Il 16 novembre alle ore 9.30 nella sala Farinati della Biblioteca Civica di Verona (Via Cappello 43), verranno presentati i risultati della ricerca svolta nell’ambito del progetto “Che male c’è?” per il contrasto delle molestie e violenze nei luoghi di lavoro, a cura del Coordinamento donne Cisl Verona e condotta dal Dipartimento Scienze Umane dell’Università di Verona con il sostegno di Fondazione Cattolica.
L’indagine ha prodotto dati quantitativi e qualitativi grazie a interviste, focus group e ad un questionario anonimo compilato da lavoratori e lavoratrici di alcune aziende veronesi che hanno aderito al progetto “Che male c’è?”. «È emersa una sottovalutazione del fenomeno della violenza e molestia sessuale nei luoghi di lavoro e la sua mancata traduzione in una vera e propria questione sociale – evidenzia il professor Giorgio Gosetti, responsabile scientifico –. Chi dichiara di essere stato vittima di violenza o molestia sessuale vive una condizione di disagio soprattutto psicologico, dovuta a commenti non graditi sull’aspetto fisico, scherzi o storie di natura sessuale, commenti non appropriati relativi al sesso fatti in pubblico e in privato».
«La molestia sessuale è una forma di prepotenza che stenta ad essere segnalata, anche perché è difficile capire con precisione quali siano i confini: quando la molestia può essere percepita come un’offesa invece di una goliardata? – spiega il ricercatore Marco Carradore –. Secondo le persone intervistate, sono molteplici gli attori che dovrebbero occuparsi del tema: titolari d’azienda, rappresentanti sindacali, colleghi, psicologi ed avvocati. Nell’immagine degli intervistati si dovrebbe istituire una figura professionale che affronti in modo specifico il problema».
«È la stessa legge nazionale che chiede anche ai sindacati di intervenire sul tema – spiega Paola Zamboni, responsabile del Coordinamento donne Cisl –. Il Codice delle pari opportunità dichiara infatti che i datori di lavoro devono garantire l’integrità fisica e morale e la dignità di chi lavora, anche concordando con le organizzazioni sindacali dei lavoratori le iniziative più opportune per prevenire le molestie sessuali nei luoghi di lavoro». (Art. 26 d.lgs. 11 aprile 2006, n.198 Codice delle pari opportunità).
«Abbiamo già attivato di una rete di collaborazione con istituzioni e associazioni del territorio, progettato una campagna di informazione e realizzato un piano formativo dedicato a chi si occupa di sindacato – aggiunge Massimo Castellani, segretario generale di Cisl Verona –. Il prossimo passo è creare uno spazio di consulenza e ascolto per fornire supporto, sostegno e informazioni a chi ne avrà bisogno».

