48 le giornate di sforamento con valori di Pm10 superiori al limite di 50 µg/m3. L’assessore all’Ambiente Ilaria Segala:«I dati sono in linea con la stagione precedente».
A Verona dal 1 ottobre fino al 31 marzo, termine delle limitazioni stabilite dall’Accordo di bacino padano, sono state rilevate dalle centraline Arpav al Giarol Grande 48 giornate di sforamento, con valori di Pm10 superiori al limite di 50 µg/m3.
Secondo palazzo Barbieri «il nostro comune è rimasto in livello verde tranne che per le due occasioni di allerta arancione (dal 28 gennaio fino al 6 febbraio), con il conseguente blocco dei diesel Euro 4 privati».
Un miglior andamento si è registrato invece nel mese di marzo, grazie alle misure anti Covid-19, con solo sette giornate oltre il limite, mentre nell’analogo periodo 2019, già dai primi giorni del mese si era registrata l’allerta arancione con blocco diesel euro 4.
In quest’ultimo mese i valori rilevati da Arpav mostrano sforamenti l’11 marzo con 53 µg/m3, il 12 marzo con 62 µg/m3, il 13 marzo con 72 µg/m, il 18 marzo con 61 µg/m3, il 21 marzo con 51 µg/m3, il 28 marzo con 125 µg/m3 e il 29 marzo con 101 µg/m3.
Nelle settimane di marzo con il calo del traffico, secondo il Comune, per effetto dei provvedimenti contro il Coronavirus, anche i valori di inquinamento sarebbero gradatamente diminuiti.
«Per quest’ultima stagione invernale – ha precisato l’assessore all’Ambiente Ilaria Segala –, i dati ci mostrano una situazione in linea con la stagione precedente. Un risultato che, però, analizzando il solo mese di marzo, dimostra come, a parità di condizioni meteo, una riduzione del traffico determina una diminuzione della concentrazione delle polveri. I vincoli di circolazione adottati per ridurre la diffusione del Coronavirus hanno, indubbiamente, prodotto un effetto sull’ambiente urbano».