Da piccolo mi hanno educato a non frequentare abitualmente il bar, considerato nella mia famiglia un posto per perditempo. In realtà non penso sia proprio così. Il bar è rimasto uno dei pochi luoghi dove c’è uno scambio umano, dove ci si chiama per nome, dove trapela il vissuto degli avventori e dove il livello sociale di appartenenza conta poco o nulla.
Questi locali, dove la sera davanti a un bicchiere di vino si scambiano parole su come è trascorsa la giornata e dove la mattina ci si saluta dopo il caffè, vanno riconsiderati come luoghi di resistenza.
Resistenza ai social, soprattutto, dove siamo tutti amici ma se ci vediamo per strada ci ignoriamo. Non esistono solo le associazioni e i circoli culturali, non esistono solo i luoghi dove ci si impegna a fare qualcosa, spesso tra mille conflitti… C’è anche il bar!
G.M.

È diventato giornalista nel 1988 dopo aver lavorato come operatore in una comunità terapeutica del CeIS (Centro Italiano di Solidarietà). Corrispondente da Negrar del giornale l'Arena, nel 1984 viene assunto a Verona Fedele come redattore. Nel 1997, dopo un periodo di formazione in editoria elettronica alla Scuola grafica salesiana, inizia l'attività in proprio con uno Studio editoriale. Nel 2003 dà vita al giornale Verona In e nel 2017 al magazine Opera Arena Magazine (chiuso nel 2020). Dal 2008 conduce il corso "Come si fa un giornale" in alcuni istituti della Scuola media superiore di Verona. giorgio.montolli@inwind.it
