LAZZARETTO. Tre fiumi, tre cantiche, tre anniversari lungo l’Adige. La città scaligera onora il Sommo Poeta nell’anniversario della morte in tre appuntamenti con la Divina Commedia.
Sarà un evento del tutto particolare quello di venerdì 13 settembre presso il Lazzaretto: in serata inoltrata, quasi notte, tra le 22 e le 23,30 tra le sponde del’Adige ed il tempietto del Sanmicheli si potranno ascoltare i versi di alcuni canti dell’Inferno di Dante.
La serata la cui ambientazione è indubbiamente irrituale e suggestiva prevede tre momenti: il primo in riva al fiume con la recita del III canto dell’Inferno, un secondo momento tra le rovine delle antiche celle del Lazzaretto con la recita dell’XI canto ed infine presso il tempietto con il XXVI canto, il tutto intervallato da commenti musicali.
L’evento si inquadra in un progetto triennale, Dante700, a ricordo della morte del sommo poeta avvenuta nella notte fra il 13 ed il 14 settembre 1321. Se quest’anno al Lazzaretto si ricorderà l’Inferno, nel 2020 sarà la volta del Purgatorio presso la Dogana Fiume e nel 2021 dei canti del Paradiso sotto il ponte scaligero di Castelvecchio.
Alessandro Anderloni, ideatore e regista di questo progetto artistico non è nuovo ad una cultura che dai teatri si sposta nelle carceri e dalle piazze nobili del centro fino alle periferie, ma questa particolare ambientazione ha senso per la Divina Commedia? Ce lo spiega lo stesso Anderloni : «La Divina Commedia, mentre Dante era ancora in vita, già veniva recitata nelle piazze, nelle strade e nei mercati, imparata e trasmessa a memoria. Così, come ci hanno insegnato i cantastorie medievali, ogni spazio può diventare un teatro: basta una persona che racconta e un’altra che ascolta. È la meraviglia dell’arte più povera e più bella che ci sia».

Alessandro Anderloni
Per Anderloni, Dante, nonostante i 700 anni trascorsi, ha sempre molto da dire anche oggi, soprattutto in termini politici e civili. La Verona del 1300 era una città ospitale, che accolse con cortesia Dante esiliato, e la scala, simbolo di Verona, era lo stemma di signori che diedero ospitalità ai rifugiati.
E che pubblico ci sarà venerdì sera, in un’ora così tarda in riva all’Adige e fra le rovine del Lazzaretto? Secondo Anderloni ci saranno persone di tutte le età, estrazione sociale e cultura, perché «Dante parla a tutti e a ciascuno singolarmente, sarà un’esperienza fisica prima ancora che poetica. Come Dante camminò i tre regni dell’Oltretomba, così cammineremo dal fiume al Lazzaretto».
Ma la Divina Commedia sarà capita, data la metrica, la lingua trecentesca, i riferimenti storici dell’epoca? Per l’ideatore dell’evento, Dante è comprensibile al di là del significato letterario, se si tengono aperti i recettori della poesia. E come ricorda Anderloni: «Thomas Eliot, alla prima lettura di Dante, pur non comprendendo nulla del volgare del Trecento, ebbe a dire di essere stato percosso da uno «shock d’intensità poetica», e questo è quello che spero accada venerdì notte».
L’evento di venerdì sarà realizzato da Le Falie, come ci tiene a sottolineare Anderloni, anche grazie alla collaborazione del Canoa Club che sta reinventando l’Adige e valorizzando la Dogana di Fiume, e del FAI Verona che custodisce, su concessione del Comune di Verona, quella meraviglia dimenticata che è il Lazzaretto. Anche la Casa Circondariale di Verona sta collaborando mettendo a disposizione otto persone detenute che, con i volontari del Canoa Club e del FAI, hanno ripulito, attrezzato e messo in sicurezza il luogo. Un lavoro e una collaborazione splendidi.
E il Comune di Verona? In realtà l’Amministrazione comunale starebbe lavorando per l’evento dantesco ma per manifestazioni solo nel 2021. Tuttavia per Anderloni «un anniversario come questo andrebbe onorato almeno su prospettiva triennale, andando nelle piazze e nelle scuole. Se finirà solo con un “grande evento” in Arena, come sembra prospettarsi, non resterà nulla alla città».
Claudio Toffalini
La partecipazione è libera e gratuita. Non si effettuano prenotazioni o pre-iscrizioni.
Per informazioni scrivere a lefalie@lefalie.it.

Claudio Toffalini è nato a Verona nel 1954, diplomato al Ferraris e laureato a Padova in Ingegneria elettrotecnica. Sposato, due figli, ha lavorato alcuni anni a Milano e quindi a Verona in una azienda pubblica di servizi. Canta in un coro, amante delle camminate per le contrade della Lessinia, segue e studia tematiche sociali e di politica economica. toffa2006@libero.it
