TEATRO LABORATORIO. Opera ispirata alla storia di Pietro Ioia, è un dito puntato contro il fallimento dello Stato nella missione di rieducazione che un istituto di detenzione dovrebbe avere.
Mercoledì 27 novembre 2019, alle 21:00, al Teatro Laboratorio di Verona per la sesta edizione del Festival “ “Non c’è differenza”, è di scena La cella zero. Morte e rinascita di un uomo in gabbia di Antonio Mocciola e Pietro Ioia. È la storia di Pietro Ioia, 22 anni in carcere, 20 istituti penitenziari diversi. Spacciatore del rione Forcella di Napoli, dalla bella vita con i soldi del narcotraffico è passato all’inferno del carcere di Poggioreale.
Lo spettacolo è un viaggio nell’incubo di un ragazzo napoletano, che invecchia in carcere e ne esce dopo 22 anni, trovando la forza di raccontare le vessazioni e le ingiustizie subite. Una volta uscito dal carcere, Pietro denuncia l’esistenza di una cella ove i detenuti vengono maltrattati e subiscono abusi. Viene chiamata cella zero poiché non numerata e nascosta ai controlli. Lo spettacolo non racconta solo la storia di Pietro e dei suoi compagni, ma anche quella di chi rimane fuori impotente ad aspettare. Lo spettacolo La cella zero, nato da un’idea di Antonio Mocciola, è un dito puntato contro il fallimento dello Stato nella missione di rieducazione che un istituto di detenzione dovrebbe avere.
Oggi Pietro Ioia è il presidente dell’associazione Ex Detenuti di Poggioreale ed è attivissimo nella difesa di chi è ancora tra le mura del carcere e non ha la voce per gridare il proprio dolore. Grazie al suo attivismo, la cella zero nel carcere di Poggioreale non esiste più, o meglio, non è più luogo di violenza e soprusi, a danno di chi, certo, deve pagare per gli errori fatti, ma con una modalità consona alla nostra Costituzione e al concetto di umanità.
L’ingresso è fissato a un solo euro (come per tutti gli spettacoli e le proiezioni del festival). Il Festival prosegue con tanti altri appuntamenti fino al 3 dicembre.
Informazioni: www.teatroscientifico.com.