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Spettacoli

Orlando, il barocco e l’atmosfera fantastica dei poemi cavallereschi

TEATRO RISTORI. Per la rassegna dedicata al barocco, il dramma per musica di G. F. Händel eseguito dall’ensamble Il pomo d’oro diretto da Francesco Corti.

Orlando-Il Pomo d'Oro
Il Pomo d'Oro - Foto di Nicola Dalmaso

TEATRO RISTORI. Per la rassegna dedicata al barocco, il dramma per musica di G. F. Händel eseguito dall’ensamble Il pomo d’oro diretto da Francesco Corti.

Al Teatro Ristori di Verona, giovedì 9 gennaio alle 20:30, il primo appuntamento del 2020 della rassegna Barocca sarà dedicato all’esecuzione in forma semi-scenica del dramma per musica in tre atti Orlando di Georg Friedrich Händel. Gli organizzatori considerano l’evento come uno dei momenti più alti della stagione 2019-2020. Sul palco una formazione tra i protagonisti indiscussi del il panorama barocco internazionale: l’ensemble su strumenti originali Il Pomo d’Oro, guidato dal maestro di concerto al cembalo Francesco Corti; il controtenore Max Emanuel Cencic nel ruolo di Orlando; il soprano Katryn Lewek nelle vesti di Angelica; Nuria Real, soprano Dorinda; Francesca Ascioti, contralto Medoro; Luca Pisaroni, basso-baritono.

Una esecuzione, in cui si possono apprezzare appieno i frutti della prolifica mente di Händel. Orlando, la cui première avvenne a Londra al King’s Theatre, il 27 gennaio 1733, dopo le 10 recite d’apertura, cadde praticamente nell’oblio, fintantoché non fu recuperato nel 1922 (Händel-Fest di Halle). Ma la consacrazione effettiva a stabile opera di repertorio barocco, a seguito di quel timido battesimo, l’Orlando l’ebbe nel 1985 al Teatro La Fenice di Venezia, quando sotto la bacchetta di Sir Charles Mackerras rivisse per opera di artisti del calibro di Marilyn Horne e Lella Cuberli.

L’Orlando è stato composto da un tedesco per un impresario londinese ma è un tipico esempio di opera seria italiana. Gli anni delle sue opere maggiori, rappresentate per lo più a Londra, corrispondono al periodo più importante del “bel canto” italiano, dominato dai cosiddetti musici, i castrati che cantavano tutti i principali ruoli eroici. Nel cast della prima rappresentazione c’era Senesino, il castrato più famoso del tempo, assieme a Farinelli. Per questa edizione al Teatro Ristori, il pubblico avrà l’opportunità di ascoltare la voce del contraltista più apprezzato al mondo, quella di Max Emanuel Cencic.

L’utilizzo degli strumenti originali, nonché delle viole d’amore quando Orlando cade in un sonno profondo, crea un’atmosfera barocca assolutamente genuina. Per questi ultimi strumenti Händel indica «violette marine per I Signori Castrucci», rivelando che probabilmente due fratelli italiani che suonavano questi inusitati strumenti. Con questa opera Händel tornò a misurarsi con l’atmosfera fantastica dei poemi cavallereschi a distanza di diciotto anni dall’Amadigi di Gaula, e iniziò una sorta di trittico ariostesco che sarebbe stato completato due anni dopo con Ariodante e Alcina. Non si conosce l’autore dell’adattamento del libretto e non si può escludere che sia stato il compositore stesso a occuparsene. Il testo scritto da Capece e musicato da Domenico Scarlatti (Orlando ovvero La gelosa pazzia, Roma 1711) si rifaceva a sua volta a una lunga tradizione di opere basate sul poema di Ariosto.

«Con questo appuntamento entra nel vivo il progetto triennale del Teatro Ristori per la divulgazione delle opere composte per il teatro nel Settecento, per valorizzare un repertorio poco conosciuto in Italia, ma molto apprezzato nel resto d’Europa, che vuole essere complementare alle programmazioni tradizionale di altri Teatri. Un ulteriore contributo alla formazione del pubblico del futuro» spiegano gli orgazzatori.

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Dal 2012, Il pomo d’oro si è distinto per le interpretazioni autentiche e dinamiche di opere e pezzi strumentali del periodo barocco e classico e i suoi musicisti sono tra i più noti nell’interpretazione con strumenti d’epoca. L’orchestra ha lavorato con diversi direttori tra i quali Riccardo Minasi, Maxim Emelyanychev, Stefano Montanari, George Petrou, Enrico Onofri e Francesco Corti. Il primo violino, Zefira Valova, guida l’orchestra in molti dei suoi progetti e, dal 2016, Maxim Emelyanychev ne è il direttore principale. È ospite ricorrente dei più prestigiosi festival e sale da concerto in tutta Europa. Il suo programma In War and Peace – Harmony through music, registrato con il mezzosoprano americano Joyce Di Donato e diretto da Maxim Emelyanychev, ha girato 3 continenti in diversi tour (America, Europa e Asia) ed è stato vincitore dell’Echo Klassik 2017. La discografia include diverse registrazioni di opere integrali: Serse, Tamerlano, Partenope e Ottone di Haendel e Catone in Ustica di Vinci. Inoltre. l’orchestra ha registrato diversi recitals con i controtenori Jakub Jozef Orlinski, Franco Fagioli, Max Emanuel Cencic e Xavier Sabata, i mezzosoprani Ann Hallenberg e Joyce Di Donato, e i soprani Francesca Aspromonte e Emoke Barath.

Il nome Il Pomo d’Oro prende ispirazione dall’omonima opera di Antonio Cesti. Composta nel 1666 per il matrimonio dell’imperatore Leopoldo I e Margherita Teresa di Spagna, Il Pomo d’Oro è probabilmente la più lunga, costosa e spettacolare opera mai messa in piedi, nonostante la breve storia del genere. Il titolo conta 24 scenografie diverse, un balletto ippico con 300 cavalli, uno spettacolo pirotecnico di 73.000 fuochi d’artificio e numerosi “effetti speciali”; tutto con l’obiettivo di rendere la corte imperiale il centro culturale dell’Europa del tempo.

Per maggiori informazioni visitare la pagina dedicata alla Stagione Concertistica del Teatro Ristori.

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