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Opera Filovia: il video e i commenti sul futuro della viabilità a Verona

L’AMT Spa ha pubblicato un video sul sito dell’Opera filobus con l’intento di mostrare ai cittadini di Verona un assaggio del funzionamento della filovia a lavori ultimati.

Filovia

Mercoledì 13 novembre AMT ha pubblicato un video con l’intento di mostrare ai cittadini di Verona il servizio svolto dal nuovo filobus a lavori ultimati. La videosimulazione si sofferma principalmente sul passaggio dei mezzi a partire dai quattro capolinea e per ogni tratta viene anche riportata la durata indicativa del viaggio e vengono visualizzati alcuni punti di percorso significativi, come via Pisano, Porta Vescovo, la Stazione di Porta Nuova e Piazza Bra. Una parte del video riguarda il funzionamento di Onda Verde, la priorità semaforica in prossimità degli incroci che scatterà in automatico all’arrivo della filovia e che dovrebbe consentire, assieme alle corsie preferenziali, un servizio più veloce rispetto a quello degli autobus. Nel filmato si vedono anche i tratti dove il filobus verrà alimentato tramite le linee aeree e le strade in cui invece transiterà spinto dalle batterie.

Di seguito i commenti che abbiamo ricevuto. Potete a vostra volta commentare il video (vi piace, non vi piace? Perché?) inviando le vostre opinioni a: redazione@verona-in.it (massimo 1.200 battute).

Paolo Ricci. Ho visto il filmato pubblicitario: una google maps un po’ imbellettata senza alcuna informazione aggiuntiva. La differenza con il Mose è quantitativamente incommensurabile, ma quella qualitativa molto meno. Si tratta infatti di un’opera progettata molti anni fa, quando tecnologie in grado di evitare “le bretelle” non erano ancora disponibili su scala industriale. Oggi non è più così, ma l’avvio dei lavori dopo infinite discussioni, appunto come il Mose, è arrivato solo oggi. Sembra di trovarsi di fronte ad una malattia che ha superato il punto di non-ritorno. Nulla più potrebbe farla tornare indietro, anche se nuove terapie sono a portata di mano. Fuor di metafora, una alimentazione elettrica in grado di evitare “le bretelle” e magari anche le dimensioni eccessive del veicolo. Due vincoli che hanno prodotto e produrranno un impatto importante sulla mobilità ordinaria di una città che non è Los Angeles e su quel poco di verde che lì resiste e che sarebbe tanto utile per mitigare l’effetto delle polveri sottili sulla salute di residenti nell’area più inquinata d’ Europa. Il filmato ci presenta il filobus come se fosse l’unico veicolo della città grazie all’assist della precedenza semaforica. Purtroppo il problema dipende proprio da questo approccio incapace di collocare qualsiasi puntuale scelta urbanistica in un contesto che risponda ad una visione organica di città. Tutto si aggiunge disordinatamente occupando ogni spazio libero come si trattasse di una soffitta: filobus, pullman turistici, trenini, motorini, monopattini, carrozzelle, deroghe a gogò in ZTL e altro ancora.

Ettore Salvini. Senza nessun obiettivo in percentuali numeriche di decremento dell’uso dell’auto privata, aumento dell’uso dei mezzi pubblici, aumento dell’uso della bicicletta (con conseguente adeguamento della viabilità contemporaneamente in tal senso) il progetto non è affatto verde. Pur con mezzi più inquinanti impiegati allo scopo di abbattere il traffico privato a favore di altro sarebbe più verde. Lo studio a tavolino deve essere molto più ampio e collegato a tutti i mezzi di trasporto in gioco ed alla viabilità provinciale attigua alla città. Lo studio attuale, se ce ne è stato uno, e il video sono pura propaganda politica. Il rischio, come nello stile già collaudato in Italia, è che i grandi (o medi) cantieri siano più finalizzati a guadagni di soggetti particolari piuttosto che della collettività.

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Martino Franceschi. Il video che presenta il rendering del progetto filovia è accattivante, come spesso succede, ma veramente povero di dati numerici. Che frequenza avranno i mezzi? Che capienza? Ci saranno sviluppi di percorso per il futuro? L’opera può essere utile se si va ad integrare con il trasporto pubblico attuale, senza intralciarlo, come sembra invece di capire. Cosa differenzia la filovia dalle linee attuali di autobus? La scelta della rotaia sarebbe stata più saggia. Inoltre, il progetto per essere efficace dovrebbe accompagnarsi con un disincentivo al traffico privato, integrandosi con la rete di trasporto provinciale. Per ora restano i disagi per i cantieri e le restrizioni di corsia.

