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Lo shock del virus e un’economia che va rivista in ogni aspetto

L’epidemia ha messo a nudo la realtà in cui si trova l’Italia: priva di crescita, frenata dal debito pubblico, gravata da problemi storici irrisolti di innovazione e produttività.

L’epidemia ha messo a nudo la realtà in cui si trova l’Italia: priva di crescita, frenata dal debito pubblico, gravata da problemi storici irrisolti di innovazione.

In questi ultimi giorni, l’attenzione dei cittadini, accanto agli aspetti sanitari, si è spostata anche sugli effetti economici del Coronavirus. Al momento è difficile valutare le conseguenze economiche della crisi che ha investito l’intero pianeta, data la stessa novità e la non completa diffusione del virus, per cui sarà necessario aggiornare analisi e politiche in relazione ai suoi sviluppi e alla sua durata.

Le prime stime dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), in relazione alla durata del virus, prevedono per il 2020, nella situazione peggiore, un dimezzamento della crescita globale (dal 2,9% al 1,5%), e per l’Italia niente crescita (0%), mentre per il 2021 si dovrebbe realizzare un certo rimbalzo al 3,3% e per l’Italia lo 0,5%.

Ciò che va considerato è che lo shock determinato dall’epidemia, ha messo a nudo la realtà drammatica in cui si trova la nostra economia, priva di crescita, frenata dal debito pubblico, gravata da problemi storici irrisolti di innovazione, di produttività, di lavoro e di formazione del fattore umano, che configurano un futuro di marginalità.

Nello stesso tempo il carattere globale della crisi obbliga tutti, a tutti i livelli, a fare in conti con una situazione imprevista e di particolare difficoltà, per cui le precedenti prospettive di crescita vanno riviste radicalmente con la ricerca di strategie nuove. Dal punto di vista dell’Italia ciò significa poter ottenere maggiori livelli di flessibilità dall’Ue, e nuove possibilità di export soprattutto nei settori in cui siamo più forti.

Questa situazione, nel contesto di maggiore consapevolezza dei cittadini, dovrebbe essere assunta dalla politica come una particolare opportunità per affrontare con chiarezza e determinazione i problemi del Paese. Dovremmo innanzitutto investire di più nel Servizio Sanitario pubblico che in tale occasione ha manifestato il suo grado di qualità complessivo pur costando meno di quello di tanti altri Paesi rispetto al Pil.

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In secondo luogo, si dovrebbero affrontare i problemi della nostra economia, sia negli aspetti di emergenza che in quelli strutturali. Sul primo aspetto il decreto legge del governo, che si propone di sostenere la domanda e dare alcune risposte alle imprese più colpite, rappresenta un primo passo che probabilmente va irrobustito dal lato del sostegno agli investimenti produttivi, pubblici e privati.

Credo sarebbe bene utilizzare tale occasione anche per definire, tramite anche una commissione di esperti, una strategia a medio termine per ridare alla politica economica una visione che le manca da tempo. Il presidente Giuseppe Conte ha fatto bene a coinvolgere l’opposizione in questo frangente, anche se dalle prime reazioni c’è poco da stare allegri.

Lo dimostra il Veneto dove, mentre il governatore Luca Zaia in videoconferenza discute con il governo i contenuti del decreto legge, a Venezia, un assessore convoca le associazioni economiche della Regione per dar luogo a una sequela di lamentele e rivendicazioni fuori da ogni compatibilità economica.

La manifestazione di una politica debole che non sa assumersi le proprie responsabilità e cerca un ruolo nel favorire lo sfogo di cittadini e imprese senza prospettive.

Luigi Viviani

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Luigi Viviani negli anni Ottanta è stato membro della segreteria generale della CISL, durante la segreteria di Pierre Carniti. Dopo aver fondato nel 1993 il movimento dei Cristiano Sociali insieme a Ermanno Gorrieri, Pierre Carniti ed altri esponenti politici, diviene senatore della Repubblica per due legislature. Nel corso della legislatura 1996-2001 è stato sottosegretario al Lavoro con il ministro Cesare Salvi; nella successiva, vicepresidente del gruppo dei Democratici di Sinistra al Senato. viviani.luigi@gmail.com

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