Perplesse sul posizionamento delle nuove tubature l’Azienda Gardesana Servizi e Legambiente Verona. Goletta dei Laghi pubblica i dati sullo stato di salute del lago. Su sei punti monitorati, uno solo è risultato inquinato.
Giovedì 18 luglio, nella sede dell’Ordine degli Ingegneri di Verona, si è tenuto il convegno “Stato del lago di Garda 2019”. In anteprima i tecnici dell’Azienda Gardesana Servizi (AGS) hanno presentato la bozza di progetto definitivo del nuovo collettore per la sponda veronese del Garda, grande opera da 85 milioni di euro, di cui 45 messi a disposizione dal ministero delle Infrastrutture. Dal 2014 è stato avviato un progetto preliminare per eliminare le condotte sub-lacuali, ristrutturare l’intero sistema e separare i reflui tra la sponda veronese e quella bresciana. Solo Sirmione e Desenzano resteranno in carico al depuratore di Peschiera, che scarica nel fiume Mincio.
Perplessità sul posizionamento delle nuove tubature: in riva al lago o sotto la strada Gardesana Orientale? «L’ipotesi di posare le tubazioni interamente sulla Gardesana previste nel preliminare rappresentano un ostacolo importante all’opera, che comporterebbe costi molto più elevati rispetto a quelli ipotizzati», fa presente il direttore generale di AGS, Carlo Alberto Voi. «Stiamo analizzando caso per caso, in sinergia con i singoli comuni, con l’ipotesi di condotte anche su tratti di ciclabili o marciapiedi, oltre che sulla riva del Garda, in punti facilmente ispezionabili in caso di manutenzioni e pulizie. Saranno tubature in ghisa dura, ideali per tenuta e durabilità e, in sinergia con l’Ato (Ambiti Territoriali Ottimali) e la Regione si sta valutando di sostituire alcuni tratti tra Garda e Peschiera».
A questo proposito la presidente di Legambiente Verona Chiara Martinelli precisa: «Relativamente all’ipotesi del posizionamento del nuovo collettore in riva e non sotto la strada Gardesana, Legambiente sarebbe contraria perché si riproporrebbero gli stessi problemi: rottura e deterioramento delle tubazioni, rischio per flora e fauna della costa. In ogni caso è un progetto che va sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale».
Il convegno di Verona si è svolto a pochi giorni dai dati pubblicati da Goletta dei Laghi sullo stato di salute del Garda: su sei punti monitorati, uno solo è risultato inquinato. Sono stati sei i punti campionati sul Lago di Garda veneto e il solo punto risultato inquinato, secondo i parametri di Goletta dei Laghi, è quello a Castelnuovo del Garda, nella località Ronchi. Il punto del rilevamento è stata la foce del Rio Dugale. Entro i limiti, invece, gli altri cinque punti nei comuni di Garda, Bardolino, Lazise e Peschiera.

Goletta dei laghi, Bardolino, foce torrente Severo
Dal 2005 anni la Goletta dei Laghi rileva le principali criticità per gli ecosistemi lacustri: gli scarichi non depurati e inquinanti, la cementificazione delle coste, la captazione delle acque e l’emergenza rifiuti. In questo 2019 il lavoro dei tecnici si è concentrato principalmente su microplastiche e inquinamento microbiologico: foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che si trovano lungo le rive dei laghi sono i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, dovuta all’insufficiente depurazione che, attraverso scarichi e corsi d’acqua, arriva nel lago.
«C’è stato un leggero ma costante miglioramento dei risultati del monitoraggio di Goletta dei Laghi negli ultimi dieci anni, che a sorpresa ci ha portato all’esito di quest’anno con 1 punto critico su 6 campionati», dichiara la presidente di Legambiente Chiara Martinelli. «Questo non significa però che il lago sia pulito: come condiviso anche con i tecnici di Goletta dei Laghi, a volte i dati potrebbero essere alterati da condizioni contingenti come le scarse piogge del periodo e quindi la difficoltà per i torrenti (secchi) di restituire tutti i componenti presenti normalmente negli scarichi abusivi. Dobbiamo quindi tenere la guardia alta e insistere per la separazione delle acque nere dalle acque bianche. In collaborazione con AGS continua il nostro monitoraggio dei torrenti del Garda veronese, che risaliamo fino dove possibile per scovarne la fonte di inquinamento. A breve comunicheremo altri risultati».
A completamento della campagna Goletta dei Laghi 2019, Chiarissimo Lorenzo Albi di Legambiente Verona: «I problemi del lago nascono dal sistema ambientale complessivo, con un consumo del suolo enorme che vede Bardolino e Garda urbanizzati per oltre il 31% del suolo. Il 77,3% del turismo veronese si riversa sul lago ed è evidente quanto sia urgente stimolare a interventi di riqualificazione immediati del luogo. Sarebbe importante predisporre uno studio di impatto ambientale volontario, coinvolgere i cittadini e, ancora di più, pensare a un piano di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici».
Annalisa Mancini
Foto in alto: Goletta dei laghi, Castelnuovo del Garda, foce Rio Dugale.

Annalisa Mancini è nata il 25 dicembre 1979, frequenta l’istituto tecnico per corrispondenti in lingue estere. Dal lago di Garda, dove vive fino al 1998, si trasferisce prima a Trieste per gli studi in Scienze Politiche e poi a Berlino. Completa il suo sguardo sul mondo viaggiando, leggendo e scrivendo, è interessata soprattutto al giornalismo d’inchiesta, alla politica nazionale e internazionale e alle questioni ambientali. Tornata a Verona, fonda una sezione di Legambiente e lavora anche come editor e correttrice di bozze. Ha collaborato con Il Piccolo di Trieste, ilveronese.it, ilgardesano.it, Il Corriere del Garda, Radio Garda FM, RuotaLibera di FIAB, corriereditalia.de. mancini.press@gmail.com
