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Inchieste

Non solo cemento, Verona fa quadrato e scommette sul verde

INCHIESTA – Con 19,4 alberi ogni 100 abitanti siamo al 28° posto in Italia. Il verde in città è di 13,06 mq/ab, ma in 5° e 6° circoscrizione il valore si dimezza. Il punto della situazione e le interviste

INCHIESTA – A Verona il verde urbano non ha a oggi alcuna regolamentazione, in quanto la delibera della Giunta Comunale n. 266 del 24 maggio 2007, “Norme per la gestione, la salvaguardia e l’incremento dei giardini e del patrimonio verde pubblico”, non è mai stata approvata dal Consiglio Comunale.

A livello nazionale la legge in materia è la n. 10 del 14 gennaio 2013, “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani che ha istituito un Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, redige un piano nazionale sulle aree verdi urbane, fissa criteri e linee guida, produce un rapporto annuale delle disposizioni urbanistiche comunali in materia di verde pubblico e promuove iniziative locali, percorsi formativi e sensibilizzazione dei cittadini.

Verona, Parco di Santa Teresa

Verona, Parco di Santa Teresa

«L’idea di verde cittadino nasce con la Rivoluzione Francese – racconta Chiara Tosi, coordinatrice regionale di Lipu –, come rivendicazione da parte della plebe della possibilità di usufruire di un ambiente naturale allo stesso modo della nobiltà. Fin dalla sua nascita rappresenta quindi anche una rivendicazione sociale».

Tosi spiega che il verde urbano ha numerosi vantaggi ecosistemici, come riportato anche nella Carta Lipu. Tra i benefici troviamo la riduzione dell’inquinamento atmosferico, con il riassorbimento di ossido di carbonio, azoto, zolfo, polveri sottili e smog; la rimozione del carbonio dall’atmosfera; il miglioramento del clima, con una riduzione delle temperature nei mesi umidi e afosi; la schermatura del rumore: una cintura di alberi di 15 metri riduce il livello del rumore di 3 decibel.

Inoltre, il verde urbano porta anche benefici sociali, come il miglioramento della salute dei cittadini e l’offerta di spazi rilassanti, utili al benessere psicofisico. Ma i vantaggi sono anche economici: la vegetazione intorno a un edificio può ridurre dal 10 al 50% il consumo per la refrigerazione e fino al 15% quello per il riscaldamento; nei quartieri verdi gli immobili aumentano di valore, da un minimo del 3% ad un massimo del 33%, con una media del 10%.

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Tosi conclude affermando che «un regolamento sarebbe utile per normare la gestione; ad esempio il Comune vieta la distruzione dei nidi di rondine nel periodo che va da aprile a ottobre, tuttavia questa avviene lo stesso tramite potature eseguite nel modo errato. Nel Regolamento del verde andrebbe quindi inserita anche la formazione di chi si occupa della manutenzione e dei cittadini».

Cinta muraria, Verona

Cinta muraria, Verona

Un altro studio interessante è quello condotto dall’ULSS 20 di Verona e dall’Università IUAV di Venezia “Spazi verdi da vivere: il verde fa bene alla salute”, il quale presenta suggerimenti per la progettazione del verde urbano e ne spiega i benefici sulla popolazione. In particolare viene riportato uno studio svolto nei Paesi Bassi , il quale ha evidenziato, tramite il monitoraggio di 350.000 pazienti condotto da 195 medici di famiglia, che per 15 delle 24 patologie croniche esaminate – cardiopatia cronica (angina, infarto), disturbi scheletrici, ansia, depressione, infezioni respiratorie, cefalea, vertigini, infezioni delle vie urinarie, diabete) – l’incidenza è minore per chi vive a meno di 1 km da parchi o aree verdi.

Manuela Formenti, del consiglio direttivo del WWF Verona, afferma che è necessario «iniziare a capire l’importanza di piante e aree verdi: quando cade un albero, ci dovrebbe essere la stessa preoccupazione e celerità nell’attivarsi di quando cade un pezzo di cornicione, perché entrambi sono parti integranti della città».

La Formenti auspica «che il Regolamento del verde possa venire approvato, così da dare finalmente a Verona delle indicazioni unitarie utili per la progettazione, l’impianto, la manutenzione e la conservazione del verde, con sanzioni per chi contravvenga alle norme stabilite, e che esso, dopo probabili difficoltà iniziali, venga interiorizzato da tutti e che le sue norme diventino regole quotidiane di buona prassi».

Inoltre, sempre in caso di approvazione del documento, «si spera si possa poi passare alla realizzazione di un Piano del Verde che possa precisare la destinazione ed uso delle aree verdi e la loro tutela».

