Jazz e elettronica si incontrano. Damir Ivic di Soundwall: «Era jazz? Anche. Era musique concrete? Pure. Era techno? In più di un momento. Era, soprattutto, musica totale. Coinvolgente emotivamente al 101%, pur essendo per nulla semplice, per nulla facile».
Venerdì 18 gennaio alle 20:30 riprende la rassegna Jazz del Teatro Ristori, Enrico Rava in concerto con Matthew Herbert e Giovanni Guidi. Un incontro tra due guru e un apprendista stregone, che vede impegnati Matthew Herbert, osannato maestro britannico dell’elettronica, considerato uno dei più innovativi produttori contemporanei; Enrico Rava, il trombettista icona fondamentale del jazz contemporaneo e Giovanni Guidi, giovane pianista che, nella lunga militanza con Rava, ha carpito molti dei segreti del jazz. Questo appuntamento è une delle esperienze interessanti della stagione del Teatro Ristori dedicata al Jazz di quest’anno.
I confini tra i generi sono molto labili: gli input di Herbert diventano la base di un interplay molto fitto, con continui innesti e scambi di idee musicali rielaborati sul momento da Rava e Guidi, in cui si fondono jazz, elettronica, techno e musica concreta. I loro suoni vengono poi campionati da Herbert che sperimenta una materia complessa e oscura, coadiuvato solo dalle sue macchine: un incontro di jazz ed elettronica che scopre nell’improvvisazione una radice comune. Questo può avvenire solo grazie a un interplay molto forte fra i tre musicisti che fa sì che un concerto non sia mai simile a un altro, proprio perché non c’è nulla di deciso o preorganizzato.
«Nella prima fase del lavoro ci diamo delle indicazioni, – dichiara Enrico Rava – che però alla fine possono anche non essere rispettate. La musica va da un’altra parte, siamo noi che la seguiamo. Tra noi tre non ci sono figure definite. Ci sono dei momenti in cui ognuno trascina l’altro, ci sono scambi di ruoli, ma non c’è un leader».
«Se non hai qualcosa da raccontare, non c’è improvvisazione», sottolinea Rava. Il progetto, infatti, si fonda su una drammaturgia che vive e si sviluppa nel processo creativo, come delle monadi musicali che si incontrano nella dimensione compositiva creando atmosfere che trascendono i generi musicali. Il progetto di Rava, Herbert e Guidi spazia in territori musicali dissimili tra loro, ma molto intensi dal punto di vista emozionale. Il risultato è la creazione di uno spazio dinamico, di gioia condivisa, in cui complesse visioni di idee danno vita a una trama di suoni inaspettati. Il pianoforte di Guidi illumina il movimento cromatico della tromba di Rava e insieme riescono a trovare, con l’elettronica sperimentale di Herbert, una direzione nuova e stimolante.

Matthew Herbert, Enrico Rava e Giovanni Guidi – Foto di Cifarelli
Enrico Rava è sicuramente il jazzista italiano più conosciuto ed apprezzato a livello internazionale. Da sempre impegnato nelle esperienze più diverse e più stimolanti, è apparso sulla scena jazzistica a metà degli anni sessanta, imponendosi rapidamente come uno dei più convincenti solisti del jazz europeo. La sua schiettezza umana ed artistica lo pone al di fuori di ogni schema e ne fa un musicista rigoroso ma incurante delle convenzioni. La sua poetica immediatamente riconoscibile, la sua sonorità lirica e struggente sempre sorretta da una stupefacente freschezza d’ispirazione, risaltano fortemente in tutte le sue avventure musicali. Nella sua fittissima discografia, l’ultimo suo lavoro è “Wild Dance” (ECM, 2015), album con l’Enrico Rava New 4et in cui si mette in luce la freschezza dei musicisti coinvolti e la grande esperienza di Rava, andando ben oltre il semplice approccio crossgenerazionale, ma creando dei brani che sanno raccontare qualcosa di nuovo. Enrico Rava è reduce da due lunghi tour che lo hanno visto impegnato con il progetto “Tribe”, in duo con Geri Allen, in quintetto con Tomasz Stanko e, per due date, si è esibito eccezionalmente con la pianista giapponese Makiko Hirabayashi. Inoltre, quest’anno è uscito il film documentario “Enrico Rava. Note necessarie” diretto dalla regista Monica Affatato: un viaggio attraverso il mondo del jazz per scoprire la forza di una musica rivoluzionaria.
L’avventura musicale di Matthew Herbert coincide con l’innovativa e acclamata saga che porta il suo nome a vent’anni dalla sua prima testimonianza. Ad avviare la lungimirante marcia fu, nell’ormai lontano 1996, l’album “100 Lbs”, anticipatore di una tendenza che si sarebbe sviluppata con l’avvento del nuovo millennio. Seguirono due fra i prodotti più influenti dell’elettronica a cavallo tra Novanta e Duemila: “Around the house” (1998) e “Bodily Functions” (2001). Il primo, come suggerito dal gioco di parole del titolo, è un saliscendi di tessuti house e campionamenti sonori di oggetti della vita, mentre “Bodily Function” si pone come estremizzazione di questa esperienzache decreta la caduta del muro tra uomo e macchina, tra pop e avanguardia. La figura del poliedrico artista britannico somiglia profondamente a quella di uno scienziato intento nell’analisi e nella sperimentazione di una materia complessa e oscura, in grado di aderire a più ambiti senza mai perdere di vista una personalità tale da impedire d classificarlo sotto qualsiasi etichetta.
Giovanni Guidi nasce a Foligno nel 1985. Frequentando i seminari estivi di Siena, viene notato da Enrico Rava, che lo inserisce nel gruppo Rava Under 21, trasformatosi in seguito in Rava New Generation. Con quest’ultimo gruppo ha inciso nel 2006 e nel 2010 due Cd per l’Editoriale l’Espresso. Attualmente, oltre alla collaborazione con i gruppi di Rava (PM Jazz Lab e Tribe) si esibisce in solo, nell’acclamatissimo duo Soupstar con Gianluca Petrella, in duo con il lirico bandoneonista Daniele Di Bonaventura, nel trio con il trombettista Luca Aquino e il percussionista Michele Rabbia, nel quartetto con Mirco Rubegni, Joe Rehmer e Fabrizio ed in altre formazioni. Si è esibito in vari importanti festival, dall’Umbria Jazz al San Francisco Jazz Festival, e nel 2013 registra per l’etichetta ECM di Monaco il primo album a suo nome: “City Of Broken Dreams” inciso in trio con Thomas Morgan e Joao Lobo. Per la stessa etichetta aveva precedentemente inciso due album con Enrico Rava: “Tribe” e “On The Dance Floor”. A Marzo 2015 è stato pubblicato “This Is The Day”, il nuovo album per ECM, inciso in trio con Thomas Morgan e Joao Lobo.
I biglietti sono acquistabili sia online sia presso la biglietteria del Teatro Ristori.
Ulteriori informazioni sul sito del Teatro Ristori.