Tra danni e perdite causate dall’epidemia, le associazioni locali cercano strade alternative per ritrovare l’equilibrio e rilanciare la situazione scaligera.
Il presidente della sezione Trasporto persone di Confcommercio Verona, Paolo Bellorio, ritiene che servano subito delle risposte. «Le imprese del settore noleggio con conducente, autobus e autovetture sono ferme al 100% – ha dichiarato Bellorio –, fermi i trasporti scolastici, le gite e i viaggi di istruzione, fermi i bus turistici legati al turismo business, eventi, incoming. Le disdette arrivano fino alla fine della stagione».
Secondo Confcommercio, infatti, le disdette non sarebbero recuperabili e per questo l’associazione chiede per le imprese «un abbattimento dei costi, in particolare nei confronti degli enti locali che rappresentano il principale riferimento autorizzativo dei servizi».
Anche Confartigianato Imprese Verona, riguardo al Decreto Cura Italia, ritiene che se da un lato l’attuale risposta all’emergenza economica sia apprezzabile, dall’altro la situazione attuale vedrà un peggioramento una volta risolta l’emergenza.
«Moltissimo, purtroppo, resta da fare – ha dichiarato il presidente dell’associazione Roberto Iraci Sareri –, l’impatto economico dell’emergenza Coronavirus sugli artigiani e sulle micro e piccole imprese è vastissimo, e saranno necessarie ulteriori misure per venire in aiuto agli imprenditori che in queste condizioni sono impegnati nel contenimento dei danni e a resistere sul mercato. Dopo queste prime misure andrà affrontata la fase due con ulteriori interventi e, a emergenza sanitaria conclusa, saranno necessari provvedimenti dedicati agli indennizzi per i danni subiti dalle imprese e a rilanciarne l’attività».
Tra i timori più sentiti c’è anche quello della speculazione dei prezzi nella filiera agricola. Coldiretti Verona, infatti, lamenta la situazione in atto tra alcune produzioni locali, come quella degli asparagi, che starebbe subendo un calo di quotazioni all’origine al di sotto dei costi di produzione.
Alcuni produttori veronesi, secondo il presidente di Coldiretti Verona Daniele Salvagno, «stanno ricevendo offerte per gli asparagi anche del 30% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A peggiorare la situazione emerge la difficoltà di vendere le produzioni per la chiusura di bar, ristoranti e mercati a chilometro zero, e scarsa richiesta dai fruttivendoli per il calo dei consumi data la limitata mobilità dei consumatori. Allo stesso tempo, non si ferma la concorrenza straniera di Paesi come Grecia, Spagna e Messico che importano asparagi a prezzi inferiori di quelli nostrani».
Ma se l’epidemia sta causando problemi all’economia locale, c’è anche l’altro lato della medaglia: i produttori di Confagricoltura Verona, ad esempio, stanno reinventando la propria attività. Formaggi a domicilio, spesa biologica con WhatsApp, consegna a spese zero, sono queste le nuove idee per parare il colpo inflitto dal Covid-19.
E a sostegno delle imprese artigiane e dei lavoratori del Veneto, c’è anche il Consiglio di Amministrazione del Fondo Sani in Veneto, il Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa regionale della bilateralità artigiana, costituto dalle parti sociali venete di Confartigianato Imprese, Casartigiani, Cgil, Cisl, Uil, che ha attivato interventi dal valore complessivo che supera il milione di euro, sotto l’hashtag #maicosìvicini.
Le iniziative già avviate comprendono le agevolazioni sul versamento dei contributi, le prestazioni sanitarie, le tutele gratuite per titolari e familiari e alcuni consigli sulla gestione dell’emergenza.
«Il messaggio che vogliamo dare – ha dichiarato il segretario provinciale di Confartigianato Verona Valeria Bosco –, è che non siamo mai stati così vicini alle nostre imprese e ai nostri lavoratori. Certo, dobbiamo rispettare il metro di distanza imposto dalle regole sanitarie, ma idealmente abbracciamo ogni imprenditore, ogni lavoratrice e ogni lavoratore artigiano, per far sentire che nessuno sarà lasciato solo».

