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Opinioni

Ozono, la presenza invisibile che può complicarci l’esistenza

Come si accumula, quali le conseguenze sulla salute. Per ridurne la presenza possiamo usare l’auto con intelligenza, non sprecare energia e limitare l’uso dei solventi

atmosfera

Non si parla molto di ozono, ma in realtà è uno dei compagni poco graditi del caldo estivo. Valori elevati di ozono in aria possono avere conseguenze significative sulla salute umana e sulla vita delle piante. Questa sostanza ha avuto un momento di notorietà negli anni ’80 del secolo scorso, quando si è fatto un gran parlare del buco dell’ozono.

L’utilizzo indiscriminato di alcune sostanze clorurate (in particolare i cluorofluorocarburi o CFC) ha messo in pericolo lo strato di ozono nella stratosfera, fra i 15 e i 30 Km di altitudine, una delle barriere che consente la vita sulla terra come noi oggi la conosciamo. L’ozono costituisce un filtro per le radiazioni ultraviolette che, in quantità minime, non sono dannose, aiutano la formazione della vitamina D ad esempio, ma in grandi quantità possono provocare danni gravi a tutti gli esseri viventi (carcinomi della pelle, cecità, inibizione della fotosintesi…).

Nel 1987 con il protocollo di Montreal, 196 paesi più l’Unione Europea hanno messo al bando le sostanze che minacciano lo strato di ozono, in particolare i CFC. Nel 2018 la NASA ha annunciato che il buco di ozono sull’Antartide si era ridotto del 20% rispetto al 2005 e, se la tendenza continua, potrebbe chiudersi nel 2050. Secondo l’ex segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan «Si tratta di un esempio di eccezionale cooperazione internazionale: probabilmente l’accordo di maggior successo tra nazioni».

Lo stesso gas, indispensabile nella stratosfera, negli strati più bassi dell’atmosfera dove noi viviamo, lavoriamo e respiriamo, è uno dei componenti dello smog fotochimico e ha un’azione irritante e infiammatoria su tutto l’albero respiratorio. In particolare i gruppi a rischio della popolazione: anziani, donne in gravidanza, bambini, persone asmatiche o con patologie cardiache o cardio polmonari dovrebbero limitare l’attività all’aperto o gli sforzi prolungati in presenza di grandi quantità di questo gas in atmosfera.

Ma quale è l’origine di questo gas nell’aria che respiriamo, come possiamo limitare  i danni alla nostra salute, e come possiamo contribuire per diminuire questi fenomeni periodici di inquinamento?

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L’ozono si forma quando diversi composti chimici, i cosiddetti precursori, si combinano in una serie di reazioni chimiche piuttosto complesse, favorite dall’intenso irraggiamento solare. Ecco perché l’ozono è un inquinante tipicamente estivo e di inverno non ne sentiamo parlare. Fra i precursori si annoverano  tantissimi elementi chimici, i più comuni e importanti dei quali sono gli ossidi azoto e i composti organici volatili.

Gli ossidi di azoto sono emessi sempre quando si ha una combustione, di conseguenza il traffico in città, d’estate, è una delle maggiori fonti di emissione. I composti organici volatili sono un insieme veramente enorme di composti chimici che si liberano in atmosfera in seguito all’utilizzo di solventi in molti processi industriali e, di nuovo, anche dagli autoveicoli a motore, dall’evaporazione dei carburanti. Molti composti organici volatili sono di origine naturale, vengono emessi dagli alberi e dalla fermentazione animale: questo è uno dei motivi per cui nelle aree meno inquinate, soleggiate e ricche di piante si misurano livelli più alti di ozono rispetto alle aree più urbanizzate.

Le concentrazioni elevate sono favorite anche da particolari condizioni, meteorologiche quali quelle che si sono verificate negli ultimi giorni di giugno in tutta la Regione Veneto: temperature elevate, insolazione, scarsa ventilazione.

Riassumendo, i principali ingredienti sono: l’energia messa a disposizione dal Sole, la presenza in aria di molte specie chimiche legate soprattutto alle molteplici attività umane, lo spostamento delle masse d’aria inquinata dalle zone di origine, ovvero dalle zone densamente popolate e densamente industrializzate verso le zone rurali.

Si pensi che inquinanti generati in Francia e in Italia possono influenzare le concentrazioni di ozono in Spagna, le emissioni in Asia hanno conseguenze nel Nord America. Nel Mediterraneo sono soprattutto le masse d’aria inquinate prodotte e trasportate localmente (dove per localmente si deve intendere tutto il bacino del Mediterraneo o nel nostro caso tutta la pianura Padana) a dare origine a fenomeni acuti di inquinamento.

Contrastare tale fenomeno implica un grande impegno non solo a livello locale. La comunità Europea, nel 2016, ha  emesso una nuova Direttiva che impegna tutti gli stati membri a uno sforzo per la riduzione delle sostanze chimiche coinvolte nella produzione di  ozono.

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Noi semplici cittadini possiamo dare un contributo, possiamo ad esempio ridurre l’uso dell’auto, utilizzare l’energia in maniera efficiente senza sprechi, limitare l’uso dei solventi (nelle vernici ad esempio o negli smacchiatori).

Per tutelare la nostra salute nel periodo estivo abbiamo a disposizione i bollettini emessi regolarmente da ARPAV per conoscere in anticipo i livelli di ozono previsti e programmare le attività all’aperto; i collegamenti sono riportati nella home page di Verona In,  in fondo alla barra laterale, e permettono di monitorare i livelli delle polveri sottili e dei pollini, oltre che dell’ozono. Inoltre gli avvisi sono consultabili sul sito della ULSS9 e sui siti dei singoli comuni.

Possiamo, inoltre, seguire i consigli disponibili sia sul sito della ULSS9 che di ARPAV riguardo all’attività fisica e alla dieta.

Ricordiamo che gli eventuali sintomi, irritazione agli occhi e alle prime vie respiratorie, sono più intensi in caso di sforzi fisici e sono comunque legati alla durata dell’esposizione. Con la diminuzione delle concentrazioni di ozono, tendono a cessare anche i fenomeni irritativi.

Un breve vademecum per interpretare i dati di misura: se in un’ora le stazioni di controllo dell’inquinamento atmosferico misurano più di 180 µg/m3 (*) di ozono scatta, per la legislazione europea e italiana, la soglia di informazione ossia “livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione” (es. anziani, bambini, donne in gravidanza, persone affette da disturbi respiratori) : i comuni, le agenzie ambientali come l’ARPAV, le Azienda Sanitarie Locali devono avvertire la popolazione dei rischi che può comportare  l’esposizione a concentrazioni elevate di ozono.

A livelli ancora superiori (più di 240 µg/m3 misurati in un’ora) scatta la soglia di allarme ossia “livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per la popolazione nel suo complesso”. In altri termini se superati  i 180 µg/m3 è meglio che anziani, bambini, in generale chi ha problemi di salute faccia attenzione  e prediliga le ore mattutine per le attività all’aperto, a livelli  più elevati è consigliabile per tutti ridurre le attività fisiche all’aperto nelle ore pomeridiane, dalle 12 alle 18.

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(*) 1 µg/m3 corrisponde a 1 milionesimo di grammo per mille litri di aria. Potrebbe sembrare poco, in realtà le concentrazioni di inquinanti che si ritengono significative, cioè che possono avere un qualche effetto sulla salute dell’uomo o sui sistemi naturali  si misurano in quantità di decine di µg/m3.

Francesca Predicatori

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redazione@verona-in.it

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