Mercoledì 12 dicembre Fondazione Cariverona e Comune di Verona hanno presentato lo “Studio sulla valorizzazione economica e sociale di alcuni immobili situati nel centro storico di Verona”, meglio noto come Piano Folin. Il documento è il frutto di oltre due anni di ricerca, analisi e interpretazione dei significativi patrimoni immobiliari della Fondazione, coordinato dall’architetto e urbanista Marino Folin, già rettore dello Iuav di Venezia.
È un masterplan che vuole “ricentralizzare il centro storico”, come hanno sottolineato in conferenza stampa il presidente della Fondazione Alessandro Mazzucco e il sindaco scaligero Federico Sboarina, rilevando con soddisfazione un approccio strategico e di sistema, un innovativo sguardo d’insieme su Verona tra memoria e futuro, patrimoni e creatività.
In seguito a considerazioni sui cambiamenti sociali ed economici in atto, seguendo trend globali e valori specifici della città, e a riflessioni sulla struttura urbana di Verona, la sua orografia, storia e identità contemporanea, lo Studio prende in esame il centro storico e si pone alcuni obiettivi ispiratori di azioni precise: dall’insediamento di nuove attività produttive al potenziamento dell’offerta turistica, dall’ampliamento di servizi culturali, anche sviluppando le reti esistenti, alla connessione di diverse polarità urbane e nuovi legami funzionali tra il centro di Verona e il suo contesto.
Nel concreto, il Piano ha preso le mosse da analisi di medio periodo multisettore, che hanno contemplato tanto i flussi turistici quanto la qualità della vita nel centro storico, attuale e potenziale, con attenzione a crescite sostenibili su piani ambientali e sociali.
Il risultato, come illustrato in conferenza stampa dallo stesso architetto Folin, è un piano di interventi che si possono riassumere in quattro grandi capitoli, corrispondenti a poli articolati o edifici singoli: 1. City hub, nei palazzi ex Unicredit in via Garibaldi 1 e 2 e Palazzo Franco – Cattarinetti, in via Rosa; 2. Lab urbs, a Palazzo del Capitanio e Castel San Pietro; 3. Palazzo Forti; 4. Monte di Pietà.
Il City Hub di via Garibaldi, composto di Centro Congressi e spazio enogastronomico, mira prima di tutto a qualificare la città come grande polo congressuale, facendo rete con la Gran Guardia e la Fiera, e colmando lacune per una meta turistica e fieristica del calibro di Verona.
Lab Urbs, in correlazione col precedente Hub, sarà luogo di cultura aperto, per visitatori e cittadini, con esposizioni permanenti e temporanee sulla storia, il presente e il futuro di Verona; un museo laboratorio della città fatto di ricerca e studio collocato a Palazzo del Capitanio e a Castel San Pietro.
Palazzo Forti può senza dubbio riqualificare la sua offerta come spazio di alta formazione culturale; mentre il Monte di Pietà può diventare luogo di ricerca e innovazione aperto alle imprese creative.
Come ribadito da sindaco e presidente, una volta condiviso il Piano si lavorerà in stretta sinergia a perseguirne la realizzazione e implementazione. Questi i suoi asset: lo sviluppo dell’industria dell’ospitalità nel centro di Verona; una nuova idea di cultura che sia anche leva di sviluppo e co-creazione tra pubblico e privato; imprese innovative nel centro storico, quindi nuovo lavoro e produzione; modelli di offerta residenziale più redditizia.