Alba Rigo utilizza un linguaggio concettuale per esprimere quel legame silenzioso che unisce gli elementi naturali.
Sabato 16 novembre negli spazi dell’Associazione Arbes, a Santa Lucia, in via Villafranca 49, inaugura una mostra fotografica dal titolo Et Complexu Natura, con gli scatti di Alba Rigo. L’idea di una sintesi con la natura, di un abbraccio sinestetico con essa è il senso del progetto dell’artista.
Arbes, che ospita il progetto, è un’associazione culturale veronese che dal 2000 si occupa di assistenza, ricerca e divulgazione riguardo il benessere psico-sociale degli individui. I professionisti che ci lavorano sono medici, nutrizionisti, psicoterapeuti, counselor, fisioterapisti e mediatori.
Le 26 fotografie in mostra, sono realizzate con una macchina fotografica analogica, secondo la tecnica della doppia esposizione. Questa prevede di esporre due volte lo stesso fotogramma, scattando una foto di seguito all’altra sulla medesima porzione di pellicola. Una tecnica che tramite un’indagine formale, affronta aspetti interiori e profondi sul tema della materia e del moltiplicarsi dei punti di vista. I soggetti ritratti provengono da luoghi naturali come il Giardino Giusti, il Parco dell’Adige e il Parco Sigurtà, dove il rapporto tra uomo e natura è studiato e ne determina la funzione.
Il momento scelto per scattare le fotografie è all’alba, quando la luce è particolarmente calda e morbida. La combinazione di luce diffusa e del colorito caldo dell’alba risulta estremamente piacevole per l’occhio. Oltre alla qualità delle immagini scattate al nascere del giorno, si sviluppa anche una componente metaforica, di risveglio della natura e del mondo, di analisi di questo secondo molteplici prospettive. La sua fotografia vuole interiorizzare le emozioni della natura e sorprendersi per la sua energia creatrice. Alba Rigo utilizza un linguaggio concettuale per esprimere quel legame silenzioso che unisce gli elementi naturali. Una sorta di collage fatto di luce che unisce su un’unico spazio, tempi e realtà differenti, esprimendo senza parole la materia e la sue mutazioni.
«Il suo pensiero si fonda sul concetto di fusione tra soggetto e sfondo, sciolti uno all’interno dell’altro fino a creare un nuovo evento spettacolare – sostiene Arianna Novaga, docente e studiosa di fotografia e prosegue – Per dirla con Merleau Ponty, è come se il testo del mondo non rappresentasse per lei qualcosa da riprodurre in copia, ma comprendesse un vocabolario da ricostituire, in un solo atto, per divenire una nuova lingua da parlare. Così, come parole sparse che provengono da un tempo e uno spazio diversi, le foglie secche e i manufatti architettonici, le fronde, i prati, i fiori appena sbocciati e gli specchi d’acqua si abbracciano in una comunione universale, affidandosi ad un sentire che non conosce il dominio di un soggetto sull’altro, ma anzi consacra la complessità della natura».
Zeno Massignan

Zeno Massignan è nato a Verona nel 1988, laureato in Lettere con un percorso in Storia dell’Arte, laureato in Gestione ed Economia dell’Arte. Ha lavorato nel settore marketing e comunicazione per alcune istituzioni museali. Pratica e insegna judo, appassionato di arte, apprezza la convivialità e la vita all’aria aperta. zeno.massignan@hotmail.it
