Confartigianato, Confcommercio, Consorzio Veneto Garanzie, Valpolicella Benaco Banca, Coldiretti: al lavoro per fronteggiare i crolli subiti dal made in Italy e dalle imprese a causa del virus.
«Per le imprese che stanno subendo maggiormente l’impatto dell’emergenza Coronavirus, Consorzio Veneto Garanzie (CVG), ha attivato degli strumenti mirati a ridurre e contenere gli effetti negativi sulle aziende».
Così, martedì 10 marzo, il presidente di Confartigianato Verona Roberto Iraci Sareri annuncia un intervento CVG per far fronte alle esigenze immediate causate dall’epidemia da Covid-19: un plafond speciale di 5 milioni di euro con l’obiettivo di facilitare l’ottenimento della liquidità dalle banche, su finanziamenti di importo massimo pari a 40.000 euro, garanzia massima dell’80%, durata massima 48 mesi, dei quali fino a 12 di preammortamento. «Con questo intervento – afferma il Presidente di CVG Mario Citron – il Consorzio vuole fare la sua parte per sostenere le imprese socie nelle difficoltà del momento».
Il presidente di Confindustria Verona Michele Bauli, sottolinea che «le aziende non possono chiudere. Farlo può voler dire perdere un mercato per sempre e, quindi, chiuderle definitivamente: una strada senza ritorno e un danno anche per i lavoratori. Un’autoambulanza non cammina se non ha una batteria di ricambio; non si riforniscono gli ospedali di ossigeno o di medicinali se non li si producono. Chi produce letti, molle per i letti, lenzuoli, cibo, ricambi per le macchine che producono cibo svolge un ruolo nella catena produttiva. Le aziende a ciclo continuo non si possono mai fermare. Per questo, ci opporremo a qualsiasi limitazione alle attività d’impresa che in queste ore sono state paventate».
Ad appellarsi agli imprenditori e alle istituzioni affinché venga aiutata sia l’economia e le imprese sia la sanità pubblica, è il presidente di Confcommercio Verona Paolo Arena: «Mi appello al senso di responsabilità degli imprenditori che rappresento – dichiara Arena – e che sono convinto si dimostreranno quali sono: determinati e generosi. Anzi, in moltissimi, e prima di questo mio appello, hanno già deciso in autonomia di chiudere temporaneamente il proprio locale o il proprio negozio, se non essenziale alla comunità, per dare il loro contributo in prima persona».
Secondo Arena, però, le istituzioni «devono intervenire e fare la loro parte, attivando tutte quelle misure essenziali, indispensabili e improrogabili, quali la sospensione dei versamenti e degli adempimenti di natura burocratica, la sospensione dei pagamenti delle utenze, la moratoria dei contributi previdenziali e assistenziali per imprese, lavoratori autonomi e liberi professionisti, la moratoria dei mutui bancari e ammortizzatori sociali veloci e retroattivi».
Il sostegno economico per le piccole e medie imprese arriva anche da un accordo tra Valpolicella Benaco Banca, Banca Veronese Credito Cooperativo di Concamarise e Confiditer che hanno definito un plafond di 10 milioni di euro. Due le misure destinate alle aziende, con sede nelle zone di competenza delle due banche, che presentino le condizioni previste dalla normativa nazionale per l’avvio di tali procedure: la prima riguarda finanziamenti a medio lungo termine per esigenze di liquidità derivanti dall’emergenza sanitaria, con un importo massimo di 100.000 euro; la seconda concerne l’apertura di credito in conto corrente a scadenza fissa per un importo massimo 30.000 euro. Entrambe le misure sono rivolte al settore Alberghiero, Extra-alberghiero, Pubblici Esercizi, Intrattenimento, Agenzie di Viaggio, Trasporti persone, Scuole Private e Commercio al dettaglio e all’ingrosso.
Anche Coldiretti, per dare sostegno all’export alimentare italiano, ha avviato un piano che vale 44,6 miliardi di euro per arginare l’impatto del Coronavirus sul made in Italy. «Serve un intervento deciso dell’Unione Europea per sostenere il tessuto produttivo – dichiara il presidente di Coldiretti Verona Daniele Salvagno –, il lavoro e ricostruire un clima di fiducia. Occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare i dazi Usa e l’embargo russo che colpiscono duramente i prodotti italiani e veronesi agroalimentari in un momento difficile per le nostre esportazioni».
Nel mentre, Fondazione Cariverona annuncia la chiusura della propria sede a Verona in via Forti e l’adottamento dello smart working in modo da garantire i servizi principali. Anche gli Organi della Fondazione proseguiranno le loro attività in via telematica, assicurando così la continuità nelle decisioni per i territori di riferimento.


martino franceschi
11/03/2020 at 19:20
sarà difficile evitare un annus horribilis visto che l’epidemia si sta propagando anche nei mercati di tradizionale sbocco delle merci veronesi e forse alcuni imprenditori non si stanno rendendo conto delle dimensioni del problema..business as usual sarà molto difficile.
Bisogna cogliere l’occasione per ripensare le forme lavorative e per ridare priorità ad investimenti pubblici in sanità e ricerca..