«Una situazione umiliante per gli imprenditori che si sono trovati a richiedere un importo inadeguato, 600 euro, e hanno dovuto fare i conti con una procedura di richiesta beffarda».
«Una situazione umiliante per gli imprenditori che si sono trovati a richiedere un importo inadeguato, 600 euro, e hanno dovuto fare i conti con una procedura di richiesta beffarda». Sono queste le parole di Paolo Arena, presidente di Confcommercio Verona, riguardo alla situazione di caos che si è venuta a creare martedì 31 marzo per commercianti, artigiani, titolari di partita iva e lavoratori autonomi che hanno cercato di ottenere l’indennità prevista per l’emergenza Covid-19 sul sito dell’Inps.
Il sistema del sito per la richiesta, infatti, già dalla mattina del 31 marzo sarebbe saltato a ripetizione scatenando i problemi che, secondo il presidente Arena, «sono una vera beffa inaccettabile per un Paese che voglia definirsi civile».
Confcommercio, inoltre, vede il bonus promesso come «nato sotto una cattiva stella per colpa di una comunicazione frammentaria e deficitaria: prima l’ipotesi di un click day, smentita a fatica, poi la spiegazione, sul sito dell’Inps, che l’indennità sarebbero state erogate in base all’ordine cronologico di arrivo della domanda e fino al limite dei fondi. Una comunicazione allarmistica che ha fatto concentrare le domande mettendo più volte sotto pressione e provocando il corto circuito del portale dell’Inps, che non ha saputo predisporre le misure necessarie per far fronte alla mole di accessi».
Tra i richiedenti ci sono anche 47 mila agricoltori. Questo il dato che emerge da una analisi di Coldiretti Verona in riferimento al via libera alla presentazione online delle domande all’Inps per la crisi provocata dal Coronavirus.
Nel mentre, il presidente di Confartigianato Imprese Verona Roberto Iraci Sareri, si è rivolto tramite una diretta Facebook a tutti i deputati e senatori veronesi, oltre che agli imprenditori artigiani della provincia di Verona.
«Rappresento più 3.000 imprese artigiane associate – ha sottolineato Iraci Sareri – e molte altre che in questo momento, così duro e difficile, si stanno appoggiando a noi per avere informazioni su come lavorare, cercare rassicurazioni su come risolvere i tanti problemi e chiedere ascolto per le loro paure. Molti di noi, oltre il 60%, purtroppo non sta lavorando. I pochi che sono aperti devono fare fronte alla mancanza di forniture e della clientela. I numeri ci dicono che, da oggi, saranno più di 29 mila le imprese artigiane potenzialmente impegnate nella richiesta del simbolico bonus di 600 euro per le partite Iva e il sito dell’INPS è off line».
Tra le richieste elencate dal numero uno della Confartigianato provinciale: sospensione delle rate di mutui, prestiti e leasing, fino a fine anno, con azioni politiche di tutela delle posizioni bancarie, senza speculare su tassi, garanzie e durate residue; misure per impedire che le imposte, comunali, regionali, nazionali, non pesino sulla liquidità delle imprese, almeno fino a fine anno e che siano previste dilazioni senza penali.
Le imprese, per Iraci Sareri, «dovranno riaprire, tornando a lavorare alleggerite anche dal peso del costo del lavoro, in modo che possano continuare a crescere, innovarsi e stare sul mercato».
Ma c’è anche spazio per la solidarietà: Chen Guanghao, direttore generale del dipartimento provinciale per la Cooperazione economica del Sichuan, provincia cinese che conta 90 milioni di abitanti, ha scritto una lettera indirizzata a Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona, che con la Cina ha intrapreso da due anni un rapporto di collaborazione commerciale inizialmente incentrato sul tartufo, di cui la provincia cinese è grande produttrice, ma che poi si è allargata ad altri settori.
«L’amicizia tra la nostra Provincia e il vostro Paese è sempre profonda – ha scritto Chen Guanghao – . Non dimenticheremo mai che nel 1988 fu il Governo italiano ad aiutarci nella costruzione del più grande centro per le emergenze nel Sichuan, durante il terremoto di Wenchuan, senza chiedere alcuna compensazione. E sempre italiani erano i 14 esperti di pronto soccorso che portarono in salvo più di 900 feriti nella città di Mianyang. Il miglior modo di ringraziare per un aiuto è aiutare l’altro a propria volta. La situazione epidemica in Cina sta migliorando e perciò la squadra medica del Sichuan ha potuto arrivare in Italia per assistere attivamente i vostri ospedali. Combattiamo insieme contro l’epidemia».
Un messaggio che rincuora le aziende agricole, in un momento così difficile. «Questa lettera ci fa molto piacere – ha dichiarato il presidente Ferrarese –, perché conferma il rapporto non solo professionale, ma anche umano che si è instaurato tra noi e i colleghi cinesi».

