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La Polizia Penitenziaria e i problemi causati dall’epidemia

Carcere

Dalla FP CGIL Polizia Penitenziaria di Verona, riceviamo e pubblichiamo.

Sono 17 gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria, risultati positivi, tra cui uno ancora ricoverato presso strutta ospedaliera, gli altri posti in quarantena domiciliare in caserma o presso proprie abitazioni.

Il dato relativo ai ristretti invece sarebbe di 25 detenuti positivi su un campione di circa 60 tamponi effettuati, a fronte di una popolazione complessiva di indicativamente 450 detenuti/e. Tutti già scrupolosamente isolati in apposite sezioni a ciò destinate ma il margine degli spazi interni appare insufficiente per la ottimale gestione dei casi, specie se i numeri dovessero ancora crescere.

Per il personale di polizia penitenziaria si sta procedendo, sia pure a rilento, ad uno screening di 10 unità al giorno che si recano presso l’Ospedale di Bussolengo per sottoporsi a tampone faringeo ma si ritiene improcrastinabile l’attuazione di un identico protocollo per tutti coloro che operano e che vivono all’interno del Penitenziario Veronese.

Condizione questa imprescindibile per ripartire da un “punto zero” e per mantenere sotto costante e concreto monitoraggio l’andamento epidemico. Ancora risultano carenti o comunque non adeguati i DPI (mascherine ffp2 o ffp3, tute o camici, copri scarpe, occhiali); fondamentali per il personale che presta servizio nei settori dove sono stati allocati i detenuti risultati positivi; per non rischiare il diffondersi del contagio ad altri poliziotti e loro famigliari.
Non vorremmo che quanto di preoccupante avvenuto in alcune RSA per anziani nei vari territori italiani abbia a replicarsi ora negli Istituti Penitenziari.

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Pertanto, la fp CGIL Polizia Penitenziaria di Verona, chiede un immediato intervento delle autorità per:
1. Istituire una task force interna alla Casa Circondariale, composta nel minimo da 3 unità miste tra personale di Polizia Penitenziaria ed Amministrativo che si occupi di gestire e dare costante informazioni ed in tempo reale alle OO.SS. dell’andamento dei contagi del personale ed eventuali loro famigliari, quindi delle unità risultate positive nonché di eventuali ricoveri; di quelle poste in quarantena precauzionale; dei tamponi effettuati e di
quelli da effettuare, mantenendo un elenco aggiornato del personale e loro famigliari; gestire e dare costante informazioni ed in tempo reale alle OO.SS. dell’andamento dei contagi dei detenuti e loro dislocazioni; fornire e dare costante approvvigionamento di DPI adeguati al personale di polizia penitenziaria tutto ma in particolare per quello che presta servizio presso i settori dei detenuti sottoposti a isolamento sanitario cui non devono mai mancare(occhiali di protezione, maschera ffp2 dotata di filtro, guanti e tute o camici, copri scarpe, tutti monouso).

2. Sottoporre a esame tampone orofaringeo a tutte le figure presenti all’interno (Polizia Penitenziaria, personale del comparto Ministeri della Sanità Penitenziaria, detenuti) e misurare la temperatura a mezzo termo scanner ad ogni persona che accede in Istituto a qualsiasi titolo.

3. Intervento di una task force esterna di medici e infermieri specializzati nella gestione delle malattie
infettive, da integrare eventualmente con altre figure appropriate, per la presa in carico e gestione in toto dei poliziotti e dei detenuti contagiati e delle misure di igiene, profilassi e di prevenzione del contagiato attuate o da attuare o da incrementare.

4. Sfollamento immediato di detenuti al fine di portare la capienza a un solo ristretto per ogni camera in
tutto l’Istituto; altra condizione indispensabile per meglio gestire i contagiati attuali e potenziali, per poter
prevenire il dilagare del virus e per ovvie ragioni di ordine e sicurezza interna.

FP CGIL Polizia Penitenziaria di Verona

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