TEATRO NEI CORTILI. L’ultimo lavoro della compagnia La Bugia nella sua semplicità offre spunti comici e occasioni per interessanti caratterizzazioni dei personaggi, nel complesso riuscite abbastanza bene.
Per interposta persona del fantomatico autore Rick Gordon (forse uno pseudonimo) è l’ultimo lavoro della compagnia La Bugia, messo in scena in questi giorni nel cortile Arsenale a Verona, con la regia di Elena Merlo. Chiunque sia l’autore che si cela dietro questo Rick Gordon (di cui si riporta in locandina anche, o persino, il presunto titolo originale della piece, In place of), il suo è un testo interessante, costruito con mestiere su una storia piuttosto originale.
Michael è un giovane uomo, semplice, che vive nel suo mondo, circondato e protetto da chi gli organizza la vita prendendo decisioni per lui. Un’anima bella, poco interessata ad essere l’artefice del proprio destino, più disposta ad adattarsi agli eventi che a indirizzarli. D’altronde quando gli capita di prendere decisioni, non abituato e distratto qual è, finisce con il cacciarsi nei guai. Così una serie di contrattempi durante un viaggio di lavoro inopportunamente organizzato a ridosso del proprio matrimonio, gli impedisce di tornare in tempo per la cerimonia, rimanendo per giunta completamente irreperibile. Conoscendo il soggetto, mamma Gwen e Anita, l’amica di famiglia che doveva fargli da testimone, hanno messo in pratica il piano B: grazie ad un attore messo al posto dello sposo, il matrimonio è stato celebrato “regolarmente” per interposta persona, con il consenso di tutti gli ospiti e persino della sposa.
Questo l’antefatto, da cui procede la vicenda, che inizia con l’arrivo di buon mattino di Michael all’hotel dove si è svolto il ricevimento e dove tutti stanno ancora smaltendo i postumi della festa. L’evento, per inciso, è stato un successo, grazie al contributo di Amanda, una wedding planner professionista, di Brenda, esperta di imbucate ai ricevimenti, del celebrante Padre Thanyou, nonché di un misterioso ballerino, apprezzato animatore della serata. La stanza di Anita diventa quindi il luogo di incontri, spiegazioni, propositi e nuove pianificazioni, con un unico esito, dettato a sorpresa dalla ferma decisione di Michael di ripetere il matrimonio, al quale lui stavolta non vuole mancare. Nessun problema per la ormai collaudata macchina organizzativa (e per le nuove possibilità di guadagno per taluni), se non fosse che la sorte è decisa a combinare un nuovo simpatico scherzetto.
La trama, nella sua semplicità, offre spunti comici e occasioni per interessanti caratterizzazioni dei personaggi, nel complesso riuscite abbastanza bene. Manca però nel susseguirsi delle azioni quell’intenzione e quell’incalzare che darebbe più sostanza alle numerose battute di spirito del testo, sostenendo un ritmo più congeniale al genere.
L’allestimento minimalista semplifica la messinscena, che prevede una scena fissa, ma anche diverse situazioni e stati che potrebbero essere meglio connotati, per esempio, con più incisivi effetti luce. Quanto ai movimenti, bisogna rilevare che il letto matrimoniale a centro scena è purtroppo anche un ingombro, che comprime le azioni in proscenio e costringe gli attori a spostarsi per linee orizzontali e a schierarsi sulla stessa linea, togliendo profondità alla scena.
Durante i suoi due atti (abbastanza inspiegabile la suddivisione con un unico breve intervallo dopo solo mezzora) la commedia resta comunque godibile e porta a seguire con curiosità lo svolgersi degli eventi, scoprendo un pezzo alla volta il luogo di approdo, ma piazzando sul finale un epilogo che a sorpresa rimette tutto in gioco.
Paolo Corsi

Paolo Corsi è nato a Verona e vive in provincia di Trento. È attore, autore e critico teatrale. Da sempre appassionato d'opera, ha studiato canto e si è esibito come solista e in varie formazioni corali, partecipando come corista ad alcuni allestimenti di opere di Verdi, Rossini e Mozart. www.paolocorsi.it - posta@paolocorsi.it
