Durante la conferenza stampa di fine anno, il nostro sindaco ha illustrato alcuni obiettivi futuri. Tra i vari elencati, mi ha colpito la proposta di un traforo leggero, che, partendo da Ca’ Rossa di Poiano, termini al Saval. Questa infrastruttura, molto probabilmente, bucherà la collina di Avesa, uscirà in zona Ponte Crencano, tra le colline di Avesa e Quinzano, per poi proseguire verso il Saval. La giustificazione del sindaco per tale opera è la necessità di avere uno sbocco a nord. Su questa scelta mi permetto di avanzare alcune obiezioni.
– Non mi sembra opportuno definire una soluzione così radicale, che creerà grossi problemi ambientali e di vivibilità alle zone interessate, mentre alcuni specialisti, incaricati dalla stessa Amministrazione comunale, stanno preparando il PUMS (Piano urbano della mobilità sostenibile).
– Solo dopo aver attentamente valutato i risultati del PUMS sarà possibile indicare una strategia di intervento, non certamente prima. Altrimenti che senso avrebbe investire risorse economiche ed intellettuali per stendere un piano della mobilità se si è già deciso come operare?
– Con questa scelta si delega nuovamente la soluzione della mobilità cittadina al trasporto privato su gomma, quando la tendenza in tutta Europa è di privilegiare il trasporto pubblico.
– Le proposte del traforo leggero, oltre alla messa in opera del sistema di filobus, potrebbero rendere totalmente inutili le conclusioni del PUMS, se dovessero risultare diverse rispetto agli interventi infrastrutturali che stanno per essere approvati dall’Amministrazione.
– Gli investimenti che serviranno per il traforo leggero potrebbero essere utilizzati per realizzare un serio ed efficiente sistema di trasporto pubblico elettrico su sede esclusiva.
– Sono convinto che gli ingombranti ed impattanti filobus, non modificheranno assolutamente il modello di mobilità cittadino e non aumenteranno l’uso dei mezzi pubblici. Inoltre, i filobus in programma, considerate le loro dimensioni, causerebbero una serie di pesanti inconvenienti alle strutture urbane esistenti. Il collo di bottiglia di via San Paolo ne è un esempio; ma anche la riduzione in larghezza di alcune vie molto trafficate, come via Mameli, che dovrà cedere, per ogni direzione di marcia, lo spazio necessario per creare un percorso preferenziale ed esclusivo per i filobus. Per ovviare a tale inconveniente si renderebbe necessaria la costruzione, dove possibile, di strade parallele e/o alternative per ospitare il flusso di traffico automobilistico in eccesso; per l’appunto le strade che occuperanno i terreni ancora verdi sotto San Rocchetto per ospitare l’uscita del traforo leggero.
Suggerisco vivamente alla nostra Amministrazione di abbandonare i finanziamenti per il filobus, che ritengo un boccone avvelenato lasciato dalla giunta Tosi, e di procedere sulla base dei risultati e delle proposte che usciranno dal PUMS.
In conclusione, voglio sperare che questa Giunta non ricada nell’errore di quelle precedenti che ritenevano che una sola e importante opera potesse risolvere il problema del traffico. Il sistema della mobilità andrebbe progettato organicamente con le scelte urbanistiche sull’uso del territorio, partendo proprio da un piano della mobilità che preveda di cambiare il modello dei trasporti urbani, privilegiando quello pubblico e quello ciclabile, oltre che ridurre quello privato a motore.
Giorgio Massignan
VeronaPolis

Giorgio Massignan è nato a Verona nel 1952. Nel 1977 si è laureato in Architettura e Urbanistica allo IUAV. È stato segretario del Consiglio regionale di Italia Nostra e per molti anni presidente della sezione veronese. A Verona ha svolto gli incarichi di assessore alla Pianificazione e di presidente dell’Ordine degli Architetti. È il responsabile dell’Osservatorio VeronaPolis e autore di studi sulla pianificazione territoriale in Italia e in altri paesi europei ed extraeuropei. Ha scritto quattro romanzi a tema ambientale: "Il Respiro del bosco", "La luna e la memoria", "Anche stanotte torneranno le stelle" e "I fantasmi della memoria". Altri volumi pubblicati: "La gestione del territorio e dell’ambiente a Verona", "La Verona che vorrei", "Verona, il sogno di una città" e "L’Adige racconta Verona". giorgio.massignan@massignan.com

andrea modenese
24/12/2018 at 11:04
è durata poco la svolta verde del sindaco sboarina. Di questi giorni la deroga alle limitazioni del traffico, dopo aver esultato per i dati pubblicati qc settimana fa, dove risultava a verona aria migliore di belluno (ma senza approfondire il metodo di misura e confronto). E’ tornata la voglia delle grandi opere. prepariamoci ad anni di ciacole e progetti che sposteranno risorse ma soprattutto attenzione dai temi attuali e dalle misure di contrasto all’inquinamento, applicabili immediatamente a costo zero.
Luciano Butti
22/12/2018 at 06:36
Aggiungo che è sbagliato anche il merito tecnico della proposta del sindaco sul ‘traforo breve’ (per il poco che se ne sa). C’è effettivamente un problema: Veronetta. Non lo si risolve con una superstrada fra Poiano e il Saval. E tutta la letteratura sui trasporti mostra come sia un’illusione pensare che nuove superstrade fluidifichino il traffico urbano: il modesto vantaggio immediato si esaurisce in brevissimo tempo. Occorre invece migliorare radicalmente trasporto pubblico e mobilità ciclabile, anche grazie a una penalizzazione intelligente e ‘smart’ del traffico privato in città: basta ZTL (con code di auto a motore acceso in attesa dell’accesso) e introduzione invece di ‘congestion charge’ e ‘congestion park’ intelligenti. Subito dopo, si può anche pensare a una soluzione viabilistica nuova di piccolissima taglia, veramente tarata su Veronetta: facendo comunque da subito dialogare fra loro i diversi quartieri interessati (questo non è mai stato fatto, mentre dal confronto potrebbero anche emergere proposte nuove).