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Palazzo Barbieri tra litigi, candidature alle regionali e immobilità

A creare perplessità la decisione di candidarsi in Regione di Zanotto, Polato e Rando e la situazione stazionaria dei progetti in cantiere. Facincani, Benini, La Paglia, Vallani, Bertucco.

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Palazzo Barbieri, Verona

A creare perplessità la decisione di candidarsi in Regione di Zanotto, Polato e Rando e la situazione stazionaria dei progetti in cantiere. Facincani, Ugoli, Benini, La Paglia, Vallani, Bertucco.

«Proprio quando servirebbe il massimo impegno da parte di tutti per rispondere ai bisogni della città, quasi mezza giunta annuncia la volontà di abbandonare la nave per un’avventura elettorale». Così i segretari provinciali e cittadini del Pd Verona Maurizio Facincani e Luigi Ugoli, assieme al gruppo consiliare Pd Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani, sulla decisione di candidarsi alle regionali del vicesindaco Luca Zanotto e degli assessori Daniele Polato e Filippo Rando.

Secondo i segretari e consiglieri comunali Pd, con questa scelta «Vicesindaco e assessori non fanno altro che dichiarare, con i fatti, l’irriformabilità di questa amministrazione, nata con un bassissimo consenso elettorale mettendo assieme pezzi di destra e centro destra».

A creare le perplessità maggiori, però, sarebbe la stazionaria situazione dei progetti in cantiere nella città scaligera: il filobus «è nel pantano», l’aggregazione di cui doveva essere protagonista Agsm «rischia di saltare per le incertezze dei vicentini di Aim» e le Circoscrizioni «sono preda di una guerra per bande».

«L’irresponsabilità di chi vuole lasciare è doppia – hanno concluso i rappresentati locali del Pd Verona –, in quanto andandosene apriranno la porta a nuove contese che finiranno per frenare ulteriormente la capacità di rispondere ai bisogni della città. Se non hanno più voglia di fare gli assessori e portare a compimento il programma elettorale c’è una soluzione più semplice: si dimettano».

Il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, rincara la dose e sostiene che l’amministrazione Sboarina «è arrivata alla frutta».

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Per Bertucco all’interno della maggioranza di palazzo Barbieri, infatti, sarebbe in atto una guerra intestina che litiga «su singole mozioni o ordini del giorno, come quella di Velardi sull’Urbanistica Tattica, aria fritta allo stato subliminale. Tutti i punti del programma elettorale sono impantanati per effetto di un micidiale mix di incompetenza e indifferenza».

Stando al consigliere di Verona e Sinistra in Comune, a Verona non comanderebbe l’amministrazione attuale ma bensì gli interessi di alcuni imprenditori «che con i soldi si stanno comprando fette importanti di città, dall’ex Manifattura Tabacchi ai cosiddetti Adige Docks».

2 Comments

2 Comments

  1. Maurizio Danzi

    06/02/2020 at 13:07

    Dimenticavo. Vale sempre il principio di Peter: in una gerarchia ogni dipendente tende a salire di grado fino al proprio livello di incompetenza. È un pò datato ma di bello c’è che non ha colore politico.

  2. Maurizio Danzi

    05/02/2020 at 00:28

    In altra occasione su questo giornale ho parlato di Saulo di Tarso. Era una iperbole. figura retorica sconosciuta in giunta. Si usa portando all’eccesso una descrizione della realtà per rendere più evidente l’assurdità della situazione iniziale. Tuttavia mi sono pentito di avere offeso cavallo e cavaliere fedele al detto “gioca con i fanti e lascia in pace i santi”.
    Parlerò dei nostri molti fanti protagonisti di questa avventura. Anzi parlerò citando il Principe de Curtis che divideva l’umanità in uomini e caporali.
    Orbene, questi nostri caporali (attenti anche Hilter era caporale ma sorvoliamo) uniti a altri caporali che dall’incarico regionale vengono, cito fresco fresco l’avv.to Casali, hanno trovato pace in nuove formazioni politiche della destra estrema. Un tempo nella Lega destrorsa stava Tosi, ora nella destra più retriva e antistorica stanno loro. Come si dice se ne vanno sempre i migliori.

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