Senza creare un nuovo partito, il movimento dovrebbe proseguire con questa libera sollecitazione alla politica ufficiale in direzione dei problemi più veri dei cittadini e del Paese.
Con la forza e la qualità dei fatti, le Sardine stanno progressivamente prendendosi un loro spazio nella politica italiana. Dopo essere riuscite a riempire le piazze con il loro esserci nei momenti difficili della vicenda politica, infondendo nuova fiducia nei cittadini, da tempo delusi dal volto arrogante e rissoso di un confronto politico incapace di mediazione e sintesi, negli ultimi giorni hanno iniziato un nuovo lavoro.
Senza cambiare la loro natura di movimento, hanno incominciato a confrontarsi in modo diretto con l’azione politica dalla parte più difficile, quella del governo. Gli incontri con i ministri Giuseppe Provenzano e Francesco Boccia, hanno consentito loro di rapportarsi con due aspetti cruciali della politica italiana, tra loro collegati e reciprocamente condizionanti: la questione dello sviluppo mancato del Sud e l’autonomia differenziata della Regioni del Nord.
Una scelta impegnativa, che tuttavia ha contribuito a conferire respiro e dignità strategica al confronto. Fuori dal clima di emergenza permanente è stato possibile affrontare questi problemi nella loro vera dimensione e nei pericoli di reciproco condizionamento negativo. Non c’erano le condizioni per individuare possibili soluzioni, ma l’obiettivo di un approccio serio e responsabilizzante è stato raggiunto.
Nello stesso tempo è continuata la presenza delle Sardine nelle piazze, sia contro Matteo Salvini, l’avversario di sempre, sia in alternativa ai grillini, tornati in piazza contro i vitalizi, cioè contro un organo del Paramento che sta cercando di ricondurre una riforma sbagliata e demagogicamente anticasta, entro i binari più seri della solidarietà.
In tale occasione il M5S ha offerto, ancora una volta, il peggio del suo giustizialismo, attaccando le Sardine all’insegna dell’ottuso criterio del “chi paga” o della critica volgare “schiavi dei Benetton”. Evidentemente i 5 Stelle, dopo la prova fallimentare del governo, non riescono più a sostenere un confronto politico civile, e sono costretti a confondere tutto con l’arroganza e la demagogia.
Pur con questi ricorrenti attacchi, che vedono schierati assieme gli alleati di ieri, grillini e Salvini, le Sardine stanno reagendo bene, non perdendo l’equilibrio derivante dalla concreta realtà dei comportamenti responsabili. Alla luce di queste prime esperienze credo sia auspicabile che la loro evoluzione non proceda in direzione della creazione di un nuovo partito, ma nella prosecuzione di questa libera sollecitazione alla politica ufficiale in direzione dei problemi più veri dei cittadini e del Paese, sostenendo nelle diverse occasioni elettorali e non, le forze politiche che propongono le soluzioni migliori.
Un ruolo difficile ed esposto a diversi pericoli, ma che finora hanno saputo interpretare con coerenza e responsabilità. Offrendo un prezioso aiuto alla democrazia italiana.
Luigi Viviani

Luigi Viviani negli anni Ottanta è stato membro della segreteria generale della CISL, durante la segreteria di Pierre Carniti. Dopo aver fondato nel 1993 il movimento dei Cristiano Sociali insieme a Ermanno Gorrieri, Pierre Carniti ed altri esponenti politici, diviene senatore della Repubblica per due legislature. Nel corso della legislatura 1996-2001 è stato sottosegretario al Lavoro con il ministro Cesare Salvi; nella successiva, vicepresidente del gruppo dei Democratici di Sinistra al Senato. viviani.luigi@gmail.com
