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Caso Balotelli, si riaccende la polemica su Verona razzista

Gli insulti al giocatore del Brescia opera di pochi facinorosi. Le reazioni dei politici Zardini, D’Arienzo, Businarolo, Velardi, Zavarise, Bisinella, Benini, La Paglia, Vallani, Bertucco. 

Gli insulti razzisti al giocatore del Brescia opera di una quindicina di facinorosi. Le reazioni dei politici: Zardini, D’Arienzo, Businarolo, Velardi, Zavarise, Bisinella, Benini, La Paglia, Vallani, Bertucco.  Le dichiarazioni di Castellini (Forza Nuova) come benzina sul fuoco.

Domenica 3 novembre durante la partita VeronaBrescia allo stadio Bentegodi, il giocatore Mario Balotelli ha calciato il pallone verso la tifoseria del Verona come reazione ad alcuni insulti razzisti provenienti dagli spalti. Per quattro minuti la gara è stata sospesa.  Immediate le polemiche.

Per l’ispettore federale, che si trovava sotto il settore degli ultrà del Verona, più che di  cori «si è trattato di una quindicina di persone. Oltretutto dal resto della curva è partito anche qualche applauso per Balotelli», affermazione che ridimensiona sia l’episodio che  le conseguenze per la società scaligera, visto l’articolo 28 del Codice di giustizia sportiva che sancisce come “la gravità degli insulti varia a seconda dei decibel e del numero di chi li urla“.

Il deputato veronese Pd Diego Zardini, dichiarando piena solidarietà al giocatore, aggiunge che «Verona ha fatto una pessima figura per colpa di pochi scemi. Per quanto minoritarie, queste frange di tifo sono rumorose e in grado di catalizzare l’attenzione. Anche da tifoso storico dell’Hellas chiedo alla società di intervenire e di recidere qualsiasi rapporto con i razzisti. Le forze dell’ordine hanno gli strumenti per individuare chi compie reati all’interno dello stadio e di prendere provvedimenti nei loro confronti».

Stadio Bentegodi (Verona, 1984, Wikimedia Commons)

Secondo Zardini Verona non è razzista ma non soffermarsi su quanto accaduto non aiuta a risolvere il problema, che non riguarderebbe un episodio isolato ma bensì il calcio italiano. «Dobbiamo ammettere che una parte di tifosi è razzista – sottolinea il deputato Pd – e c’è un problema culturale grande quanto un palazzo nel calcio italiano. Credo che la responsabilità di agire sia di tutti: istituzioni, forze dell’ordine, ma anche delle società calcistiche e degli stessi tifosi. Tutti devono contribuire a debellare comportamenti che rendono tanto arretrato il calcio in Italia».

Per il senatore Pd Vincenzo D’Arienzo l’episodio evidenzierebbe una tecnica della tifoseria per evitare sanzioni alla propria squadra: «Quanto accaduto contro Balotelli – precisa D’Arienzo – era già stato notato nei confronti di Romelu Lukaku, l’attaccante dell’Inter. E a Cagliari la società non è stata multata proprio perché il giudice sportivo rilevò che “cori, urla e fischi” c’erano effettivamente stati, ma che comunque “ furono coperti da fischi e urla”. Più che ragionevole, quindi, ipotizzare che quote minoritarie di tifosi si siano adattate al nuovo regolamento individuando percorsi apparentemente leciti. Non mi piacciono certe giustificazioni, ad esempio sul carattere di Balotelli. É un ragazzo odioso? E quindi, va insultato per il colore della pelle? Spero che le telecamere siano riuscite a beccare quei pochi razzisti in modo che da domani siano solo un lontano e brutto ricordo. Ne guadagnerebbe il buon nome di Verona».

Il consigliere comunale della Andrea Velardi (Lega) parla di «ennesimo episodio di strumentalizzazione da parte di giornalisti ed esponenti politici nemmeno presenti sugli spalti», mentre il commissario provinciale Nicolò Zavarise (Lega) sottolinea: «Non c’è stato alcun ululato razzista nei confronti del calciatore del Brescia. Semplicemente il Verona stava dominando la partita e Balotelli, probabilmente non al pieno della propria forma sportiva, ha sfogato la sua frustrazione verso i tifosi che non hanno fatto altro che incitare la propria squadra. È ora di dire basta a chi continua ad associare Verona e la sua gente a un razzismo fantasma».

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Le dichiarazioni riportate dal Corriere del Veneto attribuite a Luca Castellini, coordinatore per il Nord di Forza Nuova, non aiutano a rasserenare gli animi: «Noi razzisti? Abbiamo un negro in squadra, ha segnato e gli abbiamo battuto le mani. Balotelli è italiano perché ha la cittadinanza italiana ma non potrà mai essere del tutto italiano. Ci sono problemi a dire la parola negro? Mi viene a prendere la Commissione Segre perché chiamo uno “negro”?».

Immediata la  reazione di Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani del gruppo consiliare del Partito Democratico, che chiedono una presa di posizione da parte del sindaco Federico Sboarina: «Le dichiarazioni di Castellini sono inaccettabili. Il Sindaco prenda la distanze e condanni chi scredita la città e il calcio veronese con parole di odio e di discriminazione. Sboarina non nasconda la testa sotto la sabbia: sette, dieci o quindici che siano, i tifosi razzisti vanno isolati e condannati, perché con il loro comportamento gettano fango sull’intera città e creano le condizioni culturali per crimini veri e propri. Abbandonando ogni pudore e affermando che una persona con la pelle scura non potrà mai essere cittadino italiano a pieno titolo, Castellini mette Sboarina davanti ad un bivio: il Sindaco sta con chi professa queste idee suprematiste o sta con lo stato di diritto democratico?».

Anche Michele Bertucco, Consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune, chiede un intervento del sindaco Sboarina su quanto detto da Castellini: «Il Sindaco Sboarina, presente alla partita Hellas-Brescia di ieri, si è affrettato a dire che lui i cori e gli sfottò razzisti non li ha sentiti. Avrà sentito, o per lo meno letto, le dichiarazioni di un autorevole capo ultrà come Luca Castellini, che è anche coordinatore della formazione estremista Foza Nuova, usare il termine “negro” per rivolgersi alle persone di origine africana; negare che Balotelli possa mai essere considerato un cittadino italiano a tutti gli effetti; negare che gente con la pelle nera, tanto in Italia quanto in Francia, possa mai essere rappresentativa di una nazione nemmeno in una disciplina sportiva come il calcio? Se le ha sentite si affretti a condannare anche queste affermazioni».

Patrizia Bisinella, capogruppo in Consiglio comunale di Fare Verona, afferma che in questo caso l’episodio di razzismo sia stato millantato da un personaggio pronto a tutto pur di far parlare di sé. Ma tant’è: «Verona è ancora una volta al centro della cronaca, accusata di xenofobia. É grave e triste che una delle più belle città d’Italia, meta di milioni di turisti da ogni parte del mondo, finisca su giornali e TV non per i suoi monumenti, ma per pochi facinorosi che scambiano la goliardia con la xenofobia. Verona si dissocia da chi fa del razzismo il suo stile di vita e da chiunque si diverta, anche solo per leggerezza o superficialità, a intonare cori offensivi nei confronti di altre persone».

Prende posizione anche la deputata M5S e presidente della Commissione Giustizia di Montecitorio Francesca Businarolo che si chiede se «alla società stia bene che una persona del genere, esponente politico del movimento estremista Forza Nuova si erga a rappresentante anche di una sola frazione della tifoseria. Quanto a quello che è successo in campo, spetterà alla giustizia sportiva fare chiarezza».

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2 Comments

2 Comments

  1. Maurizio Danzi

    05/11/2019 at 12:57

    https://youtu.be/c5KKtiV9pEg?t=48
    Luca Castellini ha detto parole definitive.
    Poi che si sentano cori o sussurri razzisti poco importa.
    Importa che l’ex assessore allo sport della giunta Tosi per un pugno di voti non difenda la città intera.

  2. Giorgio Massignan

    04/11/2019 at 21:46

    Premetto che sono un appassionato di calcio e che, pur sapendo che l’intera struttura andrebbe ripulita da molti individui ambigui, continuo a seguirlo e guardarlo con interesse. Detto questo, va sottolineato che, purtroppo, è l’intero ambiente del calcio che favorisce la presenza di certi individui. Si tratta di un brodo in cui si sviluppano e si esasperano i peggiori istinti. Queste tristi situazioni non avvengono solo negli stadi dove giocano i professionisti, ma anche nei campetti degli amatori, ed ancora peggio tra i ragazzini delle scuole calcio, dove alcuni genitori sfogano le loro frustrazioni a spese dei loro figli che, anziché apprendere i valori della lealtà e del rispetto che lo sport dovrebbe insegnare, imparano la violenza, l’astuzia, la slealtà e la prepotenza. Ho sempre pensato che lo stadio di calcio, in fondo, rappresenti una sorta di metafora della società in cui viviamo.

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