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La Guardia di Finanza blocca una speculazione sulle mascherine

Le Fiamme Gialle hanno scoperto nel legnaghese un’azienda che da qualche settimana riforniva le farmacie locali: circa  15 mila dispositivi venduti, con un ricarico tra il 130 e il 400 per cento. 

Guardia di Finanza

Le Fiamme Gialle hanno scoperto nel legnaghese un’azienda che da qualche settimana riforniva le farmacie locali: circa  15 mila dispositivi venduti, con un ricarico tra il 130 e il 400 per cento. 

I finanzieri della Compagnia di Legnago hanno segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Verona i due titolari di un’attività commerciale operante nel legnaghese che da qualche settimana rifornivano di mascherine le farmacie di quel territorio: circa  15 mila dispositivi venduti, con un ricarico tra il 130 e il 400 per cento. 

Le attività investigative hanno interessato i fornitori delle farmacie, scoprendo un’azienda che solo recentemente aveva intrapreso il commercio di mascherine. Nell’ultimo triennio la ditta individuale aveva registrato un volume d’affari di circa 30 mila euro all’anno e la vendita di mascherine gliene aveva fruttati 36 mila in qualche settimana.

Le indagini hanno permesso, in particolare, di appurare che la ditta individuale si era rifornita da una società con sede a Brescia di due distinte forniture di mascherine. Nello specifico, 5.000 KN95 (l’equivalente cinese dell’omologazione europea corrispondente al livello di protezione FFP2) e 10.000 «mascherine chirurgiche». I dispositivi sono stati quindi rivenduti a numerose farmacie del basso veronese con un ricarico medio, per le prime, tra il 300 e il 400 per cento e, per le seconde, tra il 130 e il 170 per cento.

Per la vendita delle mascherine, avvenuta nel periodo dal 25 marzo al 10 aprile, la ditta ha approfittato della particolare contingenza del mercato in pieno periodo di emergenza epidemiologica da virus COVID-19 per cui l’ipotesi di reato è quella prevista e punita dall’art. 501 bis del codice penale (“manovre speculative su merci”, che prevede reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 516 euro a 25.822 euro).

La ricostruzione delle operazioni registrate nella contabilità della ditta individuale ha richiesto l’approfondimento della determinazione di un ulteriore eventuale ricavo da vendita di mascherine «in nero» per oltre 8 mila euro.

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