«I tedeschi torneranno a settembre ma bisogna prepararsi a dare un risposta a chi sceglierà luoghi poco affollati». Più difficile rivedere a breve inglesi e nordeuropei.
Il lago di Garda conta 24 milioni di presenze l’anno, numeri che in questo martoriato 2020 nessuno si aspetta più. Federalberghi Garda Veneto ha invitato gli operatori ad attendere maggio per la riapertura ma le cancellazioni per le prenotazioni estive sono già arrivate e il pessimismo cresce.
Dopo le proposte inviate ai comuni insieme a Confcommercio Verona, il presidente di Federalberghi Garda Veneto Ivan De Beni ha ricevuto riscontro da alcuni sindaci intenzionati per aprire un tavolo di discussione e valutare, tra l’altro, la riduzione della tassa sui rifiuti e dell’imposta sulla pubblicità nonché il posticipo del pagamento delle concessioni demaniali.
Nessuna azione concreta in vista al momento, «pensiamo però a un rilancio promozionale dell’immagine del lago di Garda, violentato dal virus e dalla comunicazione che ne è stata data. Dobbiamo riconquistare la fiducia dei turisti tedeschi e inglesi e sperare che quando riprenderemo ci siano ancora i 10.000 stagionali che di solito impiega la sponda veronese».
Federalberghi Garda Veneto invita a lavorare di concerto ad azioni di marketing che coinvolgano sia le tre le sponde del lago – veneta, bresciane e trentina – sia la città di Verona: «Non so ancora che cosa faremo ma dobbiamo piantarla di dividere lago e città. L’intenzione è quella di fare rete».

Ivan De Beni
Gli operatori turistici gardesani si aspettano un aumento del turismo interno, auspicio supportato dalla richiesta avanzata da Federalberghi nazionale di poter dedurre il soggiorno turistico dalla dichiarazione dei redditi 2020. Confcommercio propone parcheggi e musei gratuiti ma quanti italiani avranno ancora la forza economica di viaggiare dopo l’epidemia? Verona e il lago si dovranno forse preparare a un turismo ancor più mordi-e-fuggi, con più automobili sulle strade e meno qualità?».
De Beni non crede nei nuovi mercati esteri e, mentre si confida che i tedeschi tornino a settembre, più difficile sarà rivedere a breve inglesi e nordeuropei. «Di certo tutti saremo diversi, continua De Beni: mi immagino un ritorno graduale alla vita normale ma con l’uso di mascherine, la frequentazione di ristoranti e bar a distanza di sicurezza quindi con pochi tavolini. Il turismo non è una fabbrica, è fatto di socialità, di frequentazioni di luoghi comuni insieme a molte altre persone. L’essere isolati ci condizionerà psicologicamente. Chi sceglierà di nuovo il lag, è probabile che sceglierà cose diverse dai luoghi affollati…».
Dopo quella sanitaria, si apre una sfida economica che potrebbe cogliere impreparati quegli operatori del ricettivo e dell’enogastronomia abituati ai numeri da capogiro degli ultimi anni, con densità turistiche da record. La ricerca della terza via – tra sovraffollamento turistico e fallimento – potrebbe far bene anche a un territorio ormai congestionato, ma questo prevede che tutti siano pronti a reinventarsi e a rinunciare a un pezzo della torta.
Annalisa Mancini

Annalisa Mancini è nata il 25 dicembre 1979, frequenta l’istituto tecnico per corrispondenti in lingue estere. Dal lago di Garda, dove vive fino al 1998, si trasferisce prima a Trieste per gli studi in Scienze Politiche e poi a Berlino. Completa il suo sguardo sul mondo viaggiando, leggendo e scrivendo, è interessata soprattutto al giornalismo d’inchiesta, alla politica nazionale e internazionale e alle questioni ambientali. Tornata a Verona, fonda una sezione di Legambiente e lavora anche come editor e correttrice di bozze. Ha collaborato con Il Piccolo di Trieste, ilveronese.it, ilgardesano.it, Il Corriere del Garda, Radio Garda FM, RuotaLibera di FIAB, corriereditalia.de. mancini.press@gmail.com
