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Test antidroga nelle scuole, gli studenti non ci stanno

Proteste degli studenti
Proteste degli studenti

Dal Collettivo studentesco De-Testateci, riceviamo e pubblichiamo.

Un paio di giorni fa il protocollo che introduce i test-antidroga nelle scuole medie e superiori di Verona, illustrato dai consiglieri comunali della Commissione Sicurezza, dal dottor Giovanni Serpelloni (direttore Dipartimento Dipendenze dell’Ulss 9), dalla psicologa Giuliana Guadagnini (responsabile Punto Ascolto del Provveditorato agli Studi), dall’assessore alla Sicurezza Daniele Polato e dal comandante della Polizia locale Luigi Altamura, è stato accolto e sono previsti i primi controlli già dalla settimana prossima.

Dicono che l’obiettivo non è fare campagne persecutorie, ma noi studenti non la pensiamo così, anzi la maggior parte di noi sostiene che stiano attuando misure oppressive e repressive nei nostri confronti ma soprattutto completamente inutili e controproducenti! Controlli di questo livello trasformano la scuola da un luogo dove sentirci sicuri e tutelati, ad un luogo dove abbiamo paura di andare, dove ci sentiamo criminali e giudicati dai nostri insegnanti, nonché dalle persone che hanno in mano parte del nostro futuro.

Il diritto allo studio è essenziale per ottenere una società civile, ed è inaccettabile pensare che ad un ragazzo che per chissà quale motivo fa uso di sostanze stupefacenti, venga tolta la possibilità di frequentare la sua stessa scuola. Pur essendo il test “volontario”, chi si rifiuta viene automaticamente etichettato come un drogato dalla scuola, dalla sua famiglia e dalle forze dell’ordine, ed etichette del genere sono difficili da togliersi di dosso e possono nuocere e rovinare una vita, visto il clima proibizionista in cui viviamo dove l’atto di fumarsi una canna viene visto come il primo passo verso le droghe pesanti.

Nel frattempo non si mette in atto nessuna seria azione di prevenzione, l’argomento delle sostanze all’interno delle scuole non viene trattato, viene solo attuato mero terrorismo nei nostri confronti. Vogliamo attività più costruttive come incontri con esperti che illustrino i veri rischi che derivano dall’uso delle droghe. Se vogliamo veramente parlare di scuole sicure preferiremmo che non ci piovesse in classe e che i soffitti non ci crollassero in testa.

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Collettivo studentesco De-Testateci

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