Francesco Premi (Consigliere 2ª Circoscrizione Verona in Comune). Più che quello che il video fa vedere, è critico quello che non mostra. Ovvero che non risolverà i problemi delle migliaia di pendolari dell’area metropolitana, che continueranno ad arrivare in auto intasando le vie d’accesso alla città; non risolverà i problemi delle periferie di serie B, ovvero quelle che avrebbero avuto più bisogno di sollievo: Parona, Borgo Milano, Golosine, Valpantena…; non risolverà i problemi del centro, perché la capacità in passeggeri trasportabili dal nuovo mezzo è inferiore agli attuali; non risolverà i problemi di collegamento est-ovest, quando invece due linee bene organizzate, circolari esterna e interna, sarebbero state sufficienti. Insomma, a fronte del suo costo esorbitante nulla che possa modificare realmente la mobilità di Verona. Sarebbe stato utile parlarne apertamente, liberamente e costruttivamente nei territori – sia quelli interessati dall’opera, sia quelli dimenticati dall’opera – ben prima di oggi. Ma le amministrazioni che lo hanno pervicacemente voluto, sommariamente progettato e maldestramente fatto partire (Tosi e Sboarina, per i distratti) non brillano certo né per trasparenza né per condivisione.

Elisabetta Grandi. Da milanese quale sono, mi rendo sempre più conto che i veronesi hanno spesso  difficoltà ad abituarsi al cambiamento, di qualsiasi natura esso sia. Provenendo io da una città dove la filovia circolava già quand’ero bambina, posso assicurarvi che si inserirà bene nel contesto veronese. La preoccupazione che qualcuno ha manifestato in merito “alla ragnatela di fili elettrici sopra le nostre teste”, lascerà presto il posto al piacere di viaggiare senza inquinamento atmosferico e acustico. L’unico consiglio che mi sentirei di dare, è l’obbligatorietà a bordo del bigliettaio/controllore, così da viaggiare tutti muniti di biglietto e assicurare alla compagnia di trasporti il giusto guadagno.

Alessandro Gennari (Consigliere comunale M5S). Che cosa ne penso del video sul filobus e tutto il cinema legato a quest’opera? Uso le parole di Luigi Pirandello nel descrivere l’ironia: una signora imbellettata (Vedo una vecchia signora…), ovvero qualcosa che dietro le fastose apparenze nasconde un aspetto decadente. Le città del futuro concepiscono la mobilità come un servizio basando l’offerta di trasporto su tecnologia block-chain e studi di pacchetti dati condivisi. Con queste premesse allora un mezzo nuovo potrebbe avrebbe senso, ma sarebbe anche progettato diversamente. Non sono contrario al trasporto pubblico di massa , anzi, ma dobbiamo essere realisti e dire che questo filobus è concepito senza uno studio sui flussi di traffico e senza provare a migliorare la rete attuale applicando ad esempio il concetto della “raggiera”. Magari al posto di bretelle e mezzi da 18 metri avremmo minibus elettrici o ad idrogeno, come in Trentino. Inoltre i cantieri stanno sventrando la città eliminando una grossa fetta di verde pubblico; dato allarmante, considerando i cambiamenti climatici in corso ed il dissesto idrogeologico. Purtroppo questa politica locale, senza coraggio ne visione, preferisce restare provinciale.

Marco Raineri, Stefano Dalzen, Daniele Pucciarelli (Comitato per la metropolitana di Verona) Comprendiamo la volontà di AMT di ridurre la giustificata avversione dei cittadini rispetto al progetto, anche perché è giusto auspicare un sempre maggiore utilizzo dei mezzi pubblici. Riteniamo però che i vantaggi derivanti siano evidentemente minori rispetto alle criticità. Infatti: 1. la velocità media prevista è bassa per un mezzo pubblico di massa moderno. Inoltre altri fattori, come frequenza, capienza, parcheggi scambiatori sottodimensionati, non consentiranno il passaggio di un numero significativo di persone da auto a filobus; 2. la limitata utilità del progetto non può giustificare il suo forte impatto; 3. la causa della riduzione delle corsie di marcia a disposizione degli altri mezzi per far spazio al filobus la congestione stradale potrebbe aumentare; 4. Verona è riuscita ad ottenere 80 milioni di euro di fondi statali da destinare al filobus, Brescia ne ha ottenuti 440 per la metro, si poteva ambire a qualcosa di meglio; 5. il filobus potrà divenire un mezzo utile per Verona solo se integrato in un sistema di trasporto pubblico che veda anche la presenza di una metropolitana leggera di superficie e sotterranea in alcuni tratti, che si colleghi ai principali centri abitati della prima periferia, studiata con una visione di lungo periodo.

