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Violenza di genere a Verona, il punto di Telefono rosa e Petra

I due servizi non segnalano particolari aumenti o flessioni nel numero di donne che chiedono aiuto in questo periodo di emergenza sanitaria, a differenza dei dati nazionali.

I due servizi al momento non segnalano particolari aumenti o flessioni nel numero di donne che chiedono aiuto in questo periodo di emergenza sanitaria, a differenza dei dati nazionali. Un segnale buono e cattivo allo stesso tempo.

Telefono RosaPetra segnalano particolari aumenti o flessioni nel numero di donne che in questi giorni di emergenza sanitaria chiedono aiuto, a differenza dei dati nazionali. Un segnale buono e cattivo allo stesso tempo: a Verona gli uomini violenti continuano ad esistere così come la possibilità concreta per le donne di chiedere aiuto. Nel corso del 2019 Telefono Rosa Verona ha preso in carico 123 donne: il 75% sono italiane il restante 25% provengono dell’est Europa ma anche da America Latina, India, Cina e Nord Africa.

«Purtroppo dalla nostra esperienza di Telefono rosa qui a Verona c’è poca solidarietà tra vicini, ognuno tende a farsi i fatti suoi… Ognuno di noi lo può dire del proprio condominio, forse. Mai come ora, invece, è fondamentale si chieda “come va?” alla propria vicina di casa» ci racconta Lorella Don, presidente della sezione veronese di Telefono rosa. Occuparsi degli altri assume le forme di un dovere civico in questi tempi bui di Coronavirus: lo sanno bene anche le operatrici di Petra, il Centro Antiviolenza del Comune di Verona e altro fondamentale punto di riferimento sul territorio contro la violenza di genere.

«Tra situazioni conosciute e nuove, stiamo seguendo 110 donne. Nonostante l’incertezza di sentirsi poco sicure anche fuori casa a causa del contagio, nei giorni scorsi siamo riuscite ad aiutare due donne a trasferirsi in sicurezza presso familiari, una di queste è incinta», raccontano a Verona In le operatrici di Petra . Un lavoro che non si ferma ma che ora si svolge soprattutto al telefono: i gruppi di auto-aiuto sono stati sospesi ma Telefono rosa continua a offrire consulenza legale via Skype o al telefono. Il numero antiviolenza e stalking 1522 è sempre attivo 24 ore su 24, così come il numero verde del centro Petra 800392722 attraverso cui è possibile fissare colloqui telefonici dedicati.

Il rifugio per donne maltrattate con figli La Casa di Petra, pur adattato all’emergenza sanitaria, è operativo e pronto ad accogliere a qualsiasi ora con un numero cellulare dedicato. Anche gli uomini violenti che si rendono conto di mal gestire rabbia e aggressività continuano ad avere uno spazio e possono chiamare il numero 333.9313148: uno psicologo li ascolta e li aiuta a non passare al cosiddetto “agito violento”. Ad oggi, a questo spazio di ascolto Non Agire Violenza sono in monitoraggio 23 uomini: «Tre ci hanno chiamato proprio in questi giorni per fissare colloquio telefonici col il collega psicologo che li seguirà. Questo ci aiuta indirettamente anche a proteggere le loro compagne», raccontano le operatrici di Petra.

La metà ha un’età compresa tra i 18 e i 50 anni, il 75% ha una relazione in essere nel momento che chiama, il 50% possiede un’istruzione medio alta e ha un lavoro spesso saltuario o part-time che di rado permette di essere autonome economicamente. «Abbiamo bisogno della collaborazione di medici di base e farmacisti, che devono essere formati maggiormente sulle possibilità di sfuggire alla violenza di genere e possono consigliare di rivolgersi ai centri antiviolenza semplicemente con una telefonata» è l’appello della presidente Lorella Don.

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Oltre che al telefono, i centri antiviolenza si possono contattare anche via e-mail: petra.antiviolenza@comune.verona.ittrverona@gmail.com

Annalisa Mancini

Written By

Annalisa Mancini è nata il 25 dicembre 1979, frequenta l’istituto tecnico per corrispondenti in lingue estere. Dal lago di Garda, dove vive fino al 1998, si trasferisce prima a Trieste per gli studi in Scienze Politiche e poi a Berlino. Completa il suo sguardo sul mondo viaggiando, leggendo e scrivendo, è interessata soprattutto al giornalismo d’inchiesta, alla politica nazionale e internazionale e alle questioni ambientali. Tornata a Verona, fonda una sezione di Legambiente e lavora anche come editor e correttrice di bozze. Ha collaborato con Il Piccolo di Trieste, ilveronese.it, ilgardesano.it, Il Corriere del Garda, Radio Garda FM, RuotaLibera di FIAB, corriereditalia.de. mancini.press@gmail.com

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