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Comune e Cariverona, nello scontro di potere si coinvolga la città

Fondazione Cariverona
La sede della Fondazione Cariverona in via Forti, Verona

Dal Consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, riceviamo e pubblichiamo.

La presa di posizione del Sindaco contro l’altissimo tasso di speculazione contenuto nel Piano Folin, sarebbe più credibile se fosse stata assunta lontano dalla partita per il rinnovo delle cariche sociali di Cariverona.

Se Sboarina parla soltanto oggi, dopo aver ignorato per due anni di fila gli appelli provenienti dalla politica e dalla società civile per una revisione del Piano al fine di renderlo compatibile con le esigenze e le criticità del centro storico, significa che la sua amministrazione parla perché non è stata accontentata in fase di nomine del Consiglio di Indirizzo di Cariverona, dove effettivamente non siede nessun rappresentante del Comune.

In questa maniera Sboarina strumentalizza anche le categorie sociali che si sono schierate col Comune per una battaglia giusta ma dal doppio fine. Un doppio fine che ha poco a che vedere col benessere della città, quanto più con quello dei partiti che reclamano il diritto di lottizzare tutto.

Anche i vertici di Cariverona hanno pesantissime responsabilità nella situazione di scontro che si è venuta a creare. La loro posizione è debolissima tanto più che nessuno di loro può vantare di essere al suo posto per meriti conquistati sul campo quanto, piuttosto, per logiche politiche e dinastiche.

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Questa estrema debolezza ha già prodotto il fallimento del progetto di Polo Culturale ai Magazzini Generali, che da area di rigenerazione urbana è stato ridotto a semplice centro direzionale privato. Questo primo errore ha posto le premesse per la liberazione degli spazi nel quadrilatero ex Unicredit che ora rischiano di produrre un secondo grave danno allo sviluppo della città.

L’unico modo per uscire da questa situazione di stallo, è di aprire la discussione sul Piano Folin al confronto con la città coinvolgendo tutte le forze politiche, i residenti, le associazioni di categoria e i comitati al fine di definire cosa sia davvero necessario per garantire un futuro di vivibilità al centro storico di Verona.

Michele Bertucco
Consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune

1 Comment

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  1. Rodrigo Detriana

    28/02/2020 at 12:05

    “Il fine giustifica i mezzi” devono avere pensato sia in Fondazione che in Comune. In Fondazione lo pensano spesso, dai tempi del polo culturale, operazione immobiliare “alla Biasi” rivestita di fascinazioni culturali che solo in parte potevano avverarsi. E lo hanno pensato di nuovo, ma con la goffaggine e l’autoreferenzialità della nuova gestione, per questo Piano Folin, che sfacciatamente prende il nome dall’amico personale di Mazzucco chiamato a risolvere il sovraccarico immobiliare dell’ente (ma una volta non si facevano concorsi di idee per ste cose?). Tutto ciò serve alla città? Se lo è chiesto il Sindaco, che forse davvero ha pensato di sì, inizialmente. Poi, visti i progetti, anche un bambino capiva che invece no, non seve a niente. Tanto valeva far tornare dall’esilio i dipendenti Unicredit, stipati in un capannone impersonale, per ridare vita al centro. Un altro albergo di lusso, un altro (finto) museo, una generica idea di valorizzazione. Il piano Folin nasce vecchio, quando c’erano e ci sono giovani architetti e urbanisti veronesi che ne avrebbero da dire sul centro di Verona , vivendoci dentro. Se Bertucco si aspetta di essere convocato, nei prossimi mesi, ad un tavolo di idee, può serenamente prenotare le ferie estive, certo che non dovrà disdire la prenotazione.

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