Marinella Mocali. Io prendo il bus tutti i giorni e le condizioni di “deserto assoluto” mostrate nel video sono fantascientifiche a mio avviso.  Ammesso e non concesso che si riesca a portare in fondo i lavori (zona Stazione, così come via San Paolo rende molto perplessi) nel video non si vedono i rendering  realistici del passaggio delle due vetture in spazi angusti, come ad esempio in via Pisano. Già ora per un minimo intralcio, il mezzo pubblico su paralizza… Il video, a mio avviso, è più simile alla visione ideale di un cartone animato. Via Mameli  poi… Non da ultimo  i parcheggi scambiatori sottodimensionati. Grazie dell’attenzione e per la  possibilità che avete dato di commentare.

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Claudio Toffalini. Il  mio articolo sul trasporto pubblico a Verona  è stato pubblicato il 12 novembre ed il giorno dopo AMT ha risposto con un video. Casualità? O forse no. Rilevo però che a tante osservazioni, dubbi e domande, si è risposto con un video di propaganda, a tratti un po’ surreale, senza risposte ai quesiti posti. Ma va bene così, e ben venga un ampio dibattito su questo tema che riguarda da vicino tutti i cittadini veronesi. Verona ha bisogno di un miglioramento qualitativo della mobilità pubblica urbana, ed  il filobus contribuirà a questo? Lo vedremo, ma  certamente il filobus da solo non risolve magicamente tutti i problemi. La mobilità è un problema complesso dove giocano tante variabili: l’urbanizzazione della città, il sistema metropolitano, i grandi spostamenti delle ore di punta, le arterie di penetrazione e di collegamento fra i quartieri, la collocazione dei grandi atrattori di traffico, l’uso equilibrato fra auto private, mezzi pubblici, bici e pedoni… Per migliorare la mobilità occorre lavorare su molti fronti contemporaneamente tenendo presente che ogni variabile si relazione con tutte le altre e le condiziona come un sistema a vasi comunicanti. Utilissimo è anche mettere in rete i mobility manager delle principali aziende veronesi, interloquire con i presidi ed i direttori didattici, dialogare con i sindaci dei comuni contermini, nonché con le Ferrovie. A volte basta solo parlarsi per ottenere miglioramenti a costo zero. Per adesso ci teniamo i canteri ed i relativi disagi.

Alberto Ballestriero (VeronaPolis). Premesso che a Verona c’è un estremo bisogno di un trasporto pubblico che non veda più come protagonisti i motori a combustibili fossili. Nel merito del video, tecnicamente buono, se lo scopo è quello di fare propaganda va benissimo. Se lo scopo è invece quello di informare correttamente, il video contiene diverse omissioni. La filovia si muove in un ambiente irreale: quasi sparite le automobili, moto bici non se ne vedono. Non si vedono nemmeno i fili aerei di alimentazione e nemmeno i pali che li sostengono. Non si vedono gli alberi che fiancheggiano molte strade del percorso e che saranno quelli che interferiranno maggiormente con i fili. Non si vedono passaggi difficili come ad esempio le curve nelle strade strette. Sarebbe anche interessante capire, oltre ai 90 vecchi autobus che spariranno dalla circolazione, se è stata fatta una stima di quante automobili in circolazione l’autobus potrà sostituire.

Marisa Velardita (Italia Nostra, Verona). AMT, nel video appena confezionato, ha presentato il progetto del filobus a venire come un’opera perfetta che si cala nella città senza stravolgerla, per risolvere il problema della mobilità dei cittadini veronesi. Tutto è bello e il traffico fluido e senza intoppi. Ma sarà questa la realtà? E quale il prezzo da pagare? Se lo si chiede ai rappresentanti dei vari comitati che sono nati nei quartieri sconvolti dai cantieri del filobus, e che nei mesi scorsi hanno fatto sentire le loro proteste anche attraverso giornali e televisioni, la risposta è no. Chiuderanno molti negozi perché i mezzi di trasporto pubblico passeranno davanti agli ingressi, spariranno i posti macchina, saranno abbattute centinaia di piante rendendo ancora più irrespirabile l’aria della città (alla faccia del contrasto ai cambiamenti climatici) e le macchine dei privati non sapranno più dove andare, vedi via Mameli e via IV Novembre. E il filobus lo prenderanno i veronesi della città e soprattutto quelli di fuori? Ci saranno parcheggi scambiatori abbastanza capienti da accoglierli? Certo la video-comunicazione è efficace, ma se l’uso della tecnologia permette di piegare la realtà a fini di propaganda, quanti sono in percentuale gli utenti internet che ci cascano davvero? La gente sempre di più vuole essere protagonista dei cambiamenti che la riguardano e vuole parlare e confrontarsi direttamente con chi amministra ed è responsabile dei cambiamenti. Cantava Giorgio Gaber: “Libertà è partecipazione…”. Io credo che, oggi, nella nostra Verona, sia questa l’esigenza più forte e sentita dei cittadini che pensano.

Denis Signoretto. Tra le tante criticità e preoccupazioni che genera in me questa mostruosa e impattante Opera c’è l’infrastruttura stradale di cui necessita, che la rende rigida e costosa e che, da quanto posso vedere dai cantieri (felice di essere smentito), viene realizzata senza adeguare i sottoservizi sottostanti, in particolare quelli dedicati allo smaltimento delle acque reflue. È sotto i nostri occhi. Non possiamo continuare a trascurare i violenti fenomeni atmosferici e che Verona ha evidenti carenze nello smaltimento delle acque. Se non si adegua l’infrastruttura sottostante e non si pone una regolamentazione alla continua cementificazione e concentrazione di edifici nelle zone ad alta densità urbana, si dovrà necessariamente intervenire. Cosa succederà quando si dovrà mettere mano ai sottoservizi? Con quali costi aggiuntivi, visto il resistente strato creato lungo le arterie della filovia? E una volta che il mezzo sarà in esercizio come ne risentirà il trasporto pubblico? Per me questo progetto è una assurdità che porterà gravi conseguenze a Verona. La mia proposta è un centro storico servito da una serie di mezzi più piccoli ed ecologici a copertura capillare, garantendo un biglietto unificato per la mobilità pubblica per autobus, citybike e monopattini. Dalla periferia ai parcheggi scambiatori metropolitane di superficie.

Giorgio Massignan (VeronaPolis). Il video è fatto molto bene e indica con chiarezza i percorsi del filobus, i tempi e gli impatti sulla città. Dalla sua visione si riesce a comprendere come questo mezzo di trasporto occuperà gran parte delle arterie viabilistiche, attualmente invase dalle automobili private. Tutto questo sarebbe positivo se il numero dei mezzi pubblici, la loro portata e frequenza potessero realmente sostituire l’attuale flusso di traffico privato; ma non sarà così. Purtroppo, temo che ad opera finita ci troveremo con via Mameli, via 4 Novembre, ed altre ancora, intasate di automobili perché costrette a percorrere le carreggiate dimezzate, per permettere al filobus di avere le indispensabili corsie preferenziali. Questo impatto, molto probabilmente, renderà necessaria – per esempio nella zona limitrofa a via Mameli –  la costruzione di nuove strade parallele e di collegamento con il Saval, attraversando aree fragili e paesaggisticamente preziose. Rammento che la portata di ogni filobus è di 180 persone e complessivamente i 39 mezzi previsti potrebbero servire 7.020 utenti; numero decisamente insufficiente per essere realmente alternativo a quello privato a motore. Ritengo che solo la realizzazione di una linea di metropolitana di superficie urbana, con portata e frequenze ben superiori a quelle del filobus, completata da una serie di minibus elettrici per il centro storico, inseriti in un organico sistema della mobilità, potrebbero essere realmente alternativi al trasporto privato a motore. Concludo con la convinzione che con l’attuazione delle linee per il filobus, la città sarà costretta a subire i disagi dell’occupazione delle strade ed il taglio di molti alberi, senza giovarsi di una concreta diminuzione del traffico privato a motore.

