Confagricoltura Verona e Coldiretti Verona registrano temperature sopra la norma. A preoccupare, il rischio di un eventuale ritorno del freddo previsto per i primi di marzo.
Dai dati del servizio relativo ai cambiamenti climatici di Copernicus, emerge che gennaio 2020 è stato il mese più caldo mai registrato dal 1880, anno in cui sono cominciati i moderni rilevamenti, battendo il primato di gennaio 2016 (+0,03 gradi).
«La bella stagione è in anticipo – ha sottolineato Francesca Aldegheri, referente per il settore frutticolo di Confagricoltura Verona –, tanto che si nota un grande movimento nelle piante e un ingrossamento delle gemme. Non c’è ancora una vera e propria fioritura, ma se le temperature continuassero su questi standard cominceremmo a preoccuparci. Pensiamo a ciliegie, peschi e albicocche, che rischierebbero grosso in caso di gelate. Già un grado sottozero può portare grossi danni, bruciando i fiori e di conseguenza riducendo le produzioni».
Anche Coldiretti si dichiara concorde nel registrare temperature sopra la norma che, nel veronese, avrebbero «risvegliato le api uscite dalle arnie ingannate dalla finta primavera». A impensierire maggiormente è il rischio di un eventuale ritorno del freddo, che potrebbe far gelare i fiori e far morire parte delle api dopo una annata difficile per la produzione di miele locale e in Italia.
«Questa situazione – ha evidenziato l’apicoltore veronese Daniele Iseppi –, non fa bene né alle piante né alle api e già si parla di un ritorno di freddo ai primi di marzo, tanto che potrebbe compromettere anche quest’anno la produzione del miele d’acacia».