Dall’Economia locale alla Sanità, il Covid19 sta provocando il caos. Nel mentre palazzo Barbieri invia una lettera al Governo, che a sua volta emana il nuovo decreto antivirus.
«Pronta la lettera per il Governo con tutte le richieste delle attività economiche veronesi». Così palazzo Barbieri lunedì 2 marzo per far fronte all’emergenza dell’economia locale che, a causa del Coronavirus, sta subendo un impatto economico definito «devastante» dall’assessore al Commercio e alle attività produttive Nicolò Zavarise.
Tutte le richieste sono state raccolte in quattro macro aree: industria, commercio, agricoltura e turismo. Fra le misure urgenti evidenziate dalle osservazioni raccolte, per quanto riguarda industria e commercio, ci sono la sospensione dei pagamenti per tasse e contributi previdenziali, il riconoscimento di un credito d’imposta per ogni giorno di attività chiusa, la riduzione dell’aliquota IRAP, IRPEF e IMU, l’accesso agevolato al credito e agli ammortizzatori sociali esistenti (Cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga) e la sospensione del pagamento delle rate dei mutui.
Sul fronte dell’agricoltura, invece, sono richieste l’interruzione dei versamenti e degli adempimenti tributari, il blocco dei pagamenti delle rate dei mutui e dei finanziamenti di qualsiasi genere. Infine, alla ripresa dei pagamenti, rate ridotte, senza applicazione di sanzioni e interessi.
Per il turismo la possibilità per tutte le imprese turistiche di utilizzare i voucher senza limitazioni, il riconoscimento di forme di detrazione fiscale per le spese di soggiorno, l’abbassamento della soglia alle transazioni tax free (ad oggi permesse solo sopra i 155 euro di spesa), per incentivare il ritorno dei turisti stranieri in Italia e l’incremento del credito d’imposta per la partecipazione alle fiere internazionali.
Ma secondo il presidente di Confartigianato Imprese Veneto Agostino Bonomo, il danno non va sottovalutato e circoscritto a livello provinciale. Ad essere a rischio sarebbe tutta l’economia del Paese e il made in Italy.
«Non possiamo permetterci di ragionare su scala locale – ha dichiarato Bonomo –, con il rischio di azioni scoordinate, che alimentano la percezione di provincialismo all’interno del Paese. Serve una linea d’azione che tuteli l’immagine dell’Italia. Considerato il prolungamento della situazione sanitaria e visto l’allargamento ad altre regioni vicine (Lombardia, Emilia Romagna ed anche il Piemonte), tutte profondamente coinvolte nell’export, dobbiamo prepararci ad una situazione di criticità economica che proseguirà per mesi».
Nel mentre, nella mattinata di lunedì 2 marzo, si è svolta a palazzo Barbieri una riunione straordinaria della Giunta per analizzare i punti del nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il contenimento dell’epidemia da Covid-19. Il documento, arrivato la sera di domenica 1 marzo, e in vigore dal 2 marzo all’8 marzo, prevede infatti nuove misure per la prevenzione e la limitazione del contagio.
Inoltre, per andare incontro ai genitori con figli in età scolare, la Giunta ha deciso il rimborso dei pagamenti relativi ai giorni di sospensione del servizio scolastico. La quota che tornerà alle famiglie riguarda il costo della mensa e della retta per nidi, scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado.
Bar, pub e ristoranti potranno rimanere aperti a condizione che il servizio sia fatto per i soli posti a sedere e che sia garantita la distanza di un metro tra un cliente e l’altro. Divieto, quindi, di effettuare servizio al banco e obbligo di esporre cartelli informativi che chiariscano agli utenti le nuove misure.
Per i musei, rispetto al precedente Decreto, il nuovo testo prevede fino a domenica la riapertura ma con ingressi contingentati in base agli spazi. Questo significa che da oggi tutti i musei civici tornano ad essere visitabili, e sarà cura del personale all’ingresso limitare le presenze all’interno delle sale espositive.
Restano sospese, fino all’8 marzo compreso, le attività scolastiche, dai nidi all’università. Annullate le manifestazioni non ordinarie in luogo pubblico o privato di carattere culturale, ludico, sportivo o religioso. Assicurata l’apertura delle chiese e dei luoghi di culto purché si evitino assembramenti e sia garantita ai fedeli la distanza tra loro di almeno un metro.
Confermate, invece, alcune delle misure del precedente decreto. Aperte palestre, piscine e impianti sportivi, nei quali si possono tenere allenamenti e partite ma a porte chiuse, ossia senza la presenza di pubblico. Divieto di trasferta per i tifosi veronesi in altre province e regioni d’Italia. Chiuse la Biblioteca Civica e le biblioteche di pubblica lettura presenti nei quartieri; così come teatri, cinema e discoteche. Sospesi fino al 15 marzo i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche.
Ma non è solo l’economia ad accusare il colpo: il presidente dell’OMCeO Verona (Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona) Carlo Rugiu, è intervenuto alla luce di casi di nuova polmonite Covid-19 che sono stati accertati nelle ultime ore. A preoccupare la carenza di medici soprattutto nei comparti dove l’emergenza sta impattando di più, come i Pronto soccorso, l’Anestesia e rianimazione e la Medicina territoriale.
Il Ministero della Salute, attraverso gli Ordini provinciali, ha diramato un appello ai medici che volessero mettersi a disposizione delle autorità sanitarie laddove l’emergenza lo richieda. Anche l’OMCeO di Verona ha contribuito inviando i nominativi di 15 medici veronesi che si sono resi disponibili a dare una mano. Si tratta di giovani medici neolaureati e abilitati, di medici iscritti alle Scuole di specialità e di medici in pensione.