Dopo vent’anni ho ricominciato a fumare. Alla Giarina ho rivisto uno di quei personaggi che considerano la piazza come il salotto di casa e la panchina il divano. Mi sono seduto accanto chiedendo se aveva una sigaretta. Costantin mi ha spiegato che sì, mi avrebbe fatto fumare, ma c’erano due problemi.
Il primo era che non aveva sigarette confezionate e avrebbe dovuto prepararla lui incollando la cartina; il secondo, che poteva rimanere un suo segreto, è che il tabacco non lo comperava ma veniva dalle cicche raccolte a terra.
Questo è quello che poteva offrire. L’immagine oggi vale più della sostanza, così mi sono inventato una marca per quella miscela, Melting pot, per renderla fumabile e adatta alla situazione.
In realtà c’era un terzo problema, che però Costantin non mi ha detto: il tabacco che aveva bastava per una sola persona. Ho quindi accettato tutte le condizioni.
Il lampo di un cerino, l’odore acre dello zolfo e poi il fumo denso e bianco di tanti anonimi tabagisti ha avvolto per un po’ la nostra panchina.
Giorgio Montolli

È diventato giornalista nel 1988 dopo aver lavorato come operatore in una comunità terapeutica del CeIS (Centro Italiano di Solidarietà). Corrispondente da Negrar del giornale l'Arena, nel 1984 viene assunto a Verona Fedele come redattore. Nel 1997, dopo un periodo di formazione in editoria elettronica alla Scuola grafica salesiana, inizia l'attività in proprio con uno Studio editoriale. Nel 2003 dà vita al giornale Verona In e nel 2017 al magazine Opera Arena Magazine (chiuso nel 2020). Dal 2008 conduce il corso "Come si fa un giornale" in alcuni istituti della Scuola media superiore di Verona. giorgio.montolli@inwind.it
