Disdette nella ristorazione e nell’ospitalità, aumento della spesa per prodotti alimentari freschi. Confartigianato: «Bisogna darsi delle priorità ma non dimentichiamoci delle conseguenze».
Due comuni veneti blindati, università, scuole e asili chiusi, interruzione delle gite scolastiche, cancellazione di eventi sportivi e spettacoli, inviti a non frequentare luoghi affollati, cancellazione di manifestazioni fieristiche: dopo l’ordinanza congiunta tra Ministero della Salute e Regione Veneto del 23 febbraio, l’allarme Corona virus sta avendo conseguenze anche sull’economia locale. Secondo Confagricoltura, specie negli agriturismi veneti, nell’ultimo fine settimana sono state molte «le disdette nella ristorazione e nell’ospitalità, soprattutto in provincia di Padova e di Venezia (legate alla sospensione del Carnevale)». Ma anche in provincia di Verona i primi effetti dell’allarme cominciano a sentirsi.
Alberto Sartori di Agriturist Verona, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura, e titolare dell’agriturismo Tenuta La Pila a Villa Bartolomea, ha riferito della defezione di una convention di una grossa ditta, con persone in arrivo da tutta Italia. «Sono preoccupato anche per le prenotazioni delle prossime settimane – ha dichiarato Sartori –. Io lavoro molto con i gruppi in arrivo da tutta Italia e temo che le varie ordinanze regionali sulla messa in quarantena di veneti e lombardi ci possa danneggiare». Ora, nel veronese, Confagricoltura ha sospeso tutti i suoi corsi e il raduno nazionale sul lago di Garda del sindacato pensionati Anpa previsto a Bardolino il 12 marzo.
«In parallelo alla difesa della salute, altrettanto importante adesso è la tutela delle attività economiche e dei posti di lavoro – ha dichiarato il sindaco di Verona Federico Sboarina -. Mi preoccupa il turismo che è uno dei nostri principali settori e che sta già subendo contraccolpi e disdette, come la fiera che è un altro asset fondamentale che sta annullando eventi. L’ordinanza di Zaia per evitare il contagio è uno strumento indispensabile che in Comune a Verona stiamo applicando, ma adesso serve anche altro. Dobbiamo tutti occuparci anche della fase successiva e fare pressing sul Governo, già iniziato dai governatori del Nord, affinché si agisca in maniera seria a sostegno delle nostre imprese. Anche la città di Verona reclama aiuti economici per le sue categorie».
In provincia, per garantire rifornimenti di frutta e verdura, carne, uova, formaggi e altri prodotti locali, Coldiretti Verona manterrà aperti i mercati a chilometro zero di Campagna Amica, che ha registrato un aumento della spesa per prodotti alimentari freschi tra il 5% e il 10%. «La crescente preoccupazione – ha sottolineato Franca Castellani, presidente del Consorzio Veronatura che gestisce i mercati a chilometro zero di Campagna Amica e Coldiretti Verona –, sembra spingere molti a fare scorte con la sollecitazione delle autorità alla limitazione degli spostamenti per evitare la diffusione del contagio».
Roberto Iraci Sareri, presidente di Confartigianato Imprese Verona, all’indomani dei primi casi di contagio accertati nel Nord Italia e delle prime reazioni istituzionali, sostiene che «bisogna darsi delle priorità ma non dimentichiamoci delle conseguenze. In accordo con la Confartigianato del Veneto, siamo per l’attivazione di un tavolo di crisi economica a livello nazionale che guardi all’economia nel suo complesso e non solo a quelle attività che hanno rapporti diretti con la Cina. Una settimana di fermo attività vale almeno 2-3 punti percentuali in meno di fatturato».
E proprio Confartigianato Veneto, martedì 25 febbraio, ha incontrato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia nel centro operativo della Protezione Civile di Marghera. La richiesta avanzata dall’associazione è di valorizzare il proprio ruolo di “corpo intermedio” sia valorizzato da tutti i livelli politici.
«L’essere soggetto sociale di Confartigianato – ha sottolineato Agostino Bonomo, presidente della Federazione regionale di Confartigianato – si declina, infatti, nella tutela non solo degli interessi economici ma anche dei territori in cui operiamo al fianco delle nostre imprese. Auspichiamo che prosegua e si intensifichi il confronto di Governo e Regioni con le associazioni di rappresentanza delle imprese in modo che tra le azioni a supporto del Sistema-Italia in questa difficilissima fase congiunturale, sanitaria e sociale, non manchino quelle a supporto del sistema economico».
Anche Confindustria Verona ha avviato una serie di attività per monitorare la situazione, realizzando un protocollo di autodisciplina da diffondere nelle aziende. Il protocollo prevede alcune indicazioni di massima, che ogni azienda può decidere in autonomia come declinare secondo le specificità del proprio ambito lavorativo. Si tratta di suggerimenti che vanno dal monitoraggio quotidiano della temperatura, alla registrazione e identificazione degli ospiti esterni che accedono all’azienda e alla limitazione di riunioni e trasferte di lavoro.
L’emergenza da coronavirus rischia di avere un impatto elevatissimo sulla nostra economia pari ad una perdita di circa 3,9 miliardi di euro di consumi. Ed è una stima conservativa, basata sull’ipotesi di una crisi limitata. A dare i numeri dell’impatto sull’economia è Confesercenti, in vista del vertice previsto per oggi pomeriggio al MISE.
Confesercenti Verona si dice estremamente preoccupata: particolarmente grave, secondo i dati forniti dall’associazione, la situazione nel settore turismo, che sarebbe già in zona rossa «con le attività ricettive travolte da un diluvio di disdette», e la stagione primaverile (che vale il 30% circa del fatturato totale annuo del turismo) che appare seriamente compromessa «con la prospettiva di ulteriori danni non solo per alberghi e bed & breakfast, ma anche bar, ristoranti e attività commerciali».
«L’impatto dell’emergenza sull’economia può essere altissimo – ha dichiarato il presidente di Confesercenti Paolo Bissoli – . Bisogna agire in fretta, e bene, per limitare i danni. I cali di viaggiatori registrati negli ultimi quattro giorni lasciano pensare il peggio: se continua così a lungo, centinaia di imprese, dagli alberghi alle attività commerciali, rischiano di saltare».
A confermare i timori per l’economia locale giovedì 27 febbraio, è Confagricoltura Verona, che si dice estremamente preoccupata per quanto riguarda l’imminente raccolta delle fragole e la probabile rinuncia di molti stagionali provenienti dall’Est a venire in Italia e, soprattutto, in Veneto.
«Se continua questa psicosi – ha dichiarato Damiano Valerio della sezione frutticoltori di Confagricoltura Verona –, tanti rinunceranno a venire in Italia per paura del virus o per possibili quarantene in caso di ritorno al loro Paese. Rischiamo di trovarci in piena carenza di lavoratori, come se non bastassero i problemi causati dal decreto flussi del ministero, che da alcuni anni ha ridotto il numero degli extracomunitari concessi per le raccolte».
A questi problemi si aggiungono quelli creati dagli autisti di Tir che non trasportano i prodotti verso l’Italia, in quanto a rischio di quarantena.
«A preoccuparci sono anche le pratiche commerciali sleali – ha puntualizzato il presidente dell’associazione Paolo Ferrarese –, come le richieste di certificazione sanitaria dei nostri prodotti che stanno avanzando sia le catene di distribuzione europee, sia i singoli clienti. Una richiesta assurda, che non ha motivo di esistere, in quanto, com’è stato detto e ripetuto, il contagio avviene solo nel contatto tra persone. Chiedono il certificato di buona salute perfino per le bottiglie di vino».
E se dal lato economico i primi problemi cominciano a presentarsi, anche nel settore turistico la situazione ha dato il via a quello che sembra essere un effetto valanga: negli agriturismi veronesi continuano a fioccare le disdette e c’è timore anche per la Pasqua.
«Abbiamo chiesto un incontro all’assessore regionale al Turismo, Federico Caner – ha concluso Leonardo Granata presidente di Agriturist Veneto –. Siamo molto preoccupati anche in vista della stagione estiva, rischiamo di chiudere le aziende».