Pietro Giovanni Trincanato (Movimento Traguardi). «Il video informativo di AMT non chiarisce i dubbi sul progetto Filobus, ma anzi li aumenta. Per prima cosa, il fondamentale problema dei parcheggi scambiatori è liquidato con una semplice indicazione geografica della loro posizione. Non solo, non sono compresi nella programmazione triennale delle opere pubbliche. In più non è definita la loro capienza, che ad oggi risulta limitata e insufficiente. Le tratte inoltre sono le stesse delle linee attuali dei normali Bus che percorrono il tratto est-ovest e sud-est della città. Non viene, inoltre, in alcun modo spiegato come il progetto vada ad inserirsi nell’attuale situazione viabilistica cittadina, ad eccezione di un breve accenno a corsie preferenziali e semafori con precedenza. È un progetto che, lo ricordiamo, nasce in assenza di un Piano del Traffico e a maggior ragione di un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Stiamo parlando di un’opera progettata non solo molti anni fa ma senza nemmeno uno scenario viabilistico alla base. Bene le corsie preferenziali, ma sono state studiate attentamente in un piano complessivo?  Nulla di nuovo, insomma. Un progetto che Tosi ha voluto e rimandato e che Sboarina è stato incapace di gestire. Le risposte agli ormai troppi dubbi e perplessità ci inducono a pensare che si tratti di un’opera incerta ed inefficace prima ancora che venga ultimata».

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Michele Bertucco (Consigliere comunale Verona e Sinistra in Comune). «La vera novità riguardo al filobus è che Amt ha sospeso le assemblee di quartiere richieste dalla Circoscrizioni in favore di un video propagandistico di 6 minuti al quale mancava soltanto l’apparizione di un unicorno. Di solito la comunicazione si fa prima di avviare i cantieri con i relativi disagi e le inevitabili proteste. Anche con il filobus questa amministrazione ha invece scelto di non confrontarsi con nessuno. Deleterio, poi, far passare il messaggio che nulla cambierà per la mobilità cittadina. Se il filobus non porterà ad un incremento dei passeggeri del trasporto pubblico sarà un investimento in perdita, visti i maggiori costi di esercizio rispetto ai tradizionali bus. Inoltre, quello che ci si attende in quartiere Pindemonte e nell’area limitrofa a via IV Novembre a partire da Viale della Repubblica, è un intasamento della viabilità secondaria dal momento che Via Mameli e via IV Novembre diventeranno di fatto off-limits alle auto. Come si fa a pretendere che i cittadini lascino la macchina all’entrata in città se i parcheggi scambiatori saranno di soli 200 posti auto come era quello previsto dell’ex Cercola? Non da ultimo: la bonifica bellica in Città di Nimes allungherà ulteriormente i tempi di realizzazione. Come pensa l’amministrazione di rispettare la scadenza del 31 gennaio 2022?».

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Ci vorrebbe la filovia rossa che mi portava a scuola.

2 Comments

2 Comments

  1. Emiliano Cassardo

    08/04/2020 at 15:34

    Che fare? Ci accontentiamo del “meglio poco che niente”? Come principio avrei ambito per la mia città ad una metrotramvia o almeno un metrobus come a Padova. La reaità veronese purtroppo è che secondo me Verona soffre di mediocrità, poco orientata ad avere una visione allargata, proponendosi come dovrebbe fare da quinta città turistica d’Italia quale è. Lo dimostra la sua riluttanza ai cambiamenti. Ora che il filobus sta muovendo i primi passi si torna a proporre una metro leggera di superficie. Secondo me le due cose non sono in antitesi, anzi nel futuro sogno un mezzo su rotaia urbana che colleghi la periferia esterna (aerporto compreso, ma anche S.G.Lupatoto, S.Martino, Bussolengo, bassa Valpolicella) con la città senza entrarvi in modo invasivo.
    Certamente un intervento come la metropolitana di Brescia, pur essendo un gioiello tecnologico, mi sembra esagerato per delle città di rango 200000-300000 abitanti (il costo finale mi sembra fosse levitato a 900 milioni di €, da confrontare con i nostri miseri 160 milioni, forse lievitati a 200).
    Di sicuro dovranno cambiare anche le abitudini di noi cittadini, che dovremo ri-educarci ad usare il meno possibile la mobilità privata.

  2. Gianni Falcone

    17/11/2019 at 11:00

    Il video, come tante operazioni di marketing patinato, si sforza di presentare una realtà che tutti sappiamo non si avvererà mai.
    Comunque va apprezzato il notevole sforzo , visto che la realizzazione ha richiesto il laborioso apporto di più di una decina di esperti.
    Un po’ tranquillizza l’affermazione finale che “Nessun animale è stato ferito o maltrattato durante le riprese”, ma nulla si dice delle decine di alberi abbattuti.

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