L’Amministrazione al lavoro per favorire la ripartenza, l’Università offre un nucleo di supporto. Preoccupa il settore Turismo mentre i Restauratori restano fuori dall’allentamento.
In vista della cosiddetta Fase 2, il sindaco Federico Sboarina ha concordato mercoledì 29 aprile in videoconferenza con Vincenzo Tinè, soprintendente della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, i prossimi passi volti a garantire una ripresa veloce e più snella. Dall’incontro, è sorta la volontà di attuare una conferenza dei servizi permanente, con cadenza settimanale per studiare l’ampliamento dei plateatici dove possibile. Ma non solo.
Al centro del colloquio anche il progetto di una collaborazione tra Amministrazione e Soprintendenza per semplificare le procedure amministrative che riguardano i cantieri su edifici monumentali, partendo dalle proposte di sburocratizzazione del gruppo Restart, riguardante anche l’utilizzo dell’anfiteatro Arena.
«Dobbiamo favorire la ripresa ed essere pronti affinché le nostre attività ed eccellenze ripartano presto e in sicurezza – dichiara Sboarina –. Iniziamo dai plateatici. La volontà dell’amministrazione è di allargarli dove è possibile, e dare così un supporto concreto ai nostri esercizi commerciali, affinché recuperino spazio e facciano rispettare le distanze interpersonali. Il secondo punto di lavoro riguarda i cantieri. Anche qui, finché non cambieranno le norme, possiamo dare il via ad una sorta di procedura semplificata, guadagnando giorni e settimane rispetto agli iter tradizionali. Un’occasione che non possiamo perdere. E infine l’Arena. La ripartenza non coinciderà con un ritorno alla normalità, dovremo tener conto di distanze di sicurezza, mancati flussi turistici e ingressi contingentati. Per il prossimo anno e mezzo, dovremo fare i conti con nuove regole di vita. Per questo servono procedure più snelle che consentano di utilizzare l’anfiteatro. E questo è possibile solo grazie alla collaborazione della soprintendenza».
Per la riapertura dal 4 maggio di tutti i parchi urbani, inoltre, l’Amministrazione secondo palazzo Barbieri starebbe valutando assieme a educatori e ai servizi comunali, come poter utilizzare gli spazi verdi all’aria aperta, sfruttandoli per dare una valvola di sfogo alle famiglie con bambini.
A riaprire già da sabato 2 maggio con ingressi contingentati, i due mercati di quartiere dello Stadio e di Marzana, con la presenza dei soli banchi di generi alimentari, di florovivaisti e dei venditori specializzati in abbigliamento per bambino. Allo Stadio saranno 19 i banchi collocati all’interno del parcheggio della Palazzina Masprone. A Marzana, in piazza Postojali, saranno due i banchi alimentari presenti.
Sul fronte imprese, l’Università di Verona si è resa disponibile a collaborare alla creazione di un nucleo di supporto, che darà consulenza giuridica, scientifica e tecnologica alle aziende pronte a ripartire, per aiutare gli imprenditori a rendere operativi i protocolli nazionali e regionali. Sarà composto da docenti universitari che affiancheranno le aziende, insieme agli altri organi deputati alla ripresa.
Sulla situazione del comparto turistico del Veneto, invece, Coldiretti Verona ha evidenziato le perdite registrate nel trimestre segnato dall’emergenza sanitaria: ammonterebbe a circa 10 milioni di euro per circa 400 aziende agrituristiche locali, mentre a livello regionale i danni ammontano per lo stesso periodo a 30 milioni di euro per oltre 1.400 agriturismi, somme già in aumento con lo stop prolungato per rispettare le ordinanze.
A chiedere interventi significativi alla Regione Veneto per gli agriturismi è Terranostra Coldiretti. «Urge l’applicazione di un protocollo di sicurezza che tenga conto delle specificità del sistema agrituristico –sottolinea il presidente di Terranostra Diego Scaramuzza –, in un’ ottica di tutela della salute e dell’attività d’impresa. Tuttora non c’è garanzia di alcun risarcimento né le misure indicate sono all’altezza della crisi sopportata dalle imprese qualora ulteriori oneri si aggiungessero alla probabile riduzione nella capienza degli ospiti, c’è il rischio concreto che molti imprenditori decidano di non riaprire più».
Nel mentre, le fattorie didattiche di Confagricoltura Verona in una lettera al governatore Luca Zaia, si sono rese disponibili a supportare famiglie, scuole e anziani durante l’estate, non solo per offrire attività didattiche e ricreative per i bambini, ma anche per accogliere chi ha bisogno di ritrovare un benessere psicofisico.
«Le fattorie didattiche venete sono in grado, grazie ad anni di esperienza, di programmare progetti di educazione alimentare, attività nei boschi, campi avventura e settimane verdi – chiarisce Clarissa Gulotta, che segue gli agriturismi per Confagricoltura Veneto –, con operatori formati che si occupano di seguire i ragazzi nelle diverse attività, suddivise per fasce d’età. In questa fase chiaramente dovremo trovare, in coordinamento con la Regione e le autorità, soluzioni condivise per l’accoglienza».
A lamentare problemi in aumento dopo il decreto del 26 aprile, invece, è la categoria dei Restauratori che si vede tagliata fuori dall’allentamento del lockdown il 4 maggio.
«Una situazione paradossale – denuncia Andrea Bissoli, presidente della categoria Artigianato Artistico di Confartigianato Imprese Verona –, che va contro non solo al buon senso, ma purtroppo anche della logica. Quale maggiore rischio di diffusione del Covid-19 possono avere i restauratori rispetto ad altre attività autorizzate alla ripresa del lavoro, come ad esempio industrie e imprese edili? Ma si rendono conto i tecnici del governo che i restauratori, per fare un esempio, applicano il contratto nazionale di lavoro dell’Edilizia, che dal 4 maggio riparte, mentre loro sono costretti a rimanere fermi?».