L'Adige a Nassar

L’Adige a Nassar

La Formenti elenca alcuni punti che andrebbero migliorati in questo ambito: dal Parco delle Mura, Patrimonio dell’Umanità, alle due aree SIC (ora ZAC) di Vajo Galina e Val Borago ad Avesa e del Parco dell’Adige Sud e Nord, aree protette che attendono una pianificazione e tutela normativa in un progetto unitario dei Parchi naturali della città. Ma bisognerebbe anche realizzare una manutenzione urbana più omogenea, e risolvere problemi come quello degli alberi in Corso Porta Nuova, costretti in rondelle troppo piccole.

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Inoltre, ribadisce Formenti, «il verde urbano rappresenta un punto cruciale anche nell’ambito dei cambiamenti climatici, in quanto per guardare al futuro è necessario progettare un’implementazione generale delle piantumazioni e della rinaturalizzazione, in particolare delle aree maggiormente inquinate, come il prospettato Parco di Verona Sud o gli spazi intorno alle principali arterie trafficate. Attenzione andrebbe poi posta per i tre esemplari di alberi storici di Verona indicati in uno speciale elenco nazionale, ovvero un Ginko e un Platano comune in Piazza Indipendenza e un Cedro dell’Himalaya in viale Nino Bixio».

Nicola Bussola, dell’associazione Arboricoltori, sottolinea il positivo cambio di direzione nella gestione del verde pubblico. «È importante però ricordare che a volte alberi antichi e significativi vengono abbattuti a causa di errori passati, come potature mal realizzate, che portano l’albero a svilupparsi e ad appesantirsi nella parte alta indebolendo le radici, rendendolo così pericoloso, esteticamente non gradevole, oltre a ridurre le sue capacità di assorbimento di smog e anidride carbonica e di schermatura del rumore». Gli alberi che si trovano in uno spazio ravvicinato dovrebbero essere considerati come gruppi: fare interventi su una pianta senza considerare le conseguenze che questi avranno su una vicina è sbagliato e dannoso».

Alberi, Borgo Venezia, Verona

Borgo Venezia, Verona. Cedri potati in modo errato per eccessiva asportazione di chioma. Alcuni rami addirittura non presentano apparato fogliare

La maggior parte della vegetazione fu inserita nel contesto cittadino dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, quindi circa 60-70 anni fa. «parliamo perciò di alberi che per la loro età apportano ormai pochi benefici a livello di protezione dall’inquinamento – precisa Bussola –, mentre sarebbe utile sostituirli con piante anche più adatte, sia per il clima, sia per la zona, evitando di inserire piante destinate a diventare molto grandi in spazi ristretti.

Si dovrebbero effettuare questi ricambi ogni 40 anni». Infine, per avere una gestione più consapevole e corretta del verde urbano, è necessario che ci sia una «maggior cultura da parte di tutti, in primis da chi esegue la manutenzione, in modo da evitare errori come le capitozzature».

Per meglio capire l’orientamento di Verona nei confronti del verde pubblico risulta interessante considerare gli ultimi parchi e aree verdi realizzati nel Comune. L’ultimo ad essere stato inaugurato, il 29 novembre, è il Parco tra via Licata e viale Sicilia, con una superficie di 6mila metri quadri, che rientra nelle opere di compensazione a carico di Esselunga per i lavori svolti nel punto vendita di Corso Milano.

Il 27 ottobre è stata resa accessibile dal Comune e dalla terza circoscrizione l’area verde di circa 2mila metri quadri intorno alla casa colonica di via Martin Faliero, al Saval, dopo lavori di pulizia eseguiti prima dal Partito Democratico, con alcuni volontari, e ultimati con l’intervento dell’amministrazione comunale.

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Il 4 ottobre a Santa Lucia, affianco la pista ciclopedonale di via Torricelli, è stata inaugurata la prima area cani del quartiere, di circa 2.500 metri quadri, dopo 10 anni di richieste da parte della circoscrizione. Il 5 luglio è stata aperta la rinnovata Area Poggi di Porto San Pancrazio, in via Ventotto Marzo, con 11mila metri quadri di verde e campi per il beach volley e il calcetto.

Il 7 maggio 2016 fu inaugurato nel Prusst di Verona Sud il Parco di Santa Teresa, al centro di polemiche per la sua riduzione dagli iniziali 55mila metri quadri agli effettivi 36mila; l’1 giugno 2018 è stata però approvata una variante per ampliare il Parco tramite la trasformazione a verde pubblico di due aree comunali e di un’area dell’Ater situate tra viale dell’Agricoltura, via Ongaro, via Scuderlando e via Poggiani. Il 16 settembre 2017 sono stati riaperti, dopo i lavori di recupero, i giardini di Piazza Indipendenza.

A Bassone, in 3ª circoscrizione, il 30 maggio 2017 è stata inaugurata un’area verde di 5mila 500 metri quadri tra via Bassone e via Ca’ dell’Albera, vicino alla scuola materna statale “Gianni Rodari”.

Carolina Londrillo

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