Il Comune vieta l’utilizzo del Centro Tommasoli a Sandi Volk per l’assemblea “Storia del Confine Orientale. Esodo Istriano e dintorni. Spostamenti di popolazioni in Istria e Trieste”. La risposta dello storico triestino e degli organizzatori dell’evento.
Lunedì 20 gennaio era in programma al Centro Tommasoli l’assemblea Storia del confine Orientale. Esodo istriano e dintorni. Spostamenti di popolazioni in Istria e Trieste, relatore lo storico Sandi Volk. L’amministrazione comunale non ha però concesso la sala, scrivendo agli organizzatori dell’evento, che «l’iniziativa, sia per le note posizioni espresse dal relatore, che per il titolo, appare di natura divisiva ed in netto contrasto con gli anzidetti valori e normative».
Valori e normative che nella lettera, firmata dal dirigente comunale Giuseppe Baratta, vengono così riassunti: «L’articolo 2 del regolamento d’uso delle sale della Sesta Circoscrizione prevede che nelle sale non si possono svolgere attività che per loro natura o carattere contrastino e/o siano in violazione di leggi o regolamenti vigenti; l’articolo 2 dello statuto comunale individua nei valori di libertà, giustizia, eguaglianza, fraternità e solidarietà i cardini della crescita e dello sviluppo civile della città; la legge 30 marzo 2004 numero 92 istitutiva del Giorno del Ricordo, vuole conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».

Sandi Volk
Volk ha così risposto al Sindaco di Verona Federico Sboarina: «Sono, credo, il primo che abbia scritto in maniera scientifica, documentata, sulla questione del destino dei profughi istriani e dalmati dopo aver lasciato le loro terre, mettendo in rilievo anche gli episodi poco nobili e le strumentalizzazioni di cui istriani e dalmati sono stati vittime. Sono queste le “note posizioni” che danno fastidio? Se ce ne fossero altre la pregherei di citarmele, anche se dubito che lei o qualcuno di coloro che ha steso il testo del diniego della sala abbia mai letto una riga di quanto ho scritto».
«Quanto alla divisività del titolo credo che il problema stia in realtà nel sottotitolo: “perché la propaganda della destra fascista non soffochi la ricerca e la ricostruzione storica”. La sua amministrazione, decidendo di impedire l’utilizzo di una sala pubblica per contrastare la propaganda di chi oggi incita all’odio tra i popoli, si è di fatto schierata dalla parte di quest’ultimi. Ci può essere scelta più “divisiva” di questa? Delle sue scelte lei porta l’intera e totale responsabilità. Per quanto mi riguarda continuerò ad esprimere le posizioni che ritengo più giuste, documentate e corrette, anche se non piacciono a chi vive sulle menzogne e le invenzioni. Forse in fondo dividersi tra chi libertà, giustizia, fraternità, eguaglianza e solidarietà le sostiene davvero e chi le cita solo per negarle è giusto ed inevitabile».
Gli organizzatori dell’evento, Potere al Popolo, PCI e Rifondazione Comunista, hanno replicato dichiarando che «alla nostra amministrazione non è sfuggita la faziosità di un titolo così divisivo. Mentre pare sia sfuggita quando Forza Nuova organizzò in sala Lodi una conferenza che criminalizzava la Resistenza invitando il saggista, già condannato per diffamazione ad un partigiano, Gianfranco Stella. Non gli è parso divisivo nemmeno sostenere economicamente negli spazi pubblici un convegno davvero poco pacificatorio, come quello del 30 marzo scorso, che è stato contestato da una mobilitazione popolare di 100 mila persone. Non gli è parso nemmeno divisivo intitolare una via al fascista, fucilatore di partigiani, Giorgio Almirante».
Secondo Potere al Popolo, inoltre, Palazzo Barbieri «è divisivo solo ciò che non si accoda con la loro visione del mondo e della storia. Una storia costantemente manipolata, distorta a fini riabilitativi del periodo fascista. Fa sorridere che le motivazioni addotte a questo atto di censura si richiamino a valori di “libertà, giustizia, eguaglianza, fraternità” (così è scritto nella comunicazione ufficiale), nonché alla legge istitutiva del Giorno del Ricordo che indica di conservare e rinnovare la memoria sulle “più complesse vicende del confine orientale”. Le stesse che l’amministrazione di Sboarina tenta di censurare richiamandosi a valori quali la libertà!».


Redazione2
19/01/2020 at 13:48
A proposito di iniziative “divisive”. Mentre il Consiglio comunale premia Liliana Segre la Giunta istituisce il nuovo toponimo di via Giorgio Almirante
Nello stesso giorno in cui il consiglio comunale di Verona, su mia proposta e all’unanimità dei presenti, decideva di conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, veniva pubblica la delibera di giunta comunale numero 3 dell’8 gennaio 2020 con cui la giunta Sboarina ha dato mandato agli uffici comunali di istituire il nuovo toponimo di “Via Giorgio Almirante” precedentemente approvato, tra mille polemiche, dalla Commissione comunale toponomastica il 5 novembre 2019.
Questa è la follia dell’amministrazione Sboarina: da una parte il Consiglio comunale che dà un riconoscimento importante ad una donna coraggiosa che all’età di quasi 90 anni è ancora impegnata in una difficile e pericolosa battaglia contro il i rigurgiti di fascismo e di razzismo che riaffiorano dalle viscere della nostra società; dall’altra parte la Giunta che sdogana una figura come quella di Giorgio Almirante che di questo razzismo omicida fu un accanito e mai pentito teorico, sia da segretario del comitato di redazione della rivista antisemita e razzista “La difesa della razza” (incarico che ricoprì tra il 1938 e il 1942) sia da firmatario del “Manifesto della Razza” del 1938.
A proposito di proposte divisive: con quale logica si può pensare di premiare ad un tempo vittime e aguzzini? Spero nell’intervento del Prefetto di Verona a cui gli atti sono stati trasmessi per competenza.
Michele Bertucco
Consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune
Marcello
18/01/2020 at 19:47
L’impressione è che ci siano ricordi e ricordi. Quelli ammissibili e suscettibili di portare voti e quelli inutili e censurabili, perché rischiano di avvantaggiare i “nemici”, un po’ alla Pansa; ma qui il “sangue dei vinti”, la loro cultura e civiltà fanno paura a chi è abituato a suscitare ben altre “paure”. Ma quel debito di italianità non sarà mai restituito? Mi domando quanto sia sincera la cittadinanza concessa alla Segre.
Fiorenzo Fasoli
18/01/2020 at 17:50
Egregio direttore,
con sorpresa e non senza disappunto, leggo sul suo giornale l’articolo sull’assemblea prevista per lunedì 20 gennaio con lo storico Sandi Volk dove Potere al Popolo appare come unico promotore dell’iniziativa.
Ribadisco, senza paura di essere smentito, che l’incontro è organizzato, oltre che da Potere al Popolo, anche dal PCI e da Rifondazione Comunista da cui è partita l’idea di preparare l’evento e che, nei fatti, ha presentato la domanda per avere la sala e nella cui sede, lunedì, l’iniziativa.avrà luogo.
A conferma di quanto sto sostenendo basta consultare la risposta di diniego emessa dall’Amministrazione Comunale che, guarda caso, è indirizzata proprio al sottoscritto.
Mi risulta, inoltre, che sia stato emesso un comunicato stampa con le firme dei tre soggetti organizzatori per cui non capisco come mai, alla fine, la paternità dell’evento sia riconosciuta solo ad una di esse.
Valuto assolutamente prioritario che, prima di tutto, venga criticato l’atteggiamento di censura e di faziosità dell’amministrazione comunale, però penso anche che, una corretta e completa informazione, non possa prescindere dal riconoscere i contributi di tutti i soggetti attori dell’iniziativa.
Mi sorprende anche il dover puntualizzare questioni come questa ad un giornale che ho sempre ritenuto preciso e puntuale nel fornire qualificata informazione e, di cui, spesso apprezzo articoli e prese di posizione.
Ma tant’è.
Con stima.
Fiorenzo Fasoli
Redazione2
19/01/2020 at 12:10
Abbiamo provveduto, con una integrazione nell’articolo, a citare tra gli organizzatori dell’evento anche PCI e Rifondazione Comunista. Grazie della segnalazione. g.m.
Giorgio Massignan
18/01/2020 at 10:39
In una società civile e democratica non dovrebbero esistere censure e l’utilizzo delle sale pubbliche dovrebbe essere aperto a tutti, sia agli amici che agli avversari politici. Così come dovrebbe essere permesso a tutti di esprimere il proprio pensiero liberamente, senza essere contestati rumorosamente e violentemente per impedire loro di parlare. Rammento che coloro che amministrano una città, non sono i loro padroni e che gli spazi pubblici appartengono a tutti i cittadini e quindi devono poter essere utilizzati senza preclusioni; ad esclusione di chi incita apertamente alla violenza.
Dino POLI
17/01/2020 at 20:11
Una cosa vergognosa questa negazione della sala e ancora una volta di ispirazione fascista o della destra più ancorata stupidamente a quel periodo storico. C’è invece bisogno di sapere meglio cos’è successo sul confine orientale, perché Trieste ha impiegato tanto tempo per diventare italiana e perché in Istria non s’è più parlato italiano, e così nel resto dell’Adriatico est, e si avverte proprio la necessità di studiare e approfondire quei tempi storici così dolorosi e vicini. Ma di fascismo pare non si debba proprio parlare, e invece ce n’è un gran bisogno