applicazione e sui miglioramenti che si rendono fin d’ora necessari».

Per il Consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, quella della Nuova Zona 30 è un’idea «Stesa su dieci paginette senza alcuna traccia dell’innovatività promessa:l’allargamento della Ztl fino alle mura mura magistrali della città antica è una vecchia proposta di Legambiente degli anni Ottanta. E nel piano non si specifica se la misura deve considerarsi temporanea o definitiva. Niente di nuovo sulla ciclabilità, per la quale si prevede il completamento del tratto tra Porta Palio e Castelvecchio, già in programma, la realizzazione della Saval-San Zeno, in bagnomaria da anni, e una nuova ciclabile in Circonvallazione Oriani già inserita nel Piano della mobilità del mega cantiere del filobus che dovrebbe attivarsi in via città di Nimes, anch’esso in clamoroso ritardo. Per il resto si dice di aspettare il Pums, diventato ormai la chimera di questa amministrazione».

Per Bertucco, il rischio maggiore è quello «dell’esplosione del traffico privato, che con le riaperture richieste al 18 maggio rischia di diventare ingestibile. La mobilità deve diventare tema della Commissione speciale».

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