Da gennaio a marzo tutti – associazioni, privati, imprenditori – potranno partecipare alla campagna “Verona fortificata” che raccoglie progetti e proposte per i forti, poi valutate da Comune, Demanio e Soprintendenza. Sono previste anche giornate di apertura al pubblico, in cui sarà possibile visitare l’immobile per conoscerne le particolarità e scoprirne la storia. Per progetti e idee di valore, innovative e originali, il Comune afferma che non si esclude un cambio di destinazione urbanistica delle aree interessate, da inserire nella variante 29, che trova nella riqualificazione della cinta muraria uno dei suoi punti di valore.
Nel frattempo, è già disponibile un questionario, online sul sito del Comune, per capire cosa i cittadini vorrebbero si realizzasse nei siti fortificati e cosa si aspettano. Possono aderire anche i professionisti, con contributi di soluzioni sostenibili per il riuso. Schede di valorizzazione e schede storiche, mappe interattive, immagini e video del progetto sono disponibili sul sito. Già attivo il QR Code che, con smartphone, permette di visualizzare schede, immagini e filmati di ciascun sito. L’obiettivo dichiarato dall’Amministrazione è quello di rendere aperti e vivi questi luoghi, oggetto di un accordo tra Comune e Demanio per un percorso che li tuteli e li valorizzi.
Ad oggi sono 9 i forti passati dal Demanio al Comune in virtù della legge sul Federalismo fiscale del 2010. L’ultimo “acquisto”del Comune è forte Sofia, in via Monte Novegno, sul colle di San Leonardo, ceduto dall’agenzia del Demanio lo scorso luglio. Sono interessati dal progetto Verona fortificata: Forte Procolo, Forte San Felice (questi due ancora di proprietà demaniale), Forte Azzano, Forte Chievo, Forte Gisella, Forte Preara- John, Forte Lugagnano, Forte San Mattia, Forte Santa Caterina, Torre Massimiliana n.1 e Forte Sofia.

Forte Sofia, Verona
«Crediamo fermamente che questo patrimonio, riconosciuto dall’Unesco, vada finalmente riqualificato – ha detto l’assessore alla Pianificazione Urbanistica Segala -. Vogliamo che tale ricchezza sia della comunità, fruibile da cittadini e associazioni, ma siamo disposti ad andare incontro agli investitori che avranno proposte di valorizzazione che si sostengono. Anche in questo caso, come già per il recupero dell’Arsenale e per il Pums, abbiamo scelto la strada della partecipazione, coinvolgendo i cittadini su temi che li riguardano e che devono destare il loro interesse».
Parla di ‘operazione forti 2’, l’assessore al Patrimonio e Demanio Neri. «Dopo la fase dei trasferimenti, ora possiamo passare a quella operativa. C’è davvero un grande interesse dei cittadini verso i forti, ma anche le mura e tutto il compendio demaniale, come dimostrano le numerose associazioni che da anni se ne prendono cura. Ora l’obiettivo è andare oltre la manutenzione ordinaria, con vere e proprie riqualificazioni, a vantaggio anche del settore turistico».
Da Michele Bertucco di Verona e Sinistra in Comune arrivano però perplessità: «Spiegato come ha fatto l’assessore Segala, il “concorso di idee” per la valorizzazione del Parco delle Mura e dei Forti altro non è che un richiamo ai capitali privati destinato a lanciare una pericolosa corsa alla privatizzazione delle mura e dei forti – ammonisce Bertucco –. I progetti di ristrutturazione portati avanti in autonomia da associazioni di volontariato si contano sulle dita di una mano e, come accaduto per la Batteria di Scarpa, poggiano comunque sulla disponibilità di capitali pubblici.
Bertucco critica l’appello del Comune “osare” e a “fare di più”, affermando che non viene specificata «la “cornice” entro la quale sviluppare la valorizzazione del parco, anzi, si strizza l’occhio ventilando la possibilità di accordare cambi di destinazione d’uso in Variante 29». Infine, il consigliere di Sinistra in Comune definisce «deludente che l’amministrazione manchi per l’ennesima volta l’occasione di annunciare la predisposizione del piano ambientale e del piano di gestione che il Parco delle Mura e dei Forti attende da più di 10 anni. Anche perché, in mancanza di una programmazione pubblica, diventa molto complicato, se non impossibile, accedere ad eventuali finanziamenti pubblici, ad esempio i fondi europei» spiega Bertucco.