Nel consiglio comunale di Verona, la maggioranza chiede di intitolare una via al defunto segretario del Movimento Sociale Italiano (MSI) Giorgio Almirante; il Presidente dell’Associazione Figli della Shoah, Roberto Israel, protesta contro questa decisione; il sindaco Federico Sboarina reagisce indignato, in questi testuali termini: «La pacificazione nazionale non deve essere solo uno slogan, deve essere un impegno di tutti, ma evidentemente a qualcuno non interessa».

Giorgio Almirante
Alla pacificazione nazionale credo profondamente. Benché infatti io sia da sempre e profondamente antifascista, sono anche da anni personalmente impegnato nello sforzo necessario per restituire la memoria e l’onore alle vittime delle Foibe, a chi dovette subire atti di violenza gratuita da parte di singoli partigiani, a vittime innocenti del dopoguerra, come Sergio Ramelli.
Dalla parte delle vittime, di tutte le vittime, prima di tutto. Questo è pacificazione nazionale. Con la pacificazione nazionale, invece, l’intitolazione di una strada cittadina a personaggi come Giorgio Almirante non c’entra nulla. Si tratta, invece, di un tentativo di falsificazione della storia, che mi dispiace davvero sia stato il consiglio comunale della mia amata città ad avvalorare.
Tanto prima che dopo la Liberazione, Giorgio Almirante fu infatti coinvolto in prima persona nella promozione o nell’appoggio della violenza squadrista. Prima della Liberazione, sostenne apertamente tesi razziste e antisemite sul periodico La difesa della razza. Firmò inoltre personalmente, nel 1944 e quale Ufficiale della Repubblica di Salò, un duro provvedimento collaborazionista con i nazisti, nel quale gli “sbandati” venivano espressamente minacciati di morte. Dopo la Liberazione, non condannò mai il fascismo. Ciò che è persino più grave, fece pervenire aiuti all’estero al terrorista Carlo Cicuttini, fascista missino autore della strage di Peteano, nella quale tre Carabinieri erano stati uccisi.
Dedicare una via cittadina a un personaggio di questa natura non è un atto di pacificazione nazionale, ma un palese tentativo di umiliare la Verona democratica e antifascista. Non dimostra moderazione, ma estremismo pericoloso. Non è un esercizio di memoria, ma un falso storico.
Signor sindaco, difendere questa decisione non Le fa onore. Avrebbe fatto meglio ad ammettere di non aver potuto né saputo dire di no agli estremisti che fanno parte della Sua maggioranza.
Luciano Butti

Luciano si è sempre occupato, per lavoro, dei rapporti fra leggi, scienza e ambiente. Insegna diritto internazionale dell'ambiente all'Università di Padova. Recentemente, ha svolto un lungo periodo di ricerca presso l'Università di Cambridge, dove ha studiato i problemi che avremo nel disciplinare per legge le applicazioni dell'intelligenza artificiale (in particolare, le auto elettriche a guida autonoma). Ama la bicicletta, le attività all'aria aperta e la meditazione. luciano.butti1@gmail.com

Maurizio Danzi
29/04/2019 at 16:16
Credo Luciano che la verità di questa brutta vicenda, che peraltro ha i suoi prodromi nella intitolazione a Nicola Pasetto di altra via, piazza o largo, sia contenuta nelle frasi che chiudono il tuo intervento; per alcuni consiglieri gli episodi da te ricordati a proposito della vita di Almirante sono medaglie condividendo loro stessi la medesima ideologia. Mi chiedo se il giovane irreprensibile che siede sullo scranno più alto di Palazzo Barbieri e che manifesta la sua fede religiosa, come recentemente in modo intimo ha espresso alla Gran Guardia, riconosca una difficoltà nel ritrovarsi su quei sentieri cosi mal frequentati.