La narrazione è affidata alla voce di Margherita Sciarretta, alle note della storica Lara Pavanetto e al violino di Enrico Parizzi.
Durante la Signoria Scaligera la Valpolicella fu costituita in feudo e Federico della Scala cugino di Cangrande, signore di Verona, assunse il titolo di conte della Valpolicella l’11 febbraio 1311 per volere dell’Imperatore Enrico VII.
Federico governava il suo feudo della Valpolicella dal castello di Marano. Nell’estate del 1325 Cangrande si ammalò gravemente tanto che da molti fu considerato ormai in fin di vita. Secondo le cronache del tempo a noi giunte Federico della Scala tentò un colpo di stato per togliere il governo di Verona ai nipoti del Principe, ed eredi designati, Mastino II e Alberto II. La congiura di palazzo fu scoperta e soffocata nel sangue passando a fil di spada servitori e complici. Cangrande, ripresosi, condannò Federico all’esilio perpetuo da Verona confiscando tutti i suoi beni. A Federico non rimase che riparare presso l’Imperatore Ludovico di Baviera e poi a Trento, dove morì nel 1349 dopo aver tentato per tutta la vita di riprendere i suoi beni e ritornare a Verona. Il castello di Marano fu abbattuto e non risorse più, e ancora oggi le sue rovine si possono vedere nella parte a occidente del monte Castellon.
Ma davvero Federico tentò di rovesciare Cangrande della Scala? Fu lui la longa manus dell’Imperatore Ludovico il Bavaro che poi impedì nel 1326 a Cangrande, nel momento della sua maggiore potenza economica e militare, di unificare sotto di sé le Signorie di Milano e di Verona, un fatto che avrebbe potuto cambiare per sempre la storia d’Italia?
Quale mistero nasconde la tragica vicenda di Federico della Scala e la distruzione del castello di Marano?
Quali trame e quali intrighi di potere si dipanarono in quella torbida estate del 1325?
La serata inizierà alle ore 19.30 con la visita al tempio di Minerva con la guida dell’archeologa Enrica Fazzini con ritrovo davanti alla chiesa di S. Maria in Valverde.
La partecipazione è libera; al termine rinfresco offerto dalla Pro Loco.