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Niente Vinitaly, per la prima volta si salta l’anno e si va al 2021

Veronafiere concentrerà gli sforzi a sostegno del business delle aziende italiane sui mercati. Il DG Mantovani: «Mantovani: «Il post emergenza per noi si chiama rinascita»

Veronafiere concentrerà la seconda parte del 2020 al sostegno del business delle aziende italiane sui mercati. Il DG Mantovani: «Il post emergenza per noi si chiama rinascita». I commenti di Confagricoltura Verona e Veneto e CIA Agricoltori Italiani Verona.

Per la prima volta nella propria storia Vinitaly posticipa la sua 54ª edizione. Con essa sono rinviate anche le concomitanti Sol&Agrifood ed Enolitech. Le nuove date delle manifestazioni sono perciò riprogrammate al 18-21 aprile 2021, mentre Veronafiere concentrerà la seconda parte dell’anno 2020 al sostegno del business delle aziende italiane sui mercati.

Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: «Il post emergenza per noi si chiama rinascita, che fino all’ultimo abbiamo continuato a confidare potesse avvenire a giugno. Ma la crisi sanitaria si è, come evidente a tutti, decisamente inasprita e ciò che inizialmente sembrava possibile ora non lo è più. Vinitaly, In accordo con le organizzazioni di filiera Sol&Agrifood ed Enolitech si spostano quindi al prossimo anno. Per questo – conclude Mantovani –, oltre a lavorare con investimenti straordinari sui nostri eventi internazionali Vinitaly Chengdu, Vinitaly China Road Show, Wine South America (23-25 settembre 2020), Vinitaly Russia (26 e 28 ottobre 2020), Vinitaly Hong Kong (5-7 novembre 2020), Wine To Asia (9-11 novembre 2020) e le iniziative della Vinitaly International Academy, ci mettiamo a disposizione del settore e del sistema della promozione per considerare la realizzazione di un evento innovativo il prossimo autunno a servizio delle aziende».

Renzi al Vinitaly 2016

La decisione del riposizionamento di Vinitaly al 2021 è stata presa d’intesa con i rappresentanti delle associazioni di settore: Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, Sandro Boscaini, presidente di Federvini, Luca Rigotti, coordinatore settore vino Alleanza Cooperative e Matilde Poggi, presidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.

Inoltre Veronafiere, in quanto organizzatrice diretta delle proprie rassegne, a causa dell’epidemia di Coronavirus ha dovuto necessariamente riposizionare nel giro di due settimane un calendario di eventi che ne conta circa 70 in programma nel corso dell’anno tra Italia ed estero, alcuni fortemente radicati nella loro stagionalità.

Arrivano anche i primi commenti locali. «Seguiremo con grande attenzione la situazione vitivinicola – sottolinea Christian Marchesini, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Verona e Veneto –, dato che ci saranno probabili ripercussioni sul mercato e che ci attendiamo un’annata con particolari giacenze. Auspichiamo che venga data ai viticoltori la possibilità di distillare il prodotto, soprattutto per quanto riguarda i vini giovani che non sarà più possibile collocare sul mercato, oppure di avere un sostegno nello stoccaggio, in modo da dare aiuto alle aziende in questo momento difficile».

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Aggiunge Piergiovanni Ferrarese, presidente dei giovani di Confagricoltura Verona: «Come giovani ci mettiamo a disposizione per collaborare ed essere al fianco di Veronafiere nel programmare la prossima edizione, che dovrà essere il palcoscenico migliore nella promozione e valorizzazione dei nostri grandi vini italiani».

Per Mirko Sella, vicepresidente di CIA Agricoltori Italiani Verona «la decisione era inevitabile, perché l’emergenza Coronavirus è esplosa in tutto il mondo e prima bisogna uscirne, poi si riparte. Tuttavia Vinitaly è importantissima per Verona. Quindi sarà fondamentale non lasciare sola la città e prima possibile occorrerà dare un segnale all’universo del vino italiano e mondiale per ricordare che la capitale vitivinicola è in riva all’Adige. Verona non può permettersi di passare un anno sabbatico fino al 2021. È giusto fermarsi ora, ma poi, già quest’anno, bisogna lavorare seriamente per dare delle risposte che il mondo del vino attende. Va bene la promozione all’estero annunciata da Veronafiere, ma non basta: si dovrebbe pensare a un evento in autunno, anche in versione ridotta, per dare un segnale al mondo enologico italiano e consentire di organizzare la commercializzazione delle nostre etichette per Natale e per l’anno prossimo».